Bambini in viaggio sulla neve, 5 cose da fare e da vedere a La Thuile

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Gaia Mombelli

Il Monte Bianco è affascinate per definizione. E di questo fascino godono soprattutto i bambini, capaci di stupirsi di fronte a tanta maestosità. Oggi vi proponiamo La Thuile, un piccolo paese capace di incantare grandi e piccini. Buon viaggio!

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Il Monte Bianco è la montagna più alta delle Alpi, lo insegnano a scuola. Quando te lo ritrovi davanti lo senti, te ne accorgi. Madre natura lo ha fatto re di tutte le montagne, ed è stupendo ammirarlo dal versante di La Thuile. A 1450 metri sul livello del mare, poco più di 800 abitanti: grandi spazi, aria purissima e colori mai visti. Per le famiglie il posto giusto dove portare i bambini non solo a respirare aria purissima, ma anche per scoprire un mondo letto, prima, solo nelle fiabe. I 38 impianti di risalita delle Funivie del Piccolo San Bernardo sono in grado di trasportare oltre 63.000 persone ogni ora. Sciatore? Biker? Escursionista? Per tutti c’è qualcosa da scoprire.

A vegliare su La Thuile, oltre agli spiriti degli antichi celti che abitavano queste contrade, c’è il massiccio del Rutor, che con il suo celebre ghiacciaio illumina tutta la vallata. A La Thuile i boschi incutono ancora rispetto, la neve cade dove le pare e il vento non chiede il permesso a nessuno.

La Thuile è vicina alle principali città del nord Italia, ma anche della Francia (attraverso il traforo del Monte Bianco e, in estate, il Passo del Piccolo San Bernardo), e della Svizzera attraverso il traforo del Gran San Bernardo.

Ecco alcune attività dedicate alle famiglie.

 

Con le ciaspole, leggeri nel bianco della neve

Le ciaspole sono un questo antico modo di spostarsi sulla neve. Lo possono fare grandi e piccini e permette di immergersi nel mistero dei boschi, galleggiare sul manto bianco e raggiungere piccoli villaggi e luoghi inesplorati per emozionarsi ad ogni passo. Da La Thuile e dalle piccole frazioni Pétosan, Les Granges, La Joux, Buic, Villaret, dipartono itinerari di differenti difficoltà e lunghezza, piacevoli e rilassanti, che impegnano da una fino a quattro ore e permettono di arrivare in straordinarie zone panoramiche per godere di paesaggi incontaminati.

ciaspole

Guide alpine

Le guide alpine organizzano esperienze uniche anche per le famiglie. Eliski, passeggiate con le racchette da neve anche notturne, sci alpinismo, arrampicate, escursioni in alta quota. Qualunque sia l’attività che sceglierai, ogni percorso, a La Thuile, diventa scoperta e meraviglia.

Ogni settimana escursioni con ciaspole alle miniere, al ghiacciaio del Monte Bianco oppure serali con cena in rifugio, freeride, sci alpinismo, alpinismo, eliski, cascate di ghiaccio, camp freeride ragazzi, corso formativo internazionale fuoripista ISTA, trekking, giornate di arrampicata, canyoning, corsi nelle succitate discipline e attività di team building.

Le miniere di La Thuile

Sono miniere in cui si estraevano piombo argentifero e antracite, sono diventate un vero e proprio Mine Park visitato dai turisti. Fino al 1966 anche La Thuile è stato un centro minerario di primaria importanza in cui si estraevano piombo argentifero e antracite per la produzione del carbone. Eppure, forse perché le comunità montane sono tradizionalmente più inclini alla solidarietà e alla coesione sociale, nelle miniere di La Thuile è andata un po’ meglio. Non che fosse una vita di agi e dissolutezze, però in fin dei conti la comunità se la cavava discretamente proprio grazie a quell’attività. Oggi le miniere di La Thuile sono diventate un’importante attrazione turistica: binari per i carrellini nel bosco, vecchi edifici, imbocchi di gallerie sotterranee, resti di infrastrutture tecniche. Uno dei percorsi più affascinanti è quello che porta alla miniera Granier, dove è possibile ammirare il gigantesco argano che veniva utilizzato per issare lungo un piano inclinato il carbone estratto nei livelli sottostanti e indirizzarlo verso la stazione di partenza dei convogli per Arpy. Da qui, mediante teleferica, il minerale raggiungeva Morgex per subire le prime lavorazioni, prima di essere inviato alla fabbrica siderurgica Cogne di Aosta.

