Vacanze estate 2024, i consigli dell'esperto per chi vuole prepararsi a un viaggio in bici

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Federica Tofani

Federica Tofani

In occasione di BAM!, il ritrovo europeo per i cicloviaggiatori, che torna a Montova dal 7 al 9 giugno e che chiama a raccolta migliaia di persone in sella, abbiamo raccolto i consigli tecnici per risolvere o addirittura evitare i ben noti dolori degli amanti della bicicletta e arrivare pronti per un divertente "cicloviaggio"

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Trascorrere il tempo libero in sella alla bicicletta entusiasma un numero sempre maggiore di persone. Spesso ci si mette alla prova con percorsi impegnativi o prendendo parte ad eventi che richiedono una discreta preparazione atletica. Uno di questi appuntamenti è BAM!, il ritrovo europeo per i cicloviaggiatori, che torna a Montova dal 7 al 9 giugno per la sua decima edizione. Un luogo di ritrovo per migliaia di persone in sella che, on the road, pedalano da tutta Europa, per ritrovarsi e condividere la stessa passione. La filosofia è semplice, arrivarci in bicicletta partendo da casa, e in molti rispondono all’invito mettendosi in movimento anche una settimana prima, dalla Sicilia, dalla Germania o anche da più lontano. Il programma dell’evento, che inizia venerdì pomeriggio e prosegue sino alla domenica, prevede oltre alle pedalate, musica, workshop e incontri con esperti del settore. Sono ben noti i dolori che il cicloviaggiatore deve tenere a bada, ma seguendo alcune preziose indicazioni si possono risolvere o addirittura evitare, come ci spiega esperto Omar Gatti, dottore in scienze motorie, biomeccanico del ciclismo certificato a livello internazionale e preparatore atletico.

Cosa si intende con cicloviaggiatore?

Cicloviaggiatore è un termine molto vasto. Perché sotto questo cappello puoi trovare l'avventuriero a pedali, che viaggia da solo in località remote e la coppia di pensionati in ebike che fanno un viaggio di piacere, godendo delle gioie del territorio. In generale il cicloviaggiatore è un ciclista che affronta un viaggio con una bici allestita e porta con sé l'intero materiale necessario.

 

Che tipo di preparazione serve per diventare un cicloviaggiatore?

Il cicloviaggio è un'attività sportiva di resistenza aerobica di lunga durata. Il cicloviaggiatore deve possedere una grande base aerobica, ovvero essere in grado di generare energia in presenza di ossigeno. Inoltre ha bisogno di un'ottima resistenza muscolare, cioè la capacità di spingere sui pedali anche in condizioni di progressivo affaticamento.

 

Prima di mettersi in sella e affrontare un percorso impegnativo, quali sono gli step da seguire?

Preparare bene un viaggio richiede dalle 8 alle 16 settimane a seconda del livello di partenza. La prima fase la dobbiamo destinare alla costruzione di una solida base aerobica, attraverso allenamenti estensivi nella famosa Z2 (quella resa ormai celebre da Pogacar). Man mano che l'evento si avvicina, lavoreremo anche sulle partenze da fermo, per allenare la capacità anaerobico alattacida, che è quella che viene utilizzata per effettuare scatti e superare salite ripide, molto comuni nei cicloviaggi. Oltre a questo, dedicheremo una seduta a settimana all'allenamento della forza muscolare, affinché si possa strutturare un corpo capace di resistere allo stress di pedalata.

 

Quali sono i principali benefici di un viaggio in bici?

In una sola parola: il runner's high. L'attività aerobica di endurance, oltre a tutti i benefici a livello cardiovascolare e di controllo del peso corporeo, offre anche un particolare vantaggio. Per far fronte all'affaticamento, il cervello secerne delle molecole, dette endorfine, che sono dei veri e propri oppiodi naturali, pensati per ridurre la sensibilità al dolore. Questo fa sì che la mente del cicloviaggiatore si "pulisca" dai pensieri ruminanti, dall'ansia ed è persino emerso che può avere un effetto nel contrastare la depressione.

 

E gli errori più comuni?

Il cicloviaggiatore spesso è quello che si allena poco e male per tutto l'anno, pedalando quando può e che poi parte per un viaggio di due settimane da 1000 km. Il risultato? Dolore, problemi fisici, stanchezza e anche poco godimento di quella che invece dovrebbe essere una bellissima avventura a pedali.

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Omar Gatti, dottore in scienze motorie e biomeccanico del ciclismo

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