De Carlo: “I sogni sono diventati rari, ma per una comunità coltivarli è fondamentale”

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Filippo Maria Battaglia

I CONSIGLI DI LETTURA Lo scrittore torna in libreria con una commedia su un'Italia stretta dalla morsa dell'improvvisazione. E a Sky TG24 dice: "La fantasia è un motore centrale"

"Volevo raccontare una storia a strati, una specie di millefoglie narrativa in cui leggere vari livelli". Così Andrea De Carlo presenta "Il Teatro dei sogni", il suo ultimo romanzo pubblicato dalla Nave di Teseo: una commedia sulla politica, sulla comunicazione e sulle sue infinite distorsioni e improvvisazioni.  "Non avevo voglia di esprimere giudizi da intellettuale indignato - dice durante la rubrica dei "Consigli di lettura" di Sky TG24 (qui le puntate precedenti) - ma raccontare dal di dentro, e con gli occhi di quattro personaggi, ciò che sento e che vedo dell'Italia di oggi".

"La fantasia è un motore fondamentale"

Un'Italia bellissima, racconta De Carlo, stretta però dalla morsa dell'improvvisazione e alla ricerca di un riscatto sociale. Inevitabile parlare di sogni, e non solo per il titolo del suo ultimo romanzo: "Sono diventati rari - dice De Carlo - e questa è una perdita enorme: quando i sognatori non ci sono più, le società si appiattiscono su se stesse. La fantasia è un motore fondamentale, l'invenzione umana nasce proprio da lì, è una parte decisiva della nostra natura, ma che si azzera quando una comunità pensa di avere tutto quello di cui ha bisogno".  De Carlo, però, non è pessimista: "Non so dove siano andati i sogni, eppure non credo siano spariti dal nostro orizzonte. Ci vuole solo la forza e l'immaginazione di tirarli fuori e di coltivarli perché è da qui che nascono le utopie".

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