Se hai il blocco dello scrittore, forse hai bisogno di un “ritiro letterario”

Hemingway si rifugiò all'hotel Ambos Mundos di Cuba per combattere il blocco dello scrittore. J. K. Rowling trovò ispirazione nei bar del centro di Edimburgo per i primi capitoli della saga di Harry Potter. Per Henry Miller che pubblicò il suo primo libro, e capolavoro, a 41 anni suonati bastò trasferirsi a Parigi. Il posto in cui si scrive non è un dettaglio. Occorre la giusta congiuntura spazio-temporale per far scattare la scintilla creativa. La location diventa parte della leggenda e meta di pellegrinaggio degli appassionati di letteratura che provano così ad immergersi nella genesi del romanzo, che sia una città trafficata o un’oasi naturale. Del resto, ogni autore trova la sua dimensione. Alcuni cercano la tranquillità, altri il caos. C’è chi ha bisogno di essere circondato da altri colleghi di penna e chi invece vagheggia la solitudine. Per gli scrittori del nostro tempo la soluzione per superare l’imbarazzo della pagina bianca potrebbe essere unirsi a un “writing retreat”, un soggiorno organizzato per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Sono sempre di più le strutture che offrono questo tipo di esperienza. E organizzare “ritiri letterari” può diventare un lavoro. Trend è una parola abusata, ma tutto ciò che ruota attorno alla letteratura negli ultimi anni ha dato prova di riuscire facilmente a “fare tendenza” con la complicità dei social media, in cui le community letterarie sono fortissime e il contagio delle idee potentissimo. Proprio come i “reading retreat”, i ritiri letterari per full immersion di lettura che vi abbiamo raccontato su Sky Tg24 Insider, anche i writing retreat, rivolti direttamente agli autori, si sono conquistati uno spazio sulle piattaforme online. Con l’arrivo della bella stagione le offerte in rete si moltiplicano, ce n’è per tutti i gusti e per tutte le stagioni. Dall’Islanda, in cui si è appena concluso un tour di cinque giorni che combina le passeggiate letterarie alla scoperta delle città e della natura nell’”isola di ghiaccio e fuoco” con dei corsi di scrittura creativa, agli Stati Uniti, in cui i reading retreat sono già riconosciuti come un business. Sono sempre di più le strutture di accoglienza che si attrezzano per soggiorni letterari e i “book coach”, spesso a loro volta scrittori, che si specializzano in questi servizi con delle varianti più turistiche. Potremmo chiamarle “vacanze alternative”, ma sarebbe una forzatura: portarsi avanti con il lavoro letterario è una priorità. I lupi solitari o semplicemente chi desidera un’esperienza su misura può autorganizzarsi il soggiorno seguendo poche semplici regole. Tra TikTok e blog letterari, si può prendere spunto dalle esperienze di tanti utenti che condividono suggerimenti su come strutturare al meglio il proprio reading retreat individuale o riassumono nei vlog le loro giornate “speciali” all’insegna della scrittura. Quello che unisce tutte le formule di reading retreat in circolazione è il desiderio di staccare dal flusso della quotidianità e dedicarsi anima e corpo all’atto creativo, meglio se lontano da casa e in un locus amoenus. L’Italia è una meta privilegiata. Il fascino che da sempre esercita sugli stranieri per le bellezze storico-artistiche e la grande tradizione letteraria rendono il Bel Paese molto competitivo sul mercato. Non è un caso se la Toscana di Dante e Boccaccio va per la maggiore. Alcune realtà sono a gestione familiare come Casale Clio, in cui Adrian e sua moglie Tiziana dal 2022 accolgono ospiti internazionali in una cornice rurale. In altri casi troviamo residenze artistiche più conosciute come Villa Lena, che apre le porte ogni anno a cinque artisti - non solo scrittori - o Residenza Santa Maddalena, di cui ha parlato anche il New York Times, dove hanno soggiornato stelle della letteratura contemporanea: come Olga Tokarczuk, Edmund White, Colm Tóibín, Sally Rooney. Solo per citarne alcuni.

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Come vederlo:

Online con Sky:

Se hai il blocco dello scrittore, forse hai bisogno di un “ritiro letterario”