Vediamo come prendersi cura dell’azalea, pianta ornamentale molto diffusa in Italia, per conservarla a lungo e renderla rigogliosa
L’azalea, fiore originario del Giappone e della Cina, è il simbolo della fertilità per eccellenza, ma è indicata anche come la raffigurazione dell’amore puro e della temperanza. Inoltre, questo fiore è visto come un portafortuna da poter regalare per buon auspicio ai nostri cari, parenti o amici, che stanno affrontando una nuova sfida o un cambiamento importante.
Le sfumature dell’azalea sono diverse, ma la più apprezzata è sicuramente quella del rosa, ma sono diffusissime anche rosse e gialle. Inoltre, da qualche anno, questa pianta è il simbolo scelto dall’Airc nella lotta contro i tumori femminili.
Quali sono le strategie da mettere in atto per avere una bella azalea in vaso? Scopriamo insieme i passaggi più importanti per ottenere un risultato perfetto!
La posizione
L’azalea è una pianta piuttosto piccola ed è assolutamente fattibile coltivarla in vaso. Le radici non sono molto profonde, per cui il consiglio è di scegliere contenitori più larghi che alti.
Spesso l’azalea viene acquistata (o regalata) nella sua piena fioritura, per cui non è indispensabile travasarla. Una volta trascorso questo periodo, sarà possibile effettuare un rinvaso, scegliendo un terriccio specifico per le azalee o, in linea generale, per le acidofile.
Una volta acquistato il terriccio, potrete aggiungere sostanze organiche e sabbia, per effettuare un ottimo drenaggio. Il vaso può essere posizionato in casa, l’importante è scegliere una zona luminosa, ma non a contatto diretto con i raggi solari. In estate, invece, è preferibile opzionare un angolo all’aperto e ombreggiato, per favorire il ricircolo dell’aria.
Le caratteristiche
Nonostante, fino a poco tempo fa, si pensasse che le azalee fossero una specie a sé, in realtà esse fanno parte dei Rhododendron, che a sua volta è della famiglia delle ericacee.
La pianta di azalea, tendenzialmente, può raggiungere tra i 40 e i 90 centimetri di altezza circa, possiede un fusto sottile semi legnoso ed è molto ramificata. Il fogliame è ovale, ruvido e il colore è di un verde piuttosto scuro.
I fiori hanno la caratteristica forma a trombetta e, se ben trattati, vanno a comporre dei mazzi rigogliosi, con colori che passano dal rosa al giallo.
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Come annaffiare l’azalea
L’azalea coltivata in vaso necessita di essere annaffiata con regolarità e frequenza, soprattutto in primavera e in estate, quando le temperature si alzano e il clima è tendenzialmente caldo. Il terriccio deve essere sempre umido, ma non troppo bagnato, per non rischiare di rovinare le radici.
Non lasciate mai che il terreno diventi secco e, nelle giornate più aride e afose, nebulizzate i fiori con uno spruzzino, ricordandovi sempre di non esagerare. Essendo una pianta calcifuga, l’azalea richiede l’utilizzo di un’acqua demineralizzata o piovana. Non annaffiate mai nelle ore più calde, ma prediligete la mattina presto oppure la sera tarda.
Il concime perfetto e la potatura
L’azalea in vaso necessita di un fertilizzante liquido acido, per garantire alla pianta di ricevere il nutrimento necessario. Il concime migliore è quello a lenta cessione, in cui l’azoto, il fosforo e l’azoto hanno un rapporto 3-1-2. Se non avete a disposizione, o non riuscite a reperire, il concime liquido, allora optate per quello granulare.
Le potature devono essere periodiche, in modo da stimolarne la crescita ed evitare che crescano in maniera esponenziale. Il momento migliore per effettuarla è dopo la fioritura di stagione, cercando di non danneggiare i rami che fioriranno l’anno seguente. I fiori secchi devono essere recisi subito sotto la loro attaccatura.
Le malattie e i parassiti
Come abbiamo già indicato, l’azalea è una pianta acidofila, con un PH di 5.5/6 circa. Se la pianta scolorisce, allora sarete quasi sicuramente di fronte a una clorosi ferrica, per cui il PH del terriccio deve essere stato alterato.
Inoltre, l’azalea può essere invasa da muffe, funghi e parassiti, ma tutto questo può essere scongiurato con alcuni prodotti specifici.
Se i danni provocati sono lievi, è possibile recidere solo i rami danneggiati, utilizzando delle cesoie preventivamente disinfettate.