Serra: "Per scrivere per i più i giovani bisogna dimenticarsi di loro"

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Filippo Maria Battaglia

©IPA/Fotogramma

Il giornalista e scrittore torna in libreria con "Osso", una favola pubblicata da Feltrinelli e destinato innanzitutto ai più giovani. E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice: "Nei loro confronti ci sono molti pregiudizi, il loro enorme vantaggio è che sono disposti ad accettare e a capire molte più cose di quelle che noi pensiamo"

In una favola è sempre inopportuno partire dalla morale, ma forse stavolta si può fare un'eccezione. La favola in questione si chiama "Osso", è corredata dai disegni di uno dei più noti e premiati illustratori italiani (Alessandro Sanna), l'ha pubblicata Feltrinelli e racconta l'incontro tra un uomo e un cane. Serra l'ha scritta  per "mostrare ai lettori l’aspetto magico della natura", e dunque anche "la vita corale sul pianeta che è un impasto di vita e di morte". 

"Per molti anni - dice durante "Incipit", la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri - ci siamo riempiti la testa di tutti quei trattati sulla fine della storia e ci è sembrato di essere in una condizione terminale dal punto di vista dell’evoluzione. E invece no: è proprio l'evoluzione a ricordarci che la vita, nel suo complesso, è fatta di scarti, di salti di qualità, di mutamenti anche catastrofici. Noi, in realtà, non siamo arrivati da nessuna parte e questa sensazione di stasi, un po’ piaciuta e un po’ satolla, che per anni abbiamo coltivata era evidentemente sciocca".

 

"Per scrivere un favola per i più i giovani bisogna dimenticarsi di loro" 

"Osso", dicevamo, è una favola ed è dunque rivolta innanzitutto ai più giovani. Inevitabile chiedere al suo autore, che da più di quarant'anni scrive per giornali, teatro e tv, cosa comporta questa scelta: "La priorità per me è stata provare a dimenticare che stavo scrivendo per loro: perché il rischio concreto era di autocensurarmi pesantemente. Nei confronti dei ragazzi ci sono molti pregiudizi: evitare le cose troppo concettose, scansare le parole difficili, e molti, molti altri ancora. Cose che in sé sono spesso un giusto viatico, ma fino a un certo punto: perché, se ti fai troppo condizionare, e dunque se ti autocensuri, non ti avventuri in certi momenti anche psicologici del racconto che invece fanno parte della libertà di scrittura e della libertà di lettura. Io, in realtà, credo che i ragazzi siano molto permeabili. In fondo, il loro enorme vantaggio è questa specie di stadio primigenio che hanno nella loro psiche. Sono nuovi e quindi sono disposti ad accettare, ad assorbire e a capire molte più cose di quelle che noi pensiamo. Forse, se si scrivesse per i vecchi, bisognerebbe essere più cauti perché è lì che troveresti delle barriere più resistenti".

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"La seduzione della letteratura sta nella sua falsità"

"La seduzione della letteratura -  racconta ancora Serra - sta nella sua falsità: la letteratura ha questa formidabile capacità di contraffazione e di fantasia, ed è quella capacità che può rendere lo scrittore un tipaccio pericoloso che si può montare la testa. In fondo,  la pagina è bianca e tu ci puoi mettere veramente ciò che vuoi, dalla fine del mondo al particolare più trascurabile e più allegro".

"Ecco - chiosa Serra - io ho sempre pensato alla letteratura come a un’occasione di menzogna. Certo, deve essere una menzogna onesta e dalla quale ci si lascia trasportare, ma resta pur sempre una menzogna ed è questo il suo insostituibile fascino".

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La copertina di "Osso" di Michele Serra disegnata da Alessandro Sanna
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