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Forti e trinceramenti. Annibale, Napoleone e le fortificazioni dei Savoia

 

Sul Colle della Croce e sul Passo del Piccolo San Bernardo sono ben conservati i forti e trinceramenti costruiti dal Regno di Sardegna per difendersi alle truppe francesi. La Thuile è letteralmente carica di storia visto che a suo tempo da queste parti sono passati nientemeno che Annibale coi suoi elefanti e Napoleone coi suoi 40.000 uomini della seconda campagna d’Italia. Quanto a fortificazioni e trinceramenti, a La Thuile c’è solo l’imbarazzo della scelta visto che i Savoia non amavano le visite troppo frequenti da parte delle truppe francesi e si erano muniti di solide difese militari su tutti i principali valichi: sul Colle della Croce, dal quale si gode peraltro un magnifico panorama sul Monte Bianco, sono visibili le fortificazioni intitolate al Capitan Sandino e, poco più sotto, le due casermette che ospitavano la guarnigione difensiva. Dal Mont du Parc fino al Petosan e oltre corrono invece i trinceramenti costruiti nel XVII secolo dal principe Tommaso di Savoia. Spostandosi a sud-ovest, sul Colle del Piccolo San Bernardo sono invece visitabili i trinceramenti disposti ad arco intorno al torrente Reclus e il Forte della Ridotta, munito di strutture difensive e locali di servizio.

 

I luoghi di culto

Linguaggio della bellezza e della spiritualità, l’arte aiuta a comprendere le radici più profonde della storia di La Thuile accompagnandoci, di frazione in frazione, alla scoperta dei luoghi di culto. Un tuffo nel passato a partire dall’anno 1000, che racconta le vicende delle popolazioni che hanno abitato questa zona di confine.

Piacevoli percorsi, da fare a piedi, in auto o con la navetta (in inverno), che partono dalla Chiesa di San Nicola nel Capoluogo e portano alle Cappelle delle diverse frazioni di La Thuile percorrendo due itinerari: il primo verso il Colle San Carlo, fino alla frazione Buic; il secondo a Pont-Serrand, sulla strada che conduce al Piccolo San Bernardo. Itinerari che si dipanano su quella che un tempo era l’unica via di comunicazione con la Francia: la Strada Romana delle Gallie. Le antiche cappelle costruite tra il XVII e il XIX secolo, costellano e impreziosiscono le strade di La Thuile integrandosi armonicamente con il paesaggio circostante e fanno capo alla chiesa parrocchiale di San Nicola, custode di molti preziosi oggetti sacri.

 

In direzione del Colle San Carlo

La Thuile (1465 m.) - Moulin (1495 m.) - Thovex (1520 m.) - Clou 1528 m.) - Buic (1530 m.)

Dedicata a San Nicola, la chiesa parrocchiale di La Thuile si trova nel Capoluogo. Un antico luogo diculto, silente testimone della storia della comunità, la cui esistenza è testimoniata da un documento risalente al 1093. Si tratta di una pergamena relativa alla prevostura di Saint Gilles di Verrès, che attesta la cessione della chiesa e dell’Ospizio del Piccolo San Bernardo al convento di Saint Gilles di Verrès da parte del vescovo di Aosta, Bosone II. La parrocchia di San Nicola, che nel 1466 passò alle dirette dipendenze del vescovo di Aosta, nel corso dei secoli successivi subì drammatici saccheggi, fino all’incendio distruttivo del 1794, appiccato dalle truppe francesi. La costruzione attuale risale al 1796.

