Viaggiare senza smartphone? Se i turisti si scoprono sempre più "slow"

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Un sondaggio commissionato dalla compagnia aerea Vueling ha provato a indagare sulle nuove abitudini dei viaggiatori. La sorpresa? Quattro italiani su cinque si dicono pronti a viaggiare senza dispositivi digitali

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In un’epoca dominata da connessione e condivisione costante, sta emergendo una contro tendenza: si chiama JOMO, acronimo di “Joy of Missing Out” ("gioia di perdersi qualcosa") che, in opposizione alla più nota FOMO (“Fear of Missing Out”), invita a riscoprire il piacere di vivere il momento presente, a rallentare e disconnettersi. E vale anche per chi viaggia o è in vacanza. Ma siamo capaci di disconnetterci ancora? A cosa ci dedicheremmo, se scegliessimo di farlo? A questi dubbi ha provato a rispondere un sondaggio di Vueling, compagnia aerea parte del gruppo IAG, condotto su un campione di 1.000 italiani. 

Uso consapevole dei dispositivi digitali

Dai dati, emerge che oltre il 55% degli intervistati percepisce di trascorrere troppo tempo davanti a uno schermo, mentre meno del 45% non ritiene di farlo oppure non ci presta attenzione. Si delinea così il profilo medio dell’italiano che ritiene di usare i dispositivi digitali eccessivamente: si tratta per lo più di uomini (ma con scarto ridotto rispetto alle donne, col 51,7% contro il 48,3%) dal nord Italia (45,8% contro il 34,4% dal sud e 19,8% dal centro). Guardando all’età, spicca la Generazione X (35,3%), seguita a stretto giro dai Millennial (31,6%): sono quindi le generazioni intermedie a percepire la maggior pervasività del mondo online. Significativo per altri versi è anche il dato dei più giovani: solo il 23,2% dei digital native percepisce di eccedere nell’utilizzo di queste tecnologie, a cui sono stati esposti fin dalla nascita. In fondo alla classifica si posizionano infine i Boomer col 9,9%, vissuti a lungo senza dispositivi.

Nonostante questa diffusa consapevolezza, passare alla pratica risulta più difficile: il 6% degli italiani ammette di non disconnettersi mai. Tra chi si impegna di più, però, il 37,7% appartiene alla Gen X, seguiti dai Millennial col 31,5%. Uno stacco netto rispetto ai più giovani della Gen Z, che però si disconnettono di più dei più anziani (16,6% contro 14,2%).

Tempo offline: perché passarne di più e come

Analizzando i motivi per ridurre il proprio tempo sui dispositivi digitali, spicca l’eccessivo stress e dunque il bisogno di maggior relax (30,2%); seguono poi la sensazione di non avere sufficiente tempo a disposizione (25,5%) e il desiderio di evitare di fare troppe attività insieme (20,9%). C’è anche poi chi riporta altre ragioni, che si riconducono alla necessità di dedicarsi di più a se stessi, stando di più nella natura, all’aperto, anche meditando. Insomma, ritmi più lenti e meno impegni, ma maggior valore percepito.

Come impiegare il tempo offline extra

Il sondaggio di Vueling ha quindi analizzato anche come verrebbe reimpiegato questo tempo offline extra: al primo posto, con il 35,2%, il dedicarsi ai propri hobby, sia quelli più manuali e creativi (dal giardinaggio al cucito, tra gli altri) sia quelli più immersivi-esperienziali, come viaggiare; al secondo le attività per il benessere psicofisico, come lo sport o la meditazione (31,5%); e al terzo la riconnessione con la natura (19%). Medaglia di legno (14,3%) per chi sfrutterebbe l’occasione per trascorrere più tempo con i propri affetti.

Il viaggio come riscoperta della semplicità delle piccole cose

Puntando l’attenzione sui viaggi, il sondaggio di Vueling ha indagato fino a che punto gli italiani si lascerebbero andare a questa sana disconnessione anche in vacanza, momento che per eccellenza dovrebbe aiutare a ricaricare le energie. I numeri parlano chiaro: più di 4 italiani su 5 (il 79,5%) farebbero un viaggio staccando dai dispositivi digitali, nonostante qualche incertezza. Il profilo dei più temerari vede emergere, di poco, le donne (50,6%) del nord Italia (48,3%), soprattutto quelle appartenenti alla Generazione X (37,5%). Sempre a livello generazionale, i Millennial raggiungono quota 32,3%, mentre più reticenti la Gen Z (16,9%) e i più anziani (13,3%): età diverse, stessi timori?

Ma pensando al concetto di viaggio alla ricerca di emozioni autentiche, senza alcun tipo di connessione, quale sarebbe la destinazione ideale? Non stupisce a questo punto il trionfo della natura (61,3%), tra mare, montagna, laghi, boschi, contro i contesti urbani, che si attestano al 36,6%, in cui però prevale la preferenza dei borghi storici sulle città moderne, regalando ai viaggiatori la sensazione di un ritmo più lontano dalla frenesia.

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