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Goliarda Sapienza, dal manicomio al romanzo postumo. Chi era la scrittrice e attrice

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In anteprima mondiale alla 77ª edizione del Festival di Cannes, verra presentata serie Sky Original di Valeria Golino L’arte della Gioia, liberamente adattata dall’omonimo romanzo postumo di Goliarda Sapienza (edito da Einaudi), In attesa che la fiction arrivi al cinema (a partire dal 30 maggio) un viaggio alla scoperta della vita  e della carriera dell'artista siciliana

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La serie Sky Original L'Arte della gioia, diretta da Valeria Golino  sarà presentata in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Cannes 2024 e successivamente  arriverà  sala cinematografiche italiane in due parti: la prima dal 30 maggio, la seconda dal 13 giugno. Prodotta da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film e liberamente adattata dall’omonimo romanzo postumo di Goliarda Sapienza (edito da Einaudi), rifiutato per tanto tempo dalle case editrici italiane fino a raggiungere il successo all’estero, la serie racconta la storia di una ragazzina della Sicilia di inizio ‘900 che scopre la sessualità e il desiderio di una vita migliore di quella che ha sempre avuto. 

Alla ricerca di un'identità

Goliarda Sapienza(1924-1996) è stata un'autrice e attrice catanese. Figlia di anarchici, ha vissuto intensamente il '900 senza allinearsi mai alla cultura del proprio tempo. Nella sua scrittura il corpo ha giocato un ruolo fondamentale: è stato mezzo di conoscenza, arma e riparo mentre le parole servono a ricostruire l'identità smarrita in un mondo in continuo mutamento. L'infanzia in Sicilia, l'esilio, la carriera teatrale e cinematografica, il fascismo, la psicanalisi, la reclusione in carcere, l'amore omosessuale, l'oblio dato dal mancato riconoscimento delle sue opere in vita sono pezzi che si incastrano nel discorso e, a intermittenza, appaiono come evocati portando con sé incontri, pensieri e sensazioni. 

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Attrice, sceneggiatrice e insegnante

Maria Giudice, nota sindacalista lombarda e Giuseppe Sapienza, avvocato catanese - sono già anziani, hanno altri figli da precedenti unioni e, soprattutto, sono più interessati a lottare per un mondo migliore che a crescere una neonata. La vita di Goliarda  si snoda così tra un senso continuo di abbandono e la consapevolezza di appartenenza a un ideale di profonda uguaglianza sociale. Goliarda  per tutta la vita rifiuta di abbracciare ufficialmente chiese o fedi politiche, pur essendo per nascita, e per vocazione, socialista. Nel corso della sua vita, tenta due volte il suicidio, viene internata in manicomio e sottoposta e elettroshock. Femminista senza esserlo ("questi preti in gonnella" dice delle femministe americane), ama le donne ma non si dichiara lesbica, ama gli uomini, ma non fa carte false per averli. Fa l'attrice per volere del padre, scrive con il compagno di vita Citto Maselli le sceneggiature dei suoi film, lo aiuta a girare i suoi documentari e, a quarant'anni, approda alla narrativa. Ma per sopravvivere finisce per insegnare recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia, sorprendendo e scandalizzando a volte gli studenti con la sua forza espressiva. 

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Dal carcere alla letteratura

Nel 1980 finisce n carcere, dove viene  detenuta per cinque giorni, per il furto di alcuni gioielli di un'amica che vendette ad un banco dei pegni usando la carta d'identità della cognata. Sempre in prigione , ma anche successivamente, continua l'opera di scrittrice, pubblicando però molto poco, fatta eccezione per alcune sue opere come L'università di Rebibbia e Le certezze del dubbio, pubblicato grazie all'incontro con il conterraneo poeta ed editore Beppe Costa, che si batté a lungo per lei. Costa tenta senza successo di farle assegnare il vitalizio della Legge Bacchelli, né riesce a ottenere la ristampa delle sue opere. Sapienza  comunque pubblica, con la sua casa editrice Pellicanolibri, Le certezze del dubbio, nel 1987, e viene  premiata successivamente in occasione del Premio Casalotti del 1994. Durante la reclusione nel carcere di Rebibbia, si sente più accettata dalle proprie compagne di reclusione che dagli intellettuali italiani e, dietro le sbarre, trovò il riconoscimento che desiderava: "Sono tornata a vivere in una piccola comunità dove le proprie azioni vengono seguite, e approvate quando giuste, insomma, riconosciute", scrive su L'università di Rebibbia, racconto del suo tempo in carcere.

 

 

L'arte della Gioia, il romanzo postumo

Il suo romanzo più celebre, L'arte della gioia, è pubblicato postumo per intero da Stampa Alternativa nel 1998, a cura di Angelo Maria Pellegrino. Soltanto la prima delle quattro parti che lo compongono era stata stampata durante la vita dell'autrice, nel 1994, nella collana Millelirepiù diretta da Marcello Baraghini. Il romanzo viene ripubblicato da Einaudi nel 2008. La stessa casa editrice  pubblica successivamente i volumi Io, Jean Gabin (2010), Appuntamento a Positano (2015) e una selezione di pensieri tratti dai diari della scrittrice, raccolti nei volumi Il vizio di parlare a me stessa (2011) e La mia parte di gioia (2013).

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