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Batman: Città della follia,il fumetto di Christian Ward che ci porta nell'altra Gotham

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Gabriele Lippi

Una storia che prende le mosse da Arkahm Asylum di Grant Morrison e Dave McKean per portare la mitologia del Pipistrello verso luoghi ignoti ancora tutti da esplorare. Scritta con perizia e disegnata in modo eccellente

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Aggiornare la mitologia di Batman, dopo 85 anni di storia editoriale e una miriade di grandi autori che si sono succeduti sulle sue pagine, non è impresa da poco. La sfida accolta da Christian Ward era difficile, il rischio di cadere nel banale e superfluo piuttosto alto, e invece il suo Batman: La città della follia (Panini DC, cartonato, 176 pagine a colori, 29 euro) centra l’obiettivo in maniera piuttosto efficace, risultando un’operazione ben ponderata, un’opera certamente derivativa che però ben presto si rivela capace di alzarsi e camminare sulle proprie gambe, seguendo una direzione precisa.

Una tavola tratta da Batman: La città della follia di Christian Ward (Panini DC Black Label)

La trama

Tutte le medaglie hanno due facce, lo sa bene Harvey Dent, che inizia a sentire il richiamo di un altro sé oltre ai due a cui da tempo siamo abituati. C’è qualcosa che si muove sotto Gotham, una sorta di dimensione parallela, un Sottosopra, volendo mutuare l’espressione dalla popolarissima serie tv Stranger Things, che è riflesso distorto della città che conosciamo. Un'altra Gotham con un altro Batman che sembra uscito da un incubo lovecraftiano, un’altra Arkham, un altro Joker, e con regole tutte sue, completamente ribaltate. Una Gotham che, dopo l’apertura del portale che la separa dalla superficie, rischia di inghiottire la sua omologa del piano di sopra.

Una tavola tratta da Batman: La città della follia di Christian Ward (Panini DC Black Label)

Le ispirazioni

Ward dichiara apertamente qual è il suo punto di partenza senza farne mistero: in La città della follia c’è tanto dell’Arkham Asylum di Grant Morrison e Dave McKean, nelle atmosfere e in uno stile di disegno pittorico che flirta con l'espressionismo tedesco, ma non solo. La storia è intrisa di riferimenti e collegamenti ad altre storiche run di Batman, dallo stesso Morrison a Snyder, con un ruolo particolarmente centrale svolto dalla Corte dei Gufi. E Ward si dimostra perfettamente a proprio agio nel maneggiare un materiale tanto ricco e complesso, dando straordinaria coerenza al suo racconto e affondandone le radici nel nutrito humus fumettistico di Gotham.

Una tavola tratta da Batman: La città della follia di Christian Ward (Panini DC Black Label)

I disegni

Oltre che per le sue atmosfere cupe e opprimenti e per il modo in cui assorbe, rielabora e sfrutta gli elementi forniti da altri autori prima di lui, Ward fa spiccare il suo lavoro per l’aspetto grafico; non solo per l'estetica di un tratto raffinato ed elegante, per una colorazione a tinte fluo che contribuisce a crescere nel lettore una sensazione di disagio ed estraniamento, ma anche e soprattutto per la scelta di alcune soluzioni visive che risultano particolarmente interessanti: il character design di Due Facce, su tutti, è qualcosa di sperimentale e coraggioso, frutto di una commistione di stili e linguaggi che varia dal realistico al simbolico riuscendo a esprimere perfettamente il senso di distorsione insito nel personaggio.

Una tavola tratta da Batman: La città della follia di Christian Ward (Panini DC Black Label)

Un Black Label d'autore

Lungi dall’essere un semplice omaggio a quel capolavoro che è Arkham Asylum, la città della follia si impone tra le migliori storie di Batman scritte e disegnate di recente, un’operazione coraggiosa che sfrutta a dovere la libertà autoriale concessa dal marchio Black Label, una lettura diesel che parte lenta per proseguire in crescendo e, nel complesso, un azzardo decisamente riuscito.

Christian Ward, Batman: La città della follia, Panini DC Black Label, 176 pagine a colori, 29 euro

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