Tullio Pericoli a Sky TG24: “Guardate bene e anche in un quadro troverete punti e virgole"
LifestyleIl pittore e disegnatore pubblica un taccuino in cui condensa un'analisi sull'arte e sulle sue implicazioni. E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice: "Esiste una grammatica della pittura ed esiste anche una sintassi"
Questa intervista inizia con un desiderio, questo: "Sfiorare con il dito medio la guancia sinistra della Gioconda, sentirne il tepore e, fissandola negli occhi, vedere se il contatto del mio dito smuove le sue pupille dal loro insondabile strabismo". A confessarlo è uno dei pittori e disegnatori italiani più noti e apprezzati, Tullio Pericoli, alla pagina trentacinque di "Arte a parte", l'ultimo taccuino che ha consegnato ad Adelphi e nel quale ha condensato una lista di considerazioni e suggestioni sull’arte, sulle forme e sui suoi imprevedibili riflessi a partire da dodici parole.
"Tutti noi - dice durante 'Incipit', la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri - quando andiamo a visitare una mostra o entriamo in un museo, abbiamo avvertito il desiderio di sfiorare la superficie di un’opera, quasi per scoprire qualcosa in più, e cioè ciò che c’è dentro. Ecco, secondo me, la cosa che è molto importante è la relazione tra il fare, il dipingere, il guardare la pittura e il corpo di chi l’ha prodotta, non solo la mente".
"Esiste una grammatica della pittura"
Pericoli parte da qui, dalla Gioconda appunto, ma questo è solo uno dei molti spunti per un'analisi rapsodica e divagante sull'arte e sulle sue infinite e imprevedibili implicazioni. Con la forma, innanzitutto, e dunque anche con la parola. “Esiste una grammatica della pittura ed esiste anche una sintassi - racconta - Ci sono le maiuscole, le minuscole, i punti e le virgole. Ne sono certissimo, anche se non esiste alcun manuale".
approfondimento
"E non l'hai visto in fotografia!": il podcast con Avallone e Scianna
"La memoria non abita solo la nostra mente"
Tra le dodici parole scelte da Pericoli c'è anche l'ispirazione: "Ci vuole coraggio solo a pronunciarla - osserva - e a farlo ci si sente comunque un po’ ridicoli. Ciononostante è innegabile che l’ispirazione esista, come esiste la pittura e come esistono gli attrezzi per dipingere".
Se gli si chiede però se quell'ispirazione sia sempre legata al ricordo, Pericoli prima sospira, poi spiega: "Se pensiamo al ricordo, pensiamo immediatamente alla memoria, e se pensiamo alla memoria pensiamo immediatamente alla mente, al cervello e a tutto quello che immaginiamo sia immagazzinato nella nostra testa. Invece no: la memoria non abita soltanto nella nostra testa, la memoria, la nostra memoria, abita nel nostro naso e nel nostro olfatto, nel nostro udito e nei nostri muscoli, e in generale tutte le cose che si muovono nel nostro corpo sono un condensato di memoria".
"Ecco, quando si prova a parlare di ispirazione c’entra la memoria certo, ma non la memoria nell'accezione classica o corrente, e cioè la memoria mentale, ma la memoria del corpo. Quando mi viene un’idea, penso spesso che mi sia venuta da una cosa che ho sentito, da una botta che tempo prima ho preso ad un braccio, o ancora da un ricordo. La memoria, e con lei l’ispirazione, si annidano in tanti luoghi del nostro corpo: è lì che dobbiamo cercare se vogliamo indagare la ragnatela di ricordi che abbiamo dentro di noi".