Roberto Re: "La vita è più difficile rispetto a una volta, serve spazio per noi e i figli"

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Il sostenitore di questa filosofia è stato insignito del prestigioso Leone d'Oro alla carriera per i suoi trent’anni di lavoro come formatore

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"Oggi la vita è più complessa rispetto a quella dei nostri genitori, è più complessa sotto tutti i punti vista, personali e professionali, e questo genera stress e preoccupazioni nelle persone che hanno sempre più bisogno di essere aiutate e guidate”. Ne è convinto Roberto Re che, recentemente, è stato insignito del prestigioso Leone d'Oro alla carriera per i suoi trent’anni di lavoro come formatore: “Oggi la vita è molto più complessa rispetto a quella che hanno vissuto i nostri genitori o i nostri nonni. Più difficile sotto tutti i punti vista, personali e professionali e questo genera stress e preoccupazioni alle persone che hanno sempre più bisogno di essere aiutate e guidate. I continui cambiamenti sociali a cui siamo sottoposti, infatti, fanno saltare tutti gli schemi e ci vuole una grande capacità di riadattamento”. Parole di Roberto Re durante la cerimonia nella quale è stato insignito del prestigioso Leone d'Oro alla carriera, organizzato da La Leone D’Oro Foundation e dal Gruppo Editoriale Armando Curcio Editore. Un riconoscimento importante che testimonia i suoi trent’anni di attività, come formatore, proprio a fianco delle persone e degli imprenditori.

I formatori devono avere le giuste competenze

"In un mondo così diverso per riuscire a restare a galla e ottenere dei risultati importanti -ha ribadito Roberto Re- bisogna lavorare su se stessi. Ma non dobbiamo cambiare il mondo intorno a noi ma adeguarci ad esso. Ovvero, significa rivoluzionare i nostri schemi mentali, il nostro modo di pensare, il nostro modo di reagire agli eventi. Soprattutto, vuol dire imparare a creare una vita di qualità, bilanciando l’impegno lavorativo e quello personale, emotivo e affettivo. In troppi, invece, sull’altare del successo sacrificano la propria vita privata. Un errore imperdonabile". Ma parlare alle persone e aiutarle in un percorso di crescita professionale non è stato facile: "Quando ho iniziato -sottolinea Re- la parola coaching era sconosciuta e, di volta in volta, andava spiegata agli imprenditori e alle persone. Oggi siamo all’opposto e per ogni cosa c’è un coach specifico. In troppi, purtroppo, si spacciano per formatori senza averne le dovute competenze. Questo rende con chiarezza che esiste un mercato nel quale in molti provano a inserirsi e dove io, con la mia squadra, siamo presenti da sempre. Non a caso siamo stati anche i primi in Italia. Il nostro successo è che siamo stati pronti a cambiare, adeguandoci ai tempi e abbiamo cercato di essere innovativi. Tutto questo senza mai dimenticare la qualità del lavoro. Oggi nel mondo della formazione, come in tanti altri settori, ci si vende benissimo, ma poi si offre un prodotto che non rispecchia le promesse fatte".

Il claim è goditi la vita e lavora il giusto

Ma soprattutto, secondo Re, il "Prima il piacere e poi il dovere dei nostri padri, sta lasciando il passo all'odierno Goditi la vita, lavora il giusto. Oggi, però, abbiamo bisogno di un maggiore equilibrio per bilanciare i momenti privati e quelli lavorativi, insegnando alle persone a gestire le varie fasi del proprio quotidiano. Ad esempio spieghiamo come trovare del tempo per fare quello che ci piace oppure come allontanare lo stress, evitando di portare il disagio lavorativo in casa, influenzando negativamente il rapporto con moglie e figli". E il Leone D’Oro alla carriera testimonia la qualità del lavoro di Re: trent’anni di attività, programmi televisivi, tanti corsi e vari libri. Il più conosciuto "Leader di te stesso", pubblicato da Mondadori, ha venduto in oltre 500mila copie e ha successo ancora oggi. "Il Leone D’Oro è premio che mi inorgoglisce e che, nello stesso tempo, rende merito alla mia attività di formatore. Per mia natura –ha concluso Re- non sono un collezionista di statuine celebrative alle quali, di solito, preferisco l'affetto e la stima che ricevo quotidianamente dalle persone con cui lavoro. Il Leone d'Oro però è talmente evocativo che mi commuove e non poco".

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