Burn Baby Burn, la Los Angeles arrabbiata di Lorenzo Palloni
LifestyleL'ultimo fumetto scritto e disegnato dall'autore aretino è un'opera complessa e ambiziosa, che sceglie come ambientazione le rivolte del 1965 e del 1992, per costruire una storia densa di tensione e rabbia sociale che tocca i temi della vendetta e della giustizia
Los Angeles, 1965: la città è incendiata dalle tensioni razziali e dalla violenza scoppiata nel quartiere di Watts in seguito all’arresto per guida in stato d’ebrezza di Marquette Frye.
Los Angeles, 1992: la rabbia e gli scontri imperversano, scatenati dall’arresto e dal pestaggio a opera della polizia del tassista afroamericano Rodney King. Ventisette anni di distanza, un unico filo conduttore, due vicende gemelle. È sullo sfondo di questi eventi storici che Lorenzo Palloni ha deciso di ambientare Burn Baby Burn, fumetto tra i migliori usciti nel 2023 (e si badi bene all’assenza dell’aggettivo “italiano” dopo il sostantivo “fumetto”) pubblicato da Saldapress (240 pagine a colori, 29 euro).
La storia che si ripete
Mentre scoppiano le due rivolte, una serie di sanguinosi omicidi impegna prima il detective Syd Bonanno e poi sua figlia Eve, in una ciclicità di eventi che coinvolge generazioni diverse in vicende solo apparentemente identiche. Assassino, vittime e movente sono diversi: se nel 1965 a cadere uccise per mano di un serial killer erano delle prostitute, nel 1992 i morti sono tutti membri della polizia di Los Angeles. Un caso intricato e complesso in cui le colpe dei padri (e quelle dei padri dei padri) rischiano di ricadere sui figli.
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Una continua sfida al lettore
Burn Baby Burn non è un’opera che si possa leggere distrattamente, richiede una grande concentrazione. Palloni ingaggia e sfida il lettore fin da subito, con le prime tavole che alternano i piani temporali al ritmo forsennato di una vignetta ciascuno, per poi concedere più spazio alla narrazione dei fatti ma senza smettere mai di rimbalzare tra il 1965 e il 1992. La distinzione tra le vicende delle due epoche è affidata a un efficace, immediato ed elegante espediente visivo, con una colorazione bicroma tra i toni del blu e quelli del giallo. I personaggi sono numerosi, ben caratterizzati, esplorati nei loro background professionali, affettivi e familiari, e vengono tutti presentati da Palloni con alcuni scorci di vita normale all’inizio del volume, prima che il racconto precipiti nell’azione, permettendo così quel processo di immedesimazione e affezione ai protagonisti essenziale per la buona riuscita emotiva di un lavoro di finzione.
Tavole dense e formato orizzontale
I disegni presentano il tratto leggermente spigoloso ma raffinato che è tipico dello stile di Palloni, la regia è frenetica e dinamica, con una limitatissima presenza di splash page e un fortissimo ricorso a tavole orizzontali densissime di vignette che passano con agilità da inquadrature più ampie ai riquadri più piccoli che si concentrano sui dettagli e sugli oggetti, in un continuo invito all’attenzione nei confronti del lettore.
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Un'opera ambiziosa e complessa
Burn Baby Burn è forse l’opera più ambiziosa e internazionale della produzione di uno degli autori più interessanti d’Italia. Un fumetto che incrocia il noir, il pulp e il poliziesco alla denuncia sociale, che accavalla realtà storica e fantasia, che tocca il tema della differenza tra giustizia e vendetta, arrivando a un risultato finale straordinariamente complesso e composito, pieno di piani di lettura, ricco di plot twist che portano a un finale imprevedibile in cui tutti i fili vengono riannodati e le due vicende si sovrappongono perfettamente. Una folgorazione all’interno del panorama fumettistico globale.