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Catwoman: Città Solitaria, la Gotham senza Batman di Cliff Chang

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Gabriele Lippi

Una miniserie che racconta una Selina invecchiata in una città che non ha più bisogno di eroi. E in cui, a farsi carico di difendere i valori di giustizia, sono chiamati gli ex cattivi

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Una Selina Kyle con qualche ruga e un ciuffo bianco che spunta in mezzo ai capelli è la protagonista di Catwoman: Città Solitaria, la miniserie DC Black Label di Cliff Chang (Wonder Woman, Papergirls) pubblicata in Italia da Panini Comics (cartonato con sovraccoperta-poster, 224 pagine a colori, 39 euro) ambientata in una Gotham City del futuro senza più Batman, supereroi o supervillain.

Harvey Dent sindaco

L’utopia (o distopia?) di una città finalmente pacificata grazie all’utilizzo di batrobot porta la firma di Harvey Dent, apparentemente guarito dal suo problema di personalità doppia e diventato sindaco. I fatti sono ambientati 10 anni dopo quella che è passata alla storia come la notte dei folli, redde rationem ultimo tra Batman e Joker che ha portato alla morte dei due, di Jim Gordon e di Nightwing, oltre che all’arresto di Catwoman. Selina esce di prigione, appunto, dopo 10 anni, e mentre cerca di costruirsi una nuova vita scopre di avere ancora un conto aperto col passato e un’ultima missione da compiere.

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Una storia di riscatto

Più che una storia di vendetta, Catwoman: Città Solitaria è una storia di riscatto che coinvolge la sua protagonista e un gruppo di comprimari ben costruito. Selina, con i suoi dubbi e la sua paura di non essere più la gatta di una volta, coi suoi ricordi dolorosi e i suoi rimpianti, è l’eroina al centro della narrazione, ma attorno a lei Chang colloca una serie di personaggi secondari decisamente funzionali e dalla caratterizzazione convincente, tra i quali spicca un Killer Croc come non lo avete mai visto prima.

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Le differenze con Il Ritorno del Cavaliere Oscuro

Ed è proprio in questo che la miniserie di discosta da quella che sembra essere la sua ispirazione principale, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller. A ben vedere, se le somiglianze tra le due opere non mancano, ancora più evidenti sembrano le differenze, da un tono che non si prende mai eccessivamente sul serio alle motivazioni che muovono le azioni dei protagonisti. Sullo sfondo di tutto rimane la politica, con una avvincente campagna elettorale per il sindaco di Gotham che oppone Harvey Dent a Barbara Gordon, e due visioni opposte di come difendere e migliorare la città.

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Cliff Chang, autore completo

Tornando in DC diversi anni dopo aver disegnato magistralmente la bellissima run di Wonder Woman scritta da Brian Azzarello, Chang si impone come autore unico dimostrando eccellenti doti di narratore. La storia scorre unendo una prima parte più introspettiva a una seconda dove l’azione prende il sopravvento senza comunque trascurare l’aspetto emotivo. L’aspetto artistico è eccellente, come era logico attendersi da un disegnatore di tale calibro, con uno stile pop cartoonesco che contribuisce a mitigare le tematiche più cupe e pesanti della storia, in una fusione dal risultato ottimo.

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Fuori dalla continuity DC

Sfruttando tutta la libertà concessa dalla collana Black Label, Chang costruisce un’avventura fuori dalla continuity DC, immaginando un Elseworld affascinante e inquietante al tempo stesso, in un progetto che omaggia e rispetta la tradizione delle storie di Batman e getta i semi anche per possibili sequel. Un’opera da avere in un formato dall’ottima cura editoriale.

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Cliff Chang, Catwoman Città Solitaria, Panini DC, cartonato, 224 pagine a colori, 39 euro

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