Per raccontare una storia serve informarsi e poi selezionare (e questo libro lo dimostra)

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Filippo Maria Battaglia

IL LIBRO DELLA SETTIMANA Valentina Notarberardino ha scritto una guida all’attività editoriale, che utilizza l’aneddoto con misura e intelligenza dentro una cornice più ampia

“L’insetto non può essere disegnato”. Era l’ottobre del 1925 e Franz Kafka non ne voleva sapere di trovare sulla copertina della Metamorfosi uno scarafaggio. Come ricorda Valentina Notarberardino in “Fuori di testo” (Ponte alle grazie, pp. 322, euro 18,50)  l’imperativo non era solo quello di evitare che Ottomar Starke, l’illustratore incaricato dall’editore, sbattesse la blatta sulla copertina, ma soprattutto quello di tutelare la possibilità di uno spazio per l’immaginazione del lettore. 

“Kafka - scrive Notarberardino - aveva forse intuito la natura ambivalente di questa zona liminare (la copertina, appunto) che suggerisce ma non racconta, che impone al lettore un primo sforzo di interpretazione, e che nel corso dei secoli si è evoluta fino a diventare la principale risorsa di marketing editoriale. Ed ecco l’origine del suo puntiglio, la sua intromissione autoriale: l’insetto non può essere disegnato”.

 

Un racconto sistematico

È da qui che prende le mosse l’ultimo libro di Valentina Notarberardino. Ora, se uno leggesse solo questo aneddoto, e se poi desse un occhio al titolo, sottotitolo e fascetta , potrebbe avere il sospetto di trovarsi di fronte al solito libro sui libri, episodico, solipsistico e divagante. 

Invece no. Questo libro mantiene ciò che promette. Valentina Notarberadino ha allestito infatti un racconto sistematico e documentato sull’attività editoriale. Un saggio divertito e divertente che non rinuncia mai all'aneddoto e - cosa più importante - lo inserisce sempre  con misura e intelligenza dentro una cornice e una visione più ampia.

Capita così anche con le testimonianze: nessuna, tra le numerosissime presenti nel libro, appare fuori posto. Notarberardino ha deciso di fare l’unica cosa buona quando si sceglie di scrivere e raccontare una storia: informarsi certo, ma poi sottrarre e selezionare, tenendosi assai lontani dalla tentazione dell’accumulo. E la godibilità di questo saggio sta innanzitutto in questa fortunata scelta.

 

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