Analfabetismo funzionale in Italia per un terzo degli adulti: il rapporto Ocse

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In Italia le competenze cognitive degli adulti, stabili negli ultimi dieci anni, continuano ad essere lontane dai risultati medi Ocse in 'literacy', 'numeracy' e 'adaptive problem solving'. Le persone che non raggiungono il livello 1 - più di una su tre - sono in grado di comprendere, al massimo, frasi brevi e semplici

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In Italia le competenze cognitive degli adulti rimangono stabili tra il 2012 e il 2023, in linea con quanto avviene in altri Paesi. Ma non è una buona notizia. Perché nel nostro Paese questa stabilità coincide con un'importante distanza da colmare per raggiungere i risultati medi OCSE. È quanto emerge dall'Indagine sulle competenze degli adulti (Survey of Adult Skills) realizzata nell'ambito del programma dell'Ocse per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti (Programme for the International Assessment of Adult Competencies, Piaac). Il secondo ciclo dell'Indagine è stato condotto nel 2023 in 31 Paesi ed economie del mondo. In Italia l'indagine è stata realizzata dall'INAPP su incarico del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Le competenze misurate tramite l'Indagine sono cruciali perché consentono alle persone di affrontare in modo adeguato la vita quotidiana e di partecipare pienamente all'economia e alla società. Ci si riferisce alle capacità di lettura e comprensione di testi scritti (dominio cognitivo della literacy), alle capacità di comprensione e utilizzo di informazioni matematiche e numeriche (dominio cognitivo della numeracy) e alle capacità di raggiungere il proprio obiettivo in una situazione dinamica in cui la soluzione non è immediatamente disponibile (dominio cognitivo del adaptive problem solving).


Un italiano su 3 non raggiunge il livello 1

In Italia le competenze cognitive degli adulti, stabili negli ultimi dieci anni, continuano ad essere lontane dai risultati medi Ocse in 'literacy', 'numeracy' e 'adaptive problem solving': in particolare, in literacy il 35% dei 16-65enni (la media Ocse e' 26%) ottiene un punteggio pari o inferiore al livello 1, quello che indica la capacità di comprendere testi brevi ed elenchi organizzati, quando le informazioni sono indicate chiaramente. Le persone che non raggiungono il livello 1 - più di una su tre - sono in grado di comprendere, al massimo, frasi brevi e semplici, sono in pratica in una condizione di 'analfabetismo funzionale'.

Il divario tra Nord e Sud

Sui risultati dell'Italia pesano gli ampi divari interni determinati principalmente dal territorio, dall'età, dal livello di istruzione e dal genere. I residenti nel Nord e nel Centro d'Italia riescono spesso a raggiungere punteggi di competenza pari a quelli della media Ocse, al contrario di quanto accade nel Mezzogiorno che presenta valori sempre significativamente inferiori alla media italiana e conseguentemente a quella Ocse. Le persone di 55-65 anni mostrano i valori di competenza più bassi opponendosi ai giovani di 16-24 anni. Gli adulti con titoli di studio pari o inferiori alla licenza media raggiungono punteggi di competenza nettamente inferiori alle persone che hanno investito in istruzione completando percorsi terziari. Nelle capacità di comprensione e utilizzo di informazioni matematiche e numeriche le donne sono ancora lontane dagli uomini. L'indagine offre la possibilità di individuare in modo chiaro dove il nostro Paese deve intervenire per migliorare i livelli di competenza della popolazione adulta. "È evidente la stretta relazione tra competenze cognitive e sviluppo del Paese. I valori più bassi di competenze si concentrano nelle aree meno attrattive del Paese. Occorre investire per il recupero dei territori del Mezzogiorno", ha osservato Natale Forlani, presidente Inapp.

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