Macioce: "L'Orlando Furioso? La trama di un videogame perfetto"

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Filippo Maria Battaglia

Salani pubblica un romanzo con protagonista uno dei personaggi letterari più noti di tutti i tempi, Angelica. Il suo autore, durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice: "La letteratura è un generatore infinito di storie, la sua grandezza nasce dal fatto che non ha confini"

Il romanzo di questa settimana l'ha scritto Vittorio Macioce, si intitola "Dice Angelica" ed è forse inutile precisare che l'Angelica di cui si parla è la bella per eccellenza descritta dall'Ariosto, studiata più o meno controvoglia da tutti e finita intrappolata nello stereotipo bidimensionale del classico subìto a scuola.

"Una donna immagine che non ci ha mai dato la sua versione e che si ritrova tra paladini e saraceni, diventando subito la preda che tutti rincorrono", racconta Macioce nell'ultima puntata di 'Incipit', la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri

Angelica, spiega Macioce, non vuole essere una Medea, “perché Medea si innamora, si fida, si fa spezzare il cuore e per amore sacrifica tutto, perfino i figli. Lei, invece, figli non ne ha e non vuole, mentre ama gli eroi e soprattutto ama manovrarli per quello che le serve. È una ragazza che arriva da Oriente e che si ritrova in grado di  muovere il mondo e di far girare una giostra dove ognuno insegue le proprie ossessioni”.

Le grandi giostre e la letteratura

"Ho sempre pensato che l’'Orlando furioso' fosse una trama di un videogame perfetto - dice sempre Macioce in questa intervista - e mi sono anche stupito che nessuno ci avesse mai pensato a realizzarlo. Il 'Furioso', in fondo, è un picchiaduro perché ci sono i duelli, ed è anche un arcade perché Angelica corre come la principessa di 'Prince of persia'. E poi ci sono i combattimenti, gli incantesimi, la magia, le avventure, le mappe, gli animali fantastici e le  terre lontane da scoprire. È insomma un gioco di ruolo fatto molto bene, e di questo non dobbiamo tanto stupirci perché in fin dei conti nasce come intrattenimento per le corti ferraresi prima di  scendere a terra, andare nei mercati e diventare grazie all’Opera dei pupi un bestseller che penetra profondamente nella nostra cultura".

Le tracce e le prove sono infinite. Macioce ricorda ad esempio che quattro personaggi dell’"Orlando furioso" (Gradasso, Sacripante, Rodomonte, Zerbino) sono diventati aggettivi, che molte espressioni che usiamo tutt'oggi vengono da quelle rime e che persino l'immagine delle stelle che compare nei fumetti subito dopo le sberle proviene da quel capolavoro.

Dare voce ad Angelica equivale così anche raccontare come "la letteratura sia un generatore infinito di storie" e ricordare come "la sua grandezza nasca dal fatto che non ha confini". "Perché la cultura - conclude Macioce - significa innanzitutto questo: la capacità di salire su grandi giostre, prenderne dei pezzetti e darvi nuova vita".

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