Proseguendo per la via Debernard si trova la Cappella di San Rocco protettore dei malati infettivi, nata nel 1630 dopo un periodo in cui la peste, portata dall’invasione di 6000 soldati tedeschi, mieté moltissime vittime. All’altezza del municipio, svoltando a sinistra, si imbocca La Lunire, la ripida strada che porta alla frazione Moulin. Dei mulini ad acqua per la macinatura, che le hanno dato il nome, oggi non c’è più traccia, resta invece - centrale tra le costruzioni - la cappella di Sant’Anna.

Edificata nel 1667, poi distrutta dai francesi e ricostruita nel 1742, conserva l’alzata di un altare ligneo dorato e dipinto del XVIII secolo con la statua della santa, mentre le statue di San Giuseppe e San Gioacchino che accompagnavano la figura della madre di Maria sono oggi nella parrocchiale del Capoluogo.

Ritornando verso il parcheggio del Moulin e svoltando a destra arriviamo a Thovex, un tempo una delle principali frazioni del comune, dotata com’era di quelle strutture che garantivano l’autonomia sia agli abitanti che ai viaggiatori di passaggio: la latteria, il mulino, il forno, la locanda. Il suo è un passato di miniera: infatti, si chiama così per la presenza del tufo, usato come pietra da costruzione, mentre “Grand Trou” era la vecchia cava. Qui la cappella del 1767, dedicata a San Giacomo e alla Madonna del Carmine, è in rovina e alcune sue statue lignee (Santa Lucia, Santa Barbara e San Luigi dei Francesi) si trovano nella parrocchiale.

La Madonna con Bambino è invece soggetto di due tele seicentesche: nella prima la Vergine è tra San Giuseppe e Sant’Anna; nella seconda con Santa Barbara e Sant’Antonio.

Ultima meta della passeggiata il Buic (cioè boscus, perché alla base della foresta): le sue case si allineano a schiera lungo la strada, caratterizzate dagli androni coperti che permettono l’accesso alle abitazioni. Al centro del villaggio, la fontana con relativo lavatoio, mentre a sud-ovest troviamo la cappella di Santa Lucia. Ottocentesca, costruita al posto di un oratorio preesistente, questa cappella, in precedenza era intitolata a San Défendent. Per questo il Santo è presente nel gruppo scultoreo del XIX secolo - opera di un artista locale – insieme alla Pietà, a Santa Barbara e a Santa Lucia. All’interno anche un elemento insolito per un luogo di culto, ma perfettamente comprensibile, visti i trascorsi: si tratta dell’antica pompa usata dagli abitanti del Buic per domare e spegnere gli incendi.

 

In direzione del Piccolo San Bernardo

Entrèves (1460 m.) - Petite Golette (1485 m.) - Pont-Serrand (1602 m.)

Tra i torrenti Rutor e Dora di Verney , ha valso il nome alla frazione. Infatti Entrèves significa “tra le acque”. È Santa Barbara la patrona della cappella in stile neogotico di questa frazione. La Santa era venerata dagli abitanti che le attribuirono il merito di aver evitato al villaggio il rovinoso incendio del 1794, che invece coinvolse e distrusse gli altri centri. La costruzione attuale risale a circa cent’anni dopo (1876).

Da vedere anche l’edificio accanto alla cappella, risalente al 1800 e il complesso rurale con casa padronale e cascina che si trova di fronte. Queste costruzioni sono caratterizzate dai tetti a padiglione.

Proseguendo lungo la strada statale che conduce al Colle del Piccolo San Bernardo, dopo tre chilometri si giunge all’abitato di Pont-Serrand. Il ponte attuale risale al 1872, ma già al tempo dei Romani e della Strada per le Gallie esisteva il viadotto, indispensabile - ieri come oggi - per superare la profonda gola rocciosa nella quale scorre la Dora di Verney. Nello spazio angolare delimitato dalla vecchia e dalla nuova strada per il confine, si trova la cappella di San Bernardo da Mentone (patrono degli alpinisti e dei viandanti), sulla cui facciata si può ammirare il dipinto raffigurante San Bernardo, che tiene a bada un drago incatenato. 

 

https://www.lathuile.it/

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