A Bilbao con Barbara Kruger, parole stampate per aiutare a pensare

Sono le parole, a colpirci in pieno volto, quando entriamo al Guggenheim di Bilbao per Another day. Another night, la prima retrospettiva spagnola di Barbara Kruger, visitabile fino al 9 novembre. L’artista statunitense, nata a Newark nel 1945, è nota per il suo stile provocatorio, con il quale affronta temi politici, sociali e culturali. Le sue parole sono stampate a caratteri grandi o piccoli, parole che fanno pensare, che disturbano, incuriosiscono; parole sfidanti, su sfondo nero o rosso, maiuscole, giganti. Parole che formano collage, incollate su fotografie o ritagliate dai magazine, che si scagliano contro il razzismo, il sessismo, le ingiustizie della Società, che sono slogan martellanti contro il consumismo. L’esposizione, che raccoglie oltre cinquanta anni di lavori - dagli esordi con paste-up e collage fino alle installazioni digitali e video recenti – è immersiva, tra colori, luci, suoni, musiche; l’esperienza coinvolge i sensi del visitatore e lo induce a riflettere: è “un’opera totale”, come l’ha definita la curatrice Lekha Hileman Waitoller. Abbiamo parlato con Lekha Hileman Waitoller, curatrice della mostra visitabile fino al 9 novembre. Da curatrice, qual è stata la sfida più grande? La sfida più grande nella preparazione di questa mostra riguarda anche il suo punto di forza principale, cioè che quasi tutte le opere sono molto site specific. Per permettere all’artista, per dare all’artista le informazioni di cui aveva bisogno per poter fare il suo lavoro di progettazione e riflettere davvero sul modo in cui avrebbe attivato gli spazi del museo, abbiamo dovuto fornirle disegni molto precisi delle diverse sale del museo, oltre a traduzioni molto accurate di molte delle opere che originariamente erano scritte in inglese e che volevamo poter adattare al nostro contesto locale, mostrandole in spagnolo e basco. Quindi, entrambe queste cose richiedono molta precisione, perché le opere sono molto legate a questi luoghi in cui sono presentate; perciò, abbiamo dovuto fare un lavoro molto accurato lì. Da cosa pensa che il visitatore resterà particolarmente colpito? Penso che le due cose che avranno davvero un grande impatto sul visitatore in questa mostra siano la qualità immersiva di molte delle opere d’arte. Molte di esse sono presentate su scala molto grande. Quindi il tuo corpo, il rapporto del tuo corpo con le opere, è molto importante. Ti senti molto piccolo di fronte a molte delle opere. Quindi l’esperienza è molto intensa. E la seconda cosa che trovo così potente nel lavoro di Kruger, e che i visitatori noteranno davvero, è che i testi che costituiscono gran parte della mostra sono veramente importanti. Affrontano molte delle questioni cruciali del nostro tempo, come il potere, l’abuso di potere, il consumismo, le disuguaglianze di genere, la sanità, i diritti; molte di queste tematiche, che sono molto importanti e attuali, sono cose che si potranno leggere in questa mostra. Quando parliamo di Barbara Kruger, parliamo di un'icona della Storia dell'Arte? Considero assolutamente Barbara Kruger una delle icone dell'Arte Contemporanea. Penso che, per la maggior parte degli studenti di Storia dell'Arte, il suo nome sia sicuramente presente nei libri di testo. La conosciamo come una delle artiste pioniere che hanno lavorato con il testo nell’arte in modo così diretto. Come molti di voi sapranno, altri artisti della sua generazione hanno fatto lo stesso, ad esempio, Jenny Holzer, Lawrence Weiner, Joseph Kosuth, ma il lavoro di Kruger ha sempre lottato per qualcosa di molto importante. È una donna, quindi il femminismo è sempre stato centrale per lei. È anche una persona che riconosce i problemi legati al potere e alla corruzione e li affronta attraverso la sua arte. Inoltre, è un’artista con una grande abilità nell’accostare immagini e testo e questa capacità l’ha resa un’artista molto importante e senza tempo.

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