Ecommerce e AI facilitatori di lettura, nonostante i timori dei librai

Italiani popolo di lettori? Non secondo i dati Eurostat che ci vedono agli ultimi posti in Europa e neanche stando a quelli diffusi dall’Aie nel 2024 che ha fotografato un calo significativo rispetto all’anno precedente e un deterioramento della qualità della lettura: frammentata e occasionale. Il panorama non è dei migliori, ma c’è un fattore in gioco che rappresenta un’opportunità per riconetterci alla letteratura: il digitale. Secondo uno studio di NetRetail Books, realizzato da Netcomm con il supporto di Amazon, sulle abitudini di lettura e gli acquisti di libri, un italiano su due legge di più grazie all’eCommerce, l’80% degli nostri expat è d’accordo sul fatto che agevoli l’accesso ai libri nella propria lingua madre. Secondo 8 italiani su 10 i negozi online facilitano l’accesso alla lettura nelle aree con poche librerie. Non solo l’acquisto, ma anche la caccia al titolo è influenzata positivamente dalla tecnologia. Per chi vive in aree povere di librerie o in cui l’accesso è complicato da fattori geografici e ambientali - parliamo del 26% della popolazione italiana - i browser sono lo spazio più utilizzato per scoprire nuovi autori e opere. Più cresce l'interesse per la lettura, più i lettori adottano un approccio variegato, facendo uso di strumenti online e offline che forniscono consigli su misura. L’identikit dei lettori “Lo scenario è in linea con i cambiamenti che ci sono nel rapporto domanda ed offerta. È evidente che la modalità di accesso alla cultura e all'informazione è sempre più complessa. Una volta si entrava in una libreria e si chiedeva un libro, ci si faceva influenzare dall'amico, dal conoscente. Oggi sempre di più emerge in maniera chiara che le strade sono diverse e varie”, commenta a Sky tg24 Insider Roberto Liscia, presidente di Netcomm. Ma è dall’identikit dei lettori che bisogna partire. “Abbiamo studiato dei profili metodologici, classificando i comportamenti rispetto alla lettura e individuando tre classi. Ci sono i lettori esperienziali: parliamo di un pubblico composto essenzialmente da donne, lettrici più forti, che leggono oltre undici libri l’anno, e lo fanno come forma di intrattenimento o per interesse personale, prediligendo la carta. La seconda classe è degli utenti funzionali, quelli che leggono circa quattro libri. Soprattutto uomini orientati alla saggistica, più specializzata, cercano titoli in linea con il proprio percorso professionale, sono a loro agio con gli ebook”. E poi le variabili impazzite: quelli spontanei che si fanno influenzare da un amico, oppure dagli scaffali dei punti vendita.I primi restano profondamente legati alla libreria fisica, i secondi sentono il richiamo dell'online, i terzi si lasciano ispirare dalle vetrine, sebbene ognuna di queste fonti di ispirazione abbia un peso nella scelta. E non possiamo ignorare secondo Liscia che “il digitale nel suo complesso, come le serie hanno modificato il cinema e come il cinema ha modificato il teatro, stia influenzando l'accesso alla conoscenza, alla lettura e alla scrittura di tutti e su tutti i fronti. È un grande facilitatore”. Oltre ad avvicinare gli italiani ai libri, l’online, continua Liscia, avvicina l'Italia al mondo e questo vale sia per gli italiani sia per gli stranieri interessati al nostro Paese: è quello che permette l'accessibilità ai prodotti in lingua o agli scrittori italiani tradotti”. L’AI è davvero un pericolo? Non è un mistero che l’industria dei libri guardi l’intelligenza artificiale con una certa diffidenza. Da un lato i professionisti dell’editoria - dai traduttori agli editor - che temono di essere rimpiazzati via via dai nuovi modelli robotici, dall’altro gli scrittori che per difendere il diritto d’autore sono in scontro aperto con le grandi aziende del settore, che danno in pasto all’AI le loro opere in nome dell’allenamento dei sistemi. Secondo NetRetail Books, le nuove tecnologie, e anche e soprattutto l’AI, però, sono un’opportunità per tutti. “La cosa interessante è che la classe esperienziale è anche quella delle lettrici - utilizziamo il femminile perché sono soprattutto donne - più attente e più smart. Uno dei touchpoint, cioè dei punti di contatto, ovvero delle leve che utilizzano per leggere, è diventato proprio l'AI. L’intelligenza artificiale generativa si sta rivelando, sorprendendo tutti, uno dei primi strumenti con i quali oggi si genera conoscenza, lettura, scrittura, accesso di informazioni e contenuti”. In che modo? “Mettiamo che io sia interessato al genere fiction, o a un autore di spicco, a fare una lettura in inglese e via dicendo, posso esprimere il mio desiderio - spiega Liscia - interrogando uno strumento di AI e l'AI mi dà delle risposte, rispetto alle quali poi mi orienterò, magari verificando l’attendibilità su un social network o su un motore di ricerca, su un forum per poi prendere la decisione finale. Il che non preclude l'acquisto in libreria, questo è il punto”. Come sottolinea Liscia, “una volta la contrapposizione tra online e offline, fisico e digitale, era quasi ideologica, ora è superata. Chiunque sostenga ancora questa tesi anacronistica guarda al mondo con lo specchietto retrovisore”. Insomma, librai state tranquilli, l’AI può essere un alleato. “L’elemento significativo è che ogni nuovo strumento offerto dalla tecnologia diventato immediatamente uno strumento di accessibilità che condiziona la lettura e la scrittura offline. Per fortuna il fisico - i libri di carta, le librerie, i librai e i professionisti dell’editoria in carne e ossa - sopravvivrà alla rivoluzione tecnologica e non sarà mai messo in soffitta, perché ciascuno di noi è fatto di corpi e di atomi, è la nostra natura, ma il digitale è un elemento di estrema complementarità in tutti i settori, anche nel settore dei libri, democratizza e garantisce l'accessibilità a chiunque, che tu sia giovane, che tu sia in alta montagna, che tu viva in un sobborgo di Berlino, è quello che emerge da ricerca”. Possiamo chiedere consigli di lettura a ChatGpt o a Gemini, a un chatbot qualsiasi, ma stanno aumentando le piattaforme specifiche, come Readow. L’AI però, è ben lontana dall’essere perfetta ed è necessario imparare ad utilizzarla al meglio: ha fatto il giro del mondo negli ultimi giorni la notizia di una lista di consigli di lettura per l’estate diffusa dal Sunday's Chicago Sun-Times e dal The Philadelphia Inquirer che conteneva molti titoli inesistenti inventati di sana pianta dall’intelligenza artificiale. Lo scrittore che era stato incaricato della selezione è stato licenziato in tronco, ma questa è un’altra storia.

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