Roccaraso e i tanti influencer in cerca di visibilità

Se davvero fosse così semplicistica la spiegazione, che purtroppo è passata in questi giorni, tra l’invasione pacifica di domenica scorsa a Roccaraso da parte di migliaia di visitatori provenienti da Napoli e i post social pubblicati su TikTok da @ritadecrescenzoreal, allora avremmo risolto in un nulla anche il problema della valorizzazione turistica di tante piccole località italiane. Basterebbe che i sindaci intenti a promuovere le bellezze storico-culturali e paesaggistiche dei loro comuni, peraltro contando solo su pochi spiccioli, nominassero come assessore al turismo qualche influencer per garantirsi un risultato sicuro. In verità, già qualcuno in passato ha tentato senza tanta fortuna questa strada, come l’ex primo cittadino di Avellino Gianluca Festa, che pensò bene di affidare la delega alla valorizzazione del brand irpino a una influencer che poi nei fatti ha prodotto risultati assai scadenti, per non dire irrisori. Ma, quella è un’altra storia. Nel nostro caso invece i media hanno acceso i riflettori sulla tiktoker napoletana Rita De Crescenzo, addossandole la responsabilità di questa onda anomala che ha mandato in tilt il sistema di accoglienza della cittadina abruzzese. Infatti, se monitoriamo i dati del suo account e nello specifico le interazioni, la copertura e le visualizzazioni ottenute dai video pubblicati negli ultimi 28 giorni, questo effetto trascinamento risulta alquanto irrisorio. Anzi, per sgomberare il campo da possibili equivoci è opportuno precisare che i quattro video della gita fuoriporta in Abruzzo che hanno incassato un bottino superiore alle 40.000 reazioni sono stati pubblicati tutti nei tre giorni successivi, quindi dopo che l’escursione domenicale era già terminata da un pezzo. Sia chiaro, ciò non significa che i social media non abbiano agito in questa occasione, come in tante altre passate, da catapulta virtuale, ma possiamo sostenere, perché lo dicono in modo inequivocabile i dati, che la carovana partenopea che si è diretta sulle montagne abruzzesi non è stata né pilotata né ingigantita dai video di De Crescenzo. Al più, i suoi contenuti hanno solo acceso la miccia, ma il fuoco che si è propagato trova una diversa spiegazione: i social media, e in particolare alcune piattaforme come TikTok che ha un algoritmo che spinge in hype i video che generano intrattenimento, hanno esasperato la nostra natura narcisistica, ci spingono a trovare compulsivamente un palcoscenico e un pubblico che ci applauda con un like o con un commento. Del resto, a Napoli, ma anche a Roma, a Palermo o a Milano e in tante altre città da nord a sud, sono cresciuti in tempi brevi e senza alcuna specifica competenza o qualità artistico-culturali, dei creatori che sono passati da fandom con poche migliaia a milioni di follower. Qui potremmo citare decine e decine di commercianti, ristoratori, professionisti, pescivendoli o pizzaioli che in poco tempo si sono trasformati in veri e propri influencer che dalla loro professione sono passati poi a vendere la loro visibilità ad altri imprenditori e aziende. Questa falsa illusione di popolarità, di facili guadagni, di uno riscatto sociale, ha contagiato più della pandemia, creando un terreno di coltura che poi permette ai video più improvvisati, sgangherati e sgrammaticati di ottenere visualizzazioni, di scalare le classifiche dell’hype della normalità. A Roccaraso, c’era di certo Rita De Crescenzo, ma in quella folla social c’erano tante altre Rita pronte a scalare i picchi delle visualizzazioni e dei like pur di diventare visibili e riconoscibili. È questa platea sempre gravida di micro – influencer che si è illusa di poter condizionare scelte di consumo, dal panino allo shampoo, di indirizzare i consumatori verso prodotti e servizi, ma che nei fatti produce risultati solidi e credibili solo se diventa, a sua insaputa, massa critica, come è successo nel caso di Roccaraso. Solo che quando l’influencer si anonimizza nella massa critica composta da centinaia di micro o medi influencer la sua identità ovviamente svanisce o viene mangiata da quella del creator più seguito, come è successo qualche giorno a Rita De Crescenzo che si è mangiata tanti piccoli tiktoker.

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