Ungheria “on the road”, viaggio nella regione vinicola del Tokaj
LifestyleIntroduzione
Nell’Ungheria nord-occidentale, vicino ai confini con la Slovacchia e l’Ucraina e alla confluenza dei fiumi Bodrog e Tisza, si estende per poco meno di 90 chilometri il Tokaj. Regione vinicola dal 1737 (la prima al mondo) e patrimonio UNESCO dal 2002, è un’area ai piedi dei monti Zemplen che ingloba 27 villaggi, possiede più di 3mila cantine e ospita oltre 200 aziende vinicole. È qui che si produce il celeberrimo, omonimo, vino. Un vino così importante da essere citato nell’inno nazionale ungherese come “uno dei maggiori doni ricevuti” e che, secondo la leggenda, Luigi XIV di Francia (il celeberrimo Re Sole) chiamava “Vinum regum, rex vinorum” (vale a dire “Il re dei vini, il vino dei re”). Un vino che, già famoso nelle corti reali europee del Seicento, deve il proprio successo all’unicità delle uve (Furmint, Hárslevelü, e in piccola parte Muscat de Lunel e Oremus), alla morfologia del terreno (di origine vulcanica) e alla vicinanza dei filari di vite a due fiumi che creano un velo di umidità favorevole allo sviluppo della Botrytis cinerea, l’indispensabile muffa nobile.
Quello che devi sapere
Tokaj e la cantina Rákóczi
Prima tappa del nostro viaggio è la città che dà il nome all'intera regione: Tokaj. Centro storico del commercio vinicolo, è menzionata per la prima volta in un documento del 1353 e si trova su una collina all’incrocio dei fiumi Tisza e Bodrog. Famosa è la Sinagoga del XIX secolo, utilizzata dai tedeschi come quartier generale durante la seconda guerra mondiale e oggi trasformata in un centro culturale. Da visitare il Museo del vino, riaperto nel marzo del 2016 e ospitato in una villa del XVIII secolo al cui interno si può scoprire la storia della città e del suo vino. Il modo migliore per degustare il leggendario "nettare" della zona è farlo direttamente nelle cantine del XVI secolo scavate per decine di metri nella roccia vulcanica: veri e propri labirinti le cui pareti sono coperte da uno spesso strato di Cladosporium cellare, un tipo comune di fungo che genera una particolare muffa. Questa si nutre dell’alcol che evapora dalle botti e, mista all’aria, penetra nel legno creando quell’aroma unico e distintivo del Tokaji. La più famosa di queste cantine prende il nome dalla famiglia Rákóczi che governò la città di Tokaj nel XVII secolo e il cui palazzo era situato in posizione strategica nel cuore della città medievale. Qui si trova la più grande sala sotterranea dei cavalieri di Tokaj-Hegyalja. Con i suoi trenta metri di lunghezza, dieci di larghezza e cinque di altezza, la sala ha un carattere marcatamente medievale: qui è stato offerto il miglior vino del paese, il Tokaji Aszú, a re ungheresi, principi della Transilvania e ospiti di alto rango.
Il pittoresco villaggio di Hercegkút
Seconda tappa del nostro viaggio nella regione ungherese del Tokaj è il pittoresco villaggio di Hercegkút, fondato dagli Svevi (provenienti dalla Foresta Nera) nella seconda metà del 1700 e dal 1908 parte del consorzio di produzione del celeberrimo vino. Quello che immediatamente colpisce di questo piccolo agglomerato (dove ancora oggi il 70% degli abitanti è di origine tedesca) è l’architettura unica delle sue cantine: un intricato sistema di costruzioni sotterranee, scavate nel tufo vulcanico, che si estende per chilometri sotto terra. Con le loro porte rotonde incastonate tra le colline, queste strutture ricordano le case degli hobbit de “Il Signore degli Anelli”. Il vino prodotto qui viene maturato e conservato in botti nelle 179 grotte di Gomboshegy e Kőporos scavate nel tufo di riolite alla periferia del villaggio. Tra quelle più importanti c'è quella della famiglia Götz, azienda vinicola fondata proprio a Hercegkút nel 2000, che dispone di una suggestiva sala degustazione che può ospitare fino a 200 persone.
Sárospatak, la Grande Biblioteca e il Castello Rákóczi
Anche se meno famosa per le sue cantine vinicole, Sárospatak (vicino al confine con la Slovacchia) ha svolto un ruolo fondamentale nella storia dell'Ungheria. Qui, infatti, nel 1207 è nata sant’Elisabetta, una delle sante più amate dagli ungheresi. La cittadina, inoltre, è stata uno dei luoghi preferiti del principe Ferenc Rakoczi II, protagonista della guerra d’indipendenza contro gli Asburgo. Un tempo nota come "Atene sul fiume Bodrog" (per il suo forte patrimonio spirituale, artistico, intellettuale ed educativo), Sárospatak merita oggi una visita per il Sárospataki Református Kollégium e la Grande Biblioteca e per l'imponente Rákóczi Kastély del XVI secolo, conosciuto anche come il Castello della Libertà ungherese. Il primo, fondato nel 1531, è ancora annoverato tra i migliori istituti scolastici d'Ungheria. La sontuosa biblioteca della scuola è un esempio di architettura classica di Mihály Pollack (autore anche del Museo Nazionale Ungherese di Budapest) e contiene 600mila volumi e alcuni dei manoscritti di maggior valore sulla storia ungherese. Il Castello Rákóczi è invece un maniero che unisce elementi gotici, rinascimentali e romantici. La parte più vecchia della fortezza è la Vörös torony (la Torre Rossa), mastio medievale del XV secolo ricostruito all'inizio del 1500.
Mád, Bodrogkeresztúr, Olaszliszka e gli ebrei ortodossi
La regione di Tokaj è stata anche sede di una vivace e numerosa comunità ebraica che ha dato i natali ad alcuni dei rabbini chassidici più celebri mai vissuti, i cui luoghi di sepoltura costituiscono le tappe di pellegrinaggi annuali. A una ventina di chilometri da Tokaj, sorge la città di Mád dove si trova la più antica sinagoga ungherese. Classificata tra le 100 sinagoghe più belle del mondo, è stata costruita in stile barocco nel 1795 e completamente ristrutturata tra il 2002 e il 2004. Dal XVIII secolo in poi, Mád ha ospitato una fiorente comunità di mercanti di vino ebrei ortodossi. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale gli ebrei di Mád furono deportati nei campi di concentramento e solo una decina di loro fece ritorno. Ogni anno, migliaia di ebrei ultra-ortodossi (provenienti principalmente dagli Stati Uniti) arrivano nella città di Bodrogkeresztúr per commemorare l'anniversario della scomparsa del rabbino Yeshaya Steiner, morto qui nel 1925. Nel cimitero della cittadina di Olaszliszka riposa invece il rabbino Tzvi Hersh Friedman, fondatore della cosiddetta dinastia Liska.
La statua del Cristo sulla cima della collina di Tarcal
A Tarcal, nel cuore della regione di Tokaj, sorge The Blessing Christ (in ungherese Aldo Jezus Szobor, letteralmente il "Cristo che benedice"). Si tratta della più grande statua in granito d'Europa raffigurante Gesù. Composta da 5 blocchi di pietra e alta 8 metri e mezzo, pesa oltre 50 tonnellate ed è stata inaugurata nel 2015 come donazione di Attila Petró, proprietario della Nyír-Márvány Kft. (azienda che si occupa di lavori edili e di sculture artistiche in pietra). Opera dello scultore Sandor Szabo, si trova sul tragitto del Mária Út (Cammino della Vergine Maria), la versione centroeuropea del Cammino di Santiago che collega Mariazell in Austria a Csíksomlyó in Transilvania e, come tale, è una popolare meta di pellegrinaggio.
Il castello di Füzér
Situato su un cono vulcanico in uno dei punti più settentrionali d'Ungheria, nella parte più orientale dei monti Zemplén, troviamo il castello di Füzér. In stile gotico, sorge a 552 metri sopra il livello del mare (a pochi passi dal confine con la Slovacchia) ed è uno dei più antichi del Paese. Le sue origini risalgono al XIII secolo quando, sotto il regno di Stefano V, venne costruito come difesa dai Turchi. In seguito alla perduta battaglia di Mohács (1526), che segnò la fine del Regno medievale d'Ungheria, la Sacra Corona fu conservata tra le sue mura da quando Péter Perényi, una guardia reale, la portò qui dopo l'incoronazione di János Szapolyai. Leggenda vuole che nel XVII secolo il castello di Füzér fu abitato anche da Erzsébet Báthory, nella tradizione popolare ricordata con il soprannome di "Contessa Dracula" o "Contessa Sanguinaria" e definita la più prolifica "serial killer" della storia. Oggi Füzér è una meta conosciuta soprattuto dagli escursionisti in quanto si trova sul Sentiero blu nazionale, il trekking che attraversa la parte settentrionale dell'Ungheria.
Dove dormire
Che sia in una vecchia casa padronale (situata all'inizio del sentiero che conduce alla statua del "Cristo che benedice"), in una tenuta barocca del XVII secolo (un tempo dimora della dinastia Rákóczi) o, ancora, in un boutique hotel con terrazza panoramica sui vigneti di Mád, la regione del Tokaj offre diverse tipologie di alloggio. Nonostante le sue piccole dimensioni, vanta un hotel di lusso a cinque stelle nel villaggio di Tarcal: l'Andrássy Kúria & Spa. Parte dell'edificio, che risale al XVIII secolo, era l'abitazione di varie famiglie aristocratiche (le camere mostrano loro foto in bianco e nero). Oggi, l'hotel ha 53 camere ed è dotato di piscina, spa e salone di bellezza. Tre sontuose suites con mobili d'epoca, pavimenti in legno e affreschi sul soffitto per la Residenza Rákóczi-Aspremont, a Mád, tenuta di inizio Seicento appartenuta ai principi Rákóczi. 18 camere, jacuzzi e campo da tennis per l'Hotel Botrytis che utilizza materiali locali negli arredi e opera con fonti energetiche rinnovabili.
Dove mangiare
Con piatti ungheresi rivisitati e vista panoramica sul fiume Bodrog, Dereszla Bisztró è uno dei ristoranti più belli della regione vinicola di Tokaj. Lo chef Bence Bém prepara zuppa di pesce, gnocchi di ricotta (túrógombóc), carne di mangalica e altri piatti tipici locali. Sárga Borház è il ristorante storico di Disznókő, una delle principali aziende vinicole della zona annoverata tra le cantine architettonicamente più belle del mondo. Proposte attente alla sostenibilità (con piatti basati su ingredienti locali e che promuovono i sapori regionali) al Bobajka, ristorante interno al 5 stelle Andrássy Kuria & Spa di Tarcal e vincitore nella categoria "Ristorante dell'anno - area ospiti chiusa" del concorso Klasszis TopDesign 2022. Cucina tradizionale ungherese, invece, per il Vár Vendéglő, ristorante vecchio stile di Sárospatak. Imperdibile la sua zuppa del pescatore (halászlé) e i noodles di ricotta conditi con ciccioli di maiale (túróscsusza). Prodotti stagionali e fornitissima lista di vini per il Karám Bor & Gasztro Restaurant a Bodrogkeresztúr, sulle rive del fiume Bodrog. Situato in uno degli edifici più antichi, nel cuore della regione vinicola, propone piatti a chilometro zero e gluten-free.