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Arnaldo Pomodoro, il grande teatro delle civiltà in mostra a Roma

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Sabrina Rappoli

La mostra nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Arnaldo Pomodoro e la maison Fendi, una partnership che vuole unire il rispetto per l’eredità storica al sostegno e alla diffusione dei linguaggi artistici contemporanei e alla ricerca di nuove forme di collaborazione basate sulla sostenibilità e l’innovazione

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Arnaldo Pomodoro. Il grande teatro delle civiltà è il titolo della mostra in corso a Roma, al Palazzo delle Civiltà italiana fino al 1° ottobre. La prima opera della mostra è, di fatto, proprio il Palazzo che la ospita, costruito nel 1942, considerato uno dei capolavori dell’Architettura moderna del nostro Paese. La Civiltà, che dà il nome a questo Palazzo, per Pomodoro diventano le civiltà, un discorso che attraversa lo spazio e il tempo, dal passato più remoto a un futuro anche immaginifico. 

All’interno di questa struttura, che è anche una macchina del tempo, troviamo alcune opere dell’artista, dalla fine degli ’50 agli anni più recenti, in dialogo con l’Architettura, con i suoi significati, in cerca di una relazione di armonia e al tempo stesso di confronto. Questo, senza dare per scontato il significato stesso di questa sede, ma potendolo interpretare, proprio come fa un attore a teatro, che rilegge e reinterpreta un testo storico. Opere che, quindi, si essenzializzano, nel numero e nella posizione e che sembra siano state qui sin dal progetto originale; proprio perché questo edificio, questa sede, possano diventare – anche per il visitatore – un ulteriore strumento di riflessione e di interpretazione personale.

Il grande che diventa piccolo, il bianco che si confronta col nero e all’interno tutti i colori della scultura. Dal bronzo, all’oro, al rame che dialogano tra di loro alla riscoperta di civiltà antiche che si parlano: da quella mesopotamica, assira, babilonese, azteca, alle arti e culture dell’Africa e dell’Oceania; fino alla grammatica dell’Archeologia greco-romana, su cui è fondata la simbologia, l’ideologia di questo luogo. Un grande teatro in cui le civiltà sono messe in scena e che lasciano l’ultima parola all’interpretazione dello spettatore.