Modena, torna "Play", il Festival del gioco da tavolo dal 17 al 19 maggio

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Fonte: Play

In zona fiera una grande ludoteca su 28mila metri quadrati con oltre 200 espositori e altrettante novità editoriali, 2.500 tavoli di giochi da provare gratuitamente e più di 700 eventi in programma con grandi ospiti come David “Zeb” Cook, uno dei più grandi creatori di giochi di ruolo, proprio nel 50esimo compleanno di Dungeons & Dragons. Nel 2024 il comparto di giochi vale oltre 18 miliardi nel mondo

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Ruolo, narrazione ed esperienza, ma anche stimolo intellettuale, creatività e puro divertimento. Sono questi gli ingredienti che caratterizzeranno la 15esima edizione di “Play -Festival del Gioco”, il festival del gioco analogico più grande d’Italia che dal 17 al 19 maggio animerà la città di Modena, in zona fiera.

Il Festival

Il festival è una grande ludoteca che si sviluppa su 28mila metri quadrati con oltre 200 espositori e altrettante novità editoriali, 2.500 tavoli di giochi da provare gratuitamente e più di 700 eventi in programma con grandi ospiti come David “Zeb” Cook, uno dei più grandi creatori di giochi di ruolo, proprio nel 50esimo compleanno di Dungeons & Dragons. È la più importante manifestazione italiana dedicata ai giochi “analogici” da tavolo, di ruolo, di miniature, dal vivo, di carte, per gli appassionati come per famiglie. Il segmento che cresce maggiormente nel mercato dei giocattoli, con un incremento previsto del 13% da qui al 2026. Organizzato da ModenaFiere in collaborazione con Ludo Labo e il supporto di Club TreEmme, LaTana dei Goblin e altre decine di associazioni ludiche italiane, con la media partnership di Rai4 e IoGioco, Play si svolge nel quartiere fieristico della città emiliana. Oltre ai gamers, Play ospita chi i giochi li inventa, li realizza e li distribuisce, e anche chi ci lavora costruendo progetti di ricerca innovativi basati sul gioco, negli ambiti disciplinari più vari. Quest’anno ospiterà anche un’area giochi scientifici: alcuni dei più importanti Centri di Ricerca e Università italiani sono presenti con le loro proposte in un’area dedicata per mostrare come sempre di più il gioco risulta essere uno strumento efficace per fare ricerca e didattica: l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucelare (INFN) e l’OGS di Trieste (ovvero l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale), il Game Science Research Center, CeRG UniGe, Gix UniFi, Associazione Italiana di Public History, CICAP. Presenti anche cinque atenei italiani in cui il gioco è oggetto di studio: l’Università di Modena e Reggio Emilia, di Bologna, di Firenze, di Genova e quella di Torino. In questo padiglione “scientifico”, inoltre, l’Azienda USL di Modena propone un’area dedicata

ai temi dell'accoglienza, dell'accessibilità e del gioco sano.

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Alcuni ragazzi giocano nella fiera Play a Modena - Fonte: Play

I dati sui giochi da tavolo

I giochi da tavolo hanno conosciuto un rilancio di fama e diffusione e il settore dei board game non è mai stato vivace quanto oggi. Secondo una ricerca condotta da Polaris Market Research, nel 2024 il comparto vale oltre 18 miliardi di dollari e nel 2032 il giro d’affari supererà i 42 miliardi di dollari. Il Global Board Games Market Report valuta per il settore un tasso di crescita pari al + 13 per cento da qui al 2026 (contro il + 11 per cento dei videogiochi). Anche nel nostro paese il trend di crescita è ugualmente positivo, con un mercato che ogni anno fa uscire oltre 800 nuovi titoli, conferma di grande vivacità di un settore al quale la Modena da oltre un decennio dedica l’intero quartiere fieristico. Andrea Ligabue, ludologo, game designer e direttore artistico di Play spiega così il successo dei giochi da tavolo: “In tempi in cui tutto si fa online i board game offrono uno stimolo in più a incontrarsi di persona, ad aggregarsi; ma soprattutto stimolano la creatività e riducono stress e impulsività poiché, prima di ogni mossa, è richiesta un’attenta riflessione sulle proprie azioni. Il gioco da tavolo allena inoltra la competizione buona e, in alcuni casi anche lo spirito di squadra. Ne beneficia lo sviluppo cognitivo e migliorano le competenze sociali e relazionali visto che, ad essere letteralmente chiamate in gioco sono skills come memoria, problem-solving, senso critico, ma anche la capacità di dialogo, di ascolto e di comprensione. I giochi da tavolo, nello specifico, insegnano a rispettare i tempi degli altri, a comprendere e seguire le regole, a collaborare e anche, se si perde, a fallire”.

Alcuni giocatori alla Fiera Play di Modena - Fonte: Play

I giochi più diffusi

Una serie di analisi di base del target dei board games evidenzia che la maggioranza degli acquirenti oggi sono di età compresa tra 25 e 39 anni, quindi la generazione dei Millennials, ovvero i nati tra il 1981 e il 1996. Accanto ai classici intramontabili come Risiko (Spin Master), Monopoly e Taboo (di Hasbro), si affiancano i più recenti party game, che sono i preferiti dal target dei giovani giocatori, come What Do You Meme? (Yas Game!) Exploding Kittens (Asmodee) e Nome in codice (Cranio Creations). Tra i passatempi più innovativi degli ultimi anni ci sono sicuramente anche le Escape room in gioco come Unlock! (Asmodee), Exit (Giochi Uniti) o Deckscape (DV Giochi). Quello che distingue questi giochi più recenti da quelli della generazione dei boomer sono la velocità (lepartite hanno una durata limitata, massimo 30 minuti), la semplicità (le regole sono facili e di immediata comprensione) e l’inclusività (tutti i giocatori proseguono fino alla fine della partita). Proliferano poi i giochi di ruolo, anche quelli dal vivo: il più iconico rimane Dungeons & Dragons, che ha debuttato 50 anni fa, esattamente nel 1974, ma ha conosciuto un’impennata di vendite durante la pandemia. Tra gli evergreen vanno citati poi i giochi di miniature come Warhammer (prodotto dalla britannica Game Workshop)  e i giochi di carte, il cui capostipite è Magic, il primo gioco di carte collezionabili del mondo.

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