Il fascino di Caravaggio non tramonta mai. Guido Venanzoni, in 40 opere, ne ripercorre la vita, affascinante e spregiudicata
Raccontare Caravaggio, la sua vita rocambolesca, attraverso una mostra allestita a Ladispoli. Lo fa Guido Venanzoni, insieme con gli allievi della sua bottega, proprio nel luogo – l’antica Paolo Laziale, oggi Ladispoli - che di recente è stata riconosciuta come ultimo approdo del grande pittore lombardo. Venanzoni ne ripercorre le vicende, i viaggi dalla Lombardia, allo Stato Pontificio, a Napoli, Malta e poi di nuovo in Italia, con opere e uno stile pittorico che ricordano molto da vicino quelle del Merisi.
Questa la genesi con cui Venanzoni si è avvicinato al grande pittore seicentesco:
“Nel 2006, mentre collaboravo come consulente artistico, appresi che Caravaggio, il mio pittore preferito e amato fin dall’infanzia, era stato visto vivo dopo quattro anni di rocambolesca fuga, sulla spiaggia del castello Odescalchi a Palo Laziale, dove io praticamente abito. Questa eccezionale notizia scatenò in me il desiderio di concretizzare l'evento attraverso un grande dipinto “L'ARRESTO DI CARAVAGGIO A PALO” avvenuto nel luglio del 1610. Dopo qualche anno la realizzazione di questo dipinto mi portò a conoscenze importanti come il prof. Vincenzo Pacelli, storico dell’arte esperto del Merisi dell’Università Federico II di Napoli e del prof. Vittorio Sgarbi, che oltre ad apprezzarlo mi spronarono a rappresentare altri momenti salienti della vite tumultuosa e coinvolgente dell'artista. Realizzare “La vita di Caravaggio in pittura” è stato un lavoro che mi ha appassionato in questi ultimi dieci anni, di grande gratificazione, perché come disse il professor Sgarbi ospitandomi al museo di Doebbing ,mai nessuno in quattrocento anni dalla sua morte, ha mai dipinto la sua avventurosa, breve, ma intensa vita. Il mio proposito è portare a conoscenza con grandi mostre itineranti nelle città in qui il maestro è vissuto, questa iniziativa culturale di conoscenza sia per gli Italiani, che per il mondo intero. “La grandezza del nostro CARAVAGGIO”.
Intermezzi musicali e interazioni con un attore
Caravaggio "Ultimo Approdo", questo il titolo dell’esposizione, è arricchita da performance, musiche e balli riconducibili agli anni tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600, durante i quali Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, visse e operò.
Una vita affascinante e misteriosa, la sua, raccontata benissimo nei lavori di Venanzoni, un modo per rendere omaggio a uno dei maestri della Storia dell’Arte tra i più amati di sempre, ispirazione per tanti artisti, conosciuto e apprezzato anche da chi con l’Arte ha poco a che fare.
La vita di Merisi in quaranta opere, fra copie d'autore e originali
Oltre 40 i quadri in mostra, aperta fino al 22 agosto. Un modo per permettere ai visitatori di ