Rap e Belzebù, la mostra di Chiara Rapaccini per Mario Monicelli

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Sabrina Rappoli

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Le foto, stampate su cotone, sono di Mario Monicelli. La sua compagna Chiara è intervenuta con i pennelli, con i colori acrilici, con i fumetti, con alcune scritte, in dialogo con diversi giganti del nostro Cinema, personaggi che lei definisce "molto più grandi di me"

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La Casa del Cinema di Roma ospita, fino al 2 aprile, la mostra “RAP e BELZEBÙ”, firmata da Chiara Rapaccini, in arte RAP, pittrice, scultrice, designer, illustratrice e scrittrice, compagna di Mario Monicelli per trentacinque anni. Le installazioni, visibili a ingresso gratuito, saranno dedicate proprio al grande cineasta romano. In esposizione ci saranno dodici lenzuoli dipinti, realizzati a partire da fotografie provenienti dall’archivio privato di Monicelli: scatti del regista, ma anche immagini di alcuni grandi attori del nostro cinema e istantanee di vita privata. Numerose le tecniche utilizzate da RAP – pennello, acrilico, punta secca, ricamo, fumetto e scrittura libera – che è intervenuta, con il suo lavoro, prima sulle foto e, successivamente, sui grandi drappi. 

Gassman

“I miei lenzuoli leggeri come fantasmi, ondeggianti come panni lavati che asciugano al sole, sono dedicati al compagno di una vita, Mario Monicelli", spiega Chiara Rapaccini.

"Ho scelto frugando negli armadi, le foto che mi piacevano di più: ritratti di Mario, dei suoi amici – Mastroianni, Virna Lisi, Totò, la Magnani – e attimi della nostra vita. Sono intervenuta sulle vecchie stampe con pennello, acrilico e punta secca per eliminare gli sfondi, per sottolineare un'ombra, una ruga, una piega. Ho aggiunto i miei personaggi e qualche scritta in libertà. Pensieri leggeri, senza capo né coda. Poi ho stampato su grandi drappi di cotone puro, freschi come le lenzuola di una volta. Non contenta, ho ritoccato le stoffe a pennello. Ma non riuscivo ancora a staccarmi da quei volti, da quei ricordi di vita e cinema che hanno riempito la mia vita. Allora ho deciso di orlare i bordi dei lenzuoli, come si faceva un tempo, con lana e seta, usando lunghi aghi da materassaia. Questi sono i miei amati fantasmi che ci sorridono da un mondo lontano, ma vivo e vibrante. Fantasmi che non muoiono mai, come il nostro cinema”.

Rap

Chiara Rapaccini è anche autrice del libro “Mio amato Belzebù. L’amara Dolce vita con Monicelli e compagnia” (Giunti Editore), un mémoir autobiografico irresistibile, una grande storia d’amore, il racconto ironico di un’irrinunciabile vocazione alla propria arte e alla propria indipendenza al fianco di un maturo genio del cinema e del suo mondo. 

 

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