Piccolo: “La grandezza di Kundera sta nel metterci in allerta dal compiacimento di sé”

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Filippo Maria Battaglia

©IPA/Fotogramma

Nella nuova puntata di "Incipit", lo scrittore e sceneggiatore racconta uno dei più apprezzati autori contemporanei:  "Esiste la commozione reale per le cose che accadono ed esiste il compiacimento della commozione. La prima reazione è autentica, la seconda è il kitsch ed è ciò che denuncia Kundera"

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La nuova puntata di "Incipit" è dedicata a uno dei grandi scrittori contemporanei, Milan Kundera. Per raccontarne l'importanza, e per spiegarne l'unicità, Francesco Piccolo in questa intervista decide di partire da un sostantivo: kitsch. "Esiste la commozione reale per le cose che accadono ed esiste il compiacimento della commozione. La prima reazione è autentica, la seconda è il kitsch", dice Piccolo, prima di aggiungere che "per uno scrittore vuole dire essere da una parte istintivamente coinvolti in un evento, epperò dall'altra avere pure la voglia retorica di raccontarlo con la certezza che chi parla sa già di rivolgersi a coloro che sono d’accordo. Ecco: questo essere d’accordo su tutto, e a priori, è il kitsch che Kundera denuncia. Qualcosa che ci appare come la verità, che ci sembra la cosa giusta, ma che in fondo probabilmente è soltanto il compiacimento di se stessi".

La condizione (e la costrizione) morale della letteratura

Lo scrittore e sceneggiatore spiega quindi che la forza e l'unicità del libro più acclamato di Kundera sta in questa sua qualità, al netto degli equivoci che vi si sono incrostati grazie a un successo travolgente e per questo quasi mistificante. "Quando il romanzo uscì, Roberto D’Agostino lo usò per interpretare il personaggio di un intellettuale in un celebre programma di Arbore in tv, contribuendo in modo determinante  a un exploit che tuttavia non era legato alla sostanza del libro. Da allora è rimasto intrappolato in uno strano paradosso. Molti di noi non ci hanno capito niente perché lo hanno letto come un romanzo qualsiasi. 'L'insostenibile leggerezza dell'essere' è invece un racconto complesso su come la libertà di una persona possa essere distrutta non solo dalla dittatura, ma anche da coloro che stanno dalla parte giusta e che cercano, a loro modo, di costruire un’altra dittatura".

"In fondo - nota ancora Piccolo, che a Kundera ha di recente dedicato un approfondimento sul "Foglio Review" - questo libro si interessa di questo: della condizione morale, e anche della costrizione morale, della letteratura, ricordandoci proprio come la letteratura stessa, per essere veramente efficace e libera, non possa seguire alcuna costrizione. È un romanzo su un uomo libero e sull’idea di libertà anche dalle proprie convinzioni. Ed è anche per questo che mi sembra racconti benissimo il tempo che stiamo vivendo".

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