Torino, nasce il museo del cioccolato e del gianduia

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Sarà aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17 ed è un viaggio che va dai Maya ai giorni nostri

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Dai Maya alla Gen Z gustando il cioccolato in tutte le sue declinazioni, con una attenzione particolare al giuanduja, quell'impasto di cioccolato a base di cacao e nocciole che di Torino è un simbolo. Nasce nella città sabauda il Museo del Cioccolato e del Gianduja, nei locali del laboratorio sotterraneo di Pfatisch, storica pasticceria torinese fondata nel 1915 in via Sacchi. Il viaggio all'interno del Museo del Cioccolato e del Gianduja parte, appunto, dalle origini legate ai Maya, quando il cacao era utilizzato per le sue caratteristiche curative e magiche, per spostarsi a Casa Savoia dove, si racconta, alcuni membri di quella casata ebbero il privilegio di gustare per primi un alimento a suo modo esotico. L'industria cioccolatiera è rappresentata da macchinari datati tra Ottocento e Novecento, testimoni di un "dolce" viaggio.

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Il progetto, sul quale sono stati investiti quasi due milioni di euro, nasce dall’idea di Francesco Ciocatto, proprietario di Pfatisch, che quasi quattro anni fa rilevò la pasticceria salvandola così dal fallimento, e di Eddy Van Belle, imprenditore e collezionista belga. Uno degli angoli più suggestivi ospita la ricostruzione del galeone col quale Hernán Cortés portò in Europa il cioccolato. Il museo sarà aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17.

Close up of chocolate pieces

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