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A Ravenna il primo museo al mondo dedicato al poeta Lord Byron

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Chiara Ribichini

Foto: Emanuele Rambaldi

Palazzo Guiccioli, dove il grande poeta inglese simbolo del Romanticismo ha soggiornato dal 1819 al 1821, ospita l’esposizione permanente e la prima sede italiana della Byron Society. Ventiquattro sale per ripercorrere le sue due grandi passioni: quella per Teresa Gamba e quella per i moti carbonari dell’epoca. Un museo con un approccio tecnologico e interattivo che abbiamo visitato per la rubrica FLASH

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È il primo museo al mondo dedicato a Lord Byron, poeta inglese simbolo del romanticismo che proprio a Palazzo Guiccioli, a Ravenna, ha soggiornato dal 1819 al 1821.
“Questo è un museo fornito di tanta documentazione storica ma in un contesto che è il suo, quello in cui Byron ha vissuto principalmente in quel biennio - sottolinea il presidente del Gruppo Cassa di Ravenna Antonio Patuelli  - Nel restauro di questo palazzo sono anche state scoperte pitture che il medesimo Byron ha fatto dipingere, in stile pompeiano, un po' trasgressivo, come era Byron d’altra parte. È un museo che ha inoltre un approccio tecnologico molto avanzato, con una grande potenzialità di coinvolgimento di adulti e bambini”.

Il museo Byron e del Risorgimento ha aperto il 30 novembre. Un museo interattivo che permette di immergersi nella storia del grande poeta inglese, considerato da Goethe massimo genio del secolo. Un uomo in cui vita e letteratura si confondevano. “Qui Lord Byron compose le opere ravennati tra cui quella che probabilmente è la sua composizione più bella in assoluto, il Don Juan” racconta il presidente della Fondazione Cassa di Ravenna Ernesto Giuseppe Alfieri.
Le stanze del Museo Byron e del Risorgimento restituiscono le due passioni del grande poeta: quella per Teresa Gamba Guiccioli e quella per la libertà e per l'indipendenza dei popoli. Tanti i ricordi di Lord Byron conservati da Teresa Gamba. Tra questi anche un cestino contenente le lettere scritte per lei da Byron.

 

“Il Museo Byron ha una peculiarità: nasce dalla patrimonializzazione voluta da Teresa Byron che ha custodito le memorie del proprio amore con Byron come sacre reliquie - osserva la direttrice del Complesso Museale di Palazzo Guiccioli Alberta Fabbri -  Teresa ha conservato gelosamente, ad esempio, i carteggi, le lettere, gli indizi anche delle tracce affettive. Persino una ciocca di cappelli”.
Giuseppe Alfieri ricorda le passeggiate di Byron nei boschi: “Era uno sportivo. Quando era qui, a Ravenna, amava la pineta dove andava a cavalcare. Ed è lì che veniva avvicinato da personaggi che si presentavano come “gli americani”. Non so perché si facessero chiamare così. Erano i primi carbonari”.

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