Carolina Guidetti: "Come il cubo di Rubik mi ha cambiato la vita"

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Giuditta Avellina

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Compie 80 anni il 13 luglio l'inventore del cubo di Rubik. Per comprendere meglio la magia connessa a un dei rompicapi che più da 50 anni appassiona il mondo, abbiamo intervistato l'influencer e campionessa sportiva classe 1999 Carolina Guidetti, capace di risolvere in 10 secondi il prodigioso cubo colorato

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Il cubo di Rubik compie 50 anni, 80 sono invece gli anni del suo papà, Ernő Rubik, nato in Ungheria il 13 luglio del 1944. Carolina Guidetti invece è una appassionata content creator da +1.1 milioni di followers su TikTok e 180mila seguaci su YouTube - celebre per risolvere il rompicapo in 10 secondi. Un'abilità che dai banchi di scuola l'ha portata alle più avvincenti competizioni in giro per l'Europa. Oggi per lei risolvere il cubo non è solo una passione, ma anche un mezzo per veicolare messaggi importanti a giovani giocatori e sognatori di tutte le età. 

Carolina, il prossimo 18 luglio l'inventore del cubo di Rubik Ernő Rubik compirà 80 anni. E tu l'hai conosciuto...

 

L'ho incontrato lo scorso 18 novembre, un uomo estremamente saggio e disponibile. Mi ha spronato a crederci, mi ha detto quanto lo riempia di gioia vedere sempre più ragazzi avvicinarsi a questo mondo. 

 

Qual è stato il momento in cui hai detto "Ok, il cubo di Rubik diventerà il più grande amore della mia vita?

 

Ero in terza liceo, c'era questo mio compagno di classe che lo risolveva in 30 secondi. Viaggiavamo in treno, gli ho chiesto di insegnarmi a risolverlo, ha ribattutto che era troppo difficile per me. Mi sono incaponita, ho iniziato a guardare tutorial, il mio obiettivo era superare i tempi del mio compagno. E, giorno dopo giorno, la mia passione è cresciuta fino a diventare una professione.

 

Quanto tempo ti alleni ogni giorno?

 

Dipende molto dagli impegni e dagli obiettivi, oggi la mia priorità è creare contenuti per il mio profilo Una realtà al cubo (@carolina.guidetti su Instagram). Ultimamente, però, mi sto anche allenando per diverse gare quindi passo almeno due ore al giorno con il cubo per arrivare preparata e provare a superare i miei attuali record. 

 

Perchè hai creato Una realtà al cubo?

 

Principalmente per due ragioni. Fare divulgazione in italiano, essendoci poche persone che ne parlano. E per dimostrare che quello dello speedcubing è un mondo interessante e non alienato. Molti pensano che chi ha questo hobby sta sempre chiuso a casa. Non è così e sono felice che sempre più ragazzi su TikTok e sugli altri social si stiano appassionando a questa realtà. A volte mi scrivono delle insegnanti ringraziandomi perchè questa pratica allontana i ragazzini dagli schermi e consente loro di aggregarsi, di conoscersi davvero e non solo nel virtuale. 

 

E a te come ha cambiato la vita il cubo di Rubik?

 

Mi ha aiutato a vincere la timidezza, ero estremamente introversa. Partecipare alle gare, viaggiare, fare community mi ha fatto evolvere moltissimo e mi ha fatto trovare colleghi chesono diventati anche buoni amici. Molti ragazzi mi hanno scritto dicendo che si approcciavano alla prima gara con timore, poi si sono aperti e oggi la loro vita è migliore.

 

Quali difficoltà riscontri in questo mondo?

 

Si tratta di un mondo ancora di nicchia, ci sono ancora pochi sponsor, pochi soldi. E poi per competere bisogna viaggiare, sostenere molte spese. Il mio obiettivo è accendere un piccolo faro su questo mondo, aiutarlo a uscire dall'ombra. Far sì che diventi più fruibile anche da un pubblico esterno,  anche perchè spesso, ad oggi, le gare non sono monetizzabili come ad esempio una partita di calcio. E comprendere come funziona, non è così immediato capire, ad esempio, che ci si basa sulle medie di cinque risoluzioni.

 

Un mondo frequentato ancora più da uomini, però...

 

All'inizio ero l'unica ragazza. Poi dopo il Covid c'è stato un cambio di tendenza e oggi, anche a livello mondiale, ci sono sempre più ragazze che giocano, che sono giudici.

 

I talenti del Rubik da tenere d'occhio?

 

Tra gli italiani Valerio Locatelli, detiene anche i record italiani di cubo classico 3 per 3 e secondo me fara bene anche agli Europei. Poi c'è questo prodigioso bambino cinese, Yiheng Wang, che accumula record su record. E apprezzo molto anche il polacco Tymon Kolasiński come la francese Juliette Sébastien.

 

Quali sono i tuoi prossimi record da battere?

 

Mi piacerebbe attestare la mia media sotto i 10 secondi, al momento è di 10.11. Spero anche di raggiungere sempre più persone sui miei canali social, creare contenuti sempre più di qualità e sempre più fruibili al pubblico.

 

Prossimi impegni?

 

Dal 25 al 28 luglio parteciperò ai campionati europei a Pamplona, a novembre sarò ai campionati italiani. Sono molto felice e fortunata a cogliere queste nuove sfide.

 

Segreti per risolvere il cubo?

 

Il cubo lo possono risolvere tutti, esistono metodi matematici per risolverlo. E basta guardare tutotial su YouTube e sui miei canali per migliorare. Basta, come in tutto, essere costanti. 

 

Tu lo sei stata.

 

Sì, allenandomi ogni giorno. Creando i miei canali dal 2018, trasformando la mia passione in professione. All'inizio non avrei immaginato che dalla mia Crevalcore, in provincia di Bologna, avrei raggiunto così tante persone in giro per il mondo. Ma nemmeno che avrei abbandondato i miei studi universitari in Ingegneria Genetica per seguire questo mio progetto al cento per cento. 

 

Il cubo di Rubik come stile di vita, insomma.

 

Sì. Tutto parte dalla fase propedeutica alla gara. Prima di risolvere il cubo, hai 15 secondi per visualizzarlo. C'è questa frase che gira molto, "Look forward, guarda avanti" che riassume il senso di questo hobby. In questa disciplina bisogna guardare avanti, saper prevedere le mosse che succederanno in anticipo, rimanere concentrati sempre, essere abili nel muovere velocemente le facce del cubo, saper padroneggiare la mente. 

 

E a chi lo definisce un non sport cosa rispondi?

 

Ovviamente non è uno sport fisico. Ma il cubo non si può giocare online,  quindi muovere velocemente le dita è importante. So che l'associazione mondiale di gara di speedcubing si sta muovendo per farlo riconoscere come sport.

 

 

Cosa diresti ai tuoi coetanei che vogliono avvicinarsi a questo hobby?

 

Di buttarsi, di non avere paura di essere giudicati nerd. Anche un oggetto piccolo come un cubo può essere un grande aiuto per costruire, giocando, la propria coloratissima strada. 

 

La storia del cubo di Rubik 

 

Il cubo di Rubik è stato inventato nel 1974 da Ernő Rubik, un professore di architettura ungherese che, in origine, lo chiamò "Magic Cube" (Cubo Magico).  Il brevetto per il cubo fu depositato nel 1975 e inizialmente venne commercializzato in Ungheria dal 1977. Più che gioco un fenomeno culturale e scientifico che ha raggiunto la fama internazionale grazie alla distribuzione da parte della società Ideal Toy Corp. con il nome di "Rubik's Cube" e negli Ottanta ottenne i suoi più grandi successi. Ma il cubo di Rubik non è solo un gioco che appassiona grandi e piccoli, ma anche l'ispiratore di svariate competizioni: la prima ufficiale in ordine di tempo si svolse a Budapest nel 1982, dove il vincitore, Minh Thai, risolse il cubo in 22.95 secondi. 

Una comunità di appassionati in tutto il mondo 

 

Negli anni a seguire è nata una comunità di appassionati nota come "speedcubers", che si dedica alla risoluzione del cubo nel minor tempo possibile, con la World Cube Association (WCA) organizza competizioni ufficiali in tutto il mondo del cubo esposto in vari musei di tutto il mondo, inclusi il Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Appassionati del cubo dai movimenti sempre più rapidi e fluidi che armeggiano con la variante classica 3x3x3, come anche con la 2x2x2 (Pocket Cube), 4x4x4 (Rubik's Revenge), 5x5x5 (Professor's Cube), e molte altre. Oggi il record appartiene al campione di origini coreane Max Park che ha risolto il cubo di Rubik (la. versione 3x3x3) in 3,13 secondi. Intanto procede spedita la ricerca, anche grazie a studi matematici, che ha promosso algoritmi e metodi (come il metodo CFOP) per risolvere il cubo più velocemente.

 

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