La vicepresidente di Bumble, l'app di dating femminista: "Diamo alle donne il potere"

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Giulia Mengolini

Giulia Mengolini

I dati mostrano che in Italia più di una donna su tre utilizza le app per conoscere persone. Bumble è nata nel 2014 per consentire alle donne di fare la prima mossa, in un ambiente che combatte la tossicità e il bodyshaming. La vicepresidente Naomi Walkland a Sky TG24: "Ho conosciuto mio marito sull'app. La nostra sfida è sradicare i pregiudizi"

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Dai classici della letteratura ai film romantici passando per le eroine dei cartoni animati, a noi donne hanno mostrato fin da bambine un modello di relazione univoco, dove l'unica aspettativa femminile possibile era essere corteggiate in un mondo in cui erano gli uomini a condurre il gioco, un gioco in cui era normale porsi come oggetto dello sguardo maschile. Ma negli ultimi anni, in particolare nell’ultimo decennio, il paradigma delle relazioni sentimentali ha affrontato un’inversione decisiva. Le regole che incasellano i ruoli di genere sono sempre più sfumate: alcuni retaggi culturali ancora resistono (due mila anni di patriarcato non si cancellano certo in fretta), ma sempre meno donne oggi hanno paura di fare il primo passo. Anche sulle app di dating: su Bumble la prima mossa per stabilire una connessione, ovvero un 'match', può essere compiuta solo da donne e persone non binarie. La mission della prima app di dating “femminista” dove sono le donne le uniche ad avere il potere di aprire la conversazione è infatti permettere loro di avere il controllo. Creata nel 2014 dalla CEO Whitney Wolfe Herd in risposta a esperienze di relazioni poco sane e non eque vissute in prima persona, per permettere alle persone di instaurare relazioni sentimentali (ma anche di amicizia e professionali), Bumble è un’app “women first” che ha iniziato una rivoluzione in tema di genere.   

Bumble

Più di una donna italiana su 3 usa le dating app

Nella trasformazione socio-culturale che sta avvenendo le app di dating sono la nuova normalità: secondo un’analisi condotta da Bumble e Metrica Ricerche in Italia più di una donna su 3 le utilizza (per quelle che appartengono alla Gen-Z la percentuale sale dal 35 al 40%). Il 59% pensa che negli ultimi cinque anni in Italia siano stati compiuti progressi significativi verso la parità di genere, e l’'uguaglianza di genere è sempre più un fattore di rottura: quasi 2 donne italiane su 3 (il 63%) dichiarano che non uscirebbero con qualcuno che non difende questo valore.

La sessualità è ancora un tabù? Il 35% si sente giudicata

Ma c’è ancora molta strada da percorrere: più di 3 donne su 4 (77%) concordano sul fatto che esistano ancora comportamenti e aspettative di genere quando si tratta di appuntamenti e relazioni. E il sesso? L'Italia ha ancora molta strada da fare per superare i tabù che resistono: metà delle italiane (il 53%) dichiara di parlare apertamente di sesso, desideri e preferenze sessuali. Ma più di una su tre (il 35%) percepisce ancora la sessualità come un tabù e ha paura di essere giudicata per la propria storia sessuale. Ma c’è un dato positivo: per l’80% delle intervistate le donne che prendono l'iniziativa negli appuntamenti e nelle relazioni sono ammirevoli. Ne abbiamo parlato con Naomi Walkland, vicepresidente di Bumble per l'Europa.

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Naomi Walkland, vicepresidente di Bumble per l'Europa.

Naomi, come è nata l’idea di un’app dove le donne sono le uniche ad avere il potere di iniziare una conversazione?

L'approccio "women-first" di Bumble nasce da un'esperienza personale della nostra fondatrice, Whitney: stava osservando molte delle sue amiche perseguire e ottenere ciò che volevano nella loro carriera, ma negli appuntamenti stavano ancora aspettando che fossero gli uomini ad avvicinarsi. Allo stesso tempo aveva anche sperimentato la crudeltà di Internet avendo subito comportamenti tossici e abusi online. Bumble è nato quindi con l'idea di potenziare relazioni più sane e paritarie fin da subito. Facendo la prima mossa, le donne prendono il controllo del loro percorso di appuntamenti e sono loro a dare il tono alle loro interazioni.

 

Nell’universo sempre più vasto delle dating app, perché una donna dovrebbe scegliere Bumble? E un uomo?
 

Mettiamo al primo posto l’esperienza delle donne perché crediamo che quando gli appuntamenti sono migliori per le donne, siano migliori per tutti. E Bumble è per tutti. Quello che per noi fa la differenza sono i valori di gentilezza, rispetto e uguaglianza alla base dell’app. Vogliamo che tutti nella nostra comunità si sentano i benvenuti e siano in grado di costruire relazioni sane in un ambiente privo di tossicità. Ad esempio, Bumble's Private Detector è una prima funzionalità del settore che utilizza l'intelligenza artificiale per rilevare e offuscare immagini di nudo osceno. Bumble è stata anche una delle prime app a moderare esplicitamente il linguaggio e a contrastare il bodyshaming. Insomma, il rispetto per l'altro è al primo posto.
 

Oggi le donne hanno meno paura di fare la prima mossa?

Decisamente: si sentono emancipate in molte aree della loro vita e gli appuntamenti non fanno eccezione. La stragrande maggioranza (80%) delle donne italiane considera da ammirare le altre donne che prendono l'iniziativa negli appuntamenti e decidono di fare la prima mossa, ed è un dato strabiliante, che ci dice quindi che Italia c’è molta consapevolezza sul tema, e desiderio di prendere il controllo.
 

Ha conosciuto suo marito su Bumble: una storia incoraggiante!

Sì, è successo sette anni fa. Pensi che quello con lui è stato il mio primo match in assoluto sull’app con e il mio primo appuntamento. Un incontro durato otto ore: iniziato con un caffè, continuato a pranzo poi proseguito con una passeggiata fino a un drink: non smettevamo mai di parlare! E’ stato sorprendente. Oggi siamo sposati e abbiamo un bambino che è anche figlio di questa app.

A proposito, nonostante l'evoluzione in corso, in molte persone invece resistono pregiudizi sulle dating app, soprattutto rispetto al fatto che vengono usate soprattutto per esperienze sessuali.
 

I pregiudizi esistono ancora, è vero. I dati ci raccontano che di 1 donna su 3 (il 38%) è preoccupata di essere percepita come "facile" se usa un'app di incontri. E per noi scardinare questa paura femminile è una sfida. Perché nel 2023 una donna che ha in mano il potere di guidare le sue conversazioni, cercando di costruire la vita che desidera dovrebbe vergognarsi di usare un’app? Bumble vuole dare alle donne il controllo della loro vita sentimentale. Fare la prima mossa è solo il primo passo, ma vogliamo consentire alle donne di sentirsi alla guida durante l’intero percorso. Devono sapere di avere in mano il potere di decidere per loro stesse, sempre.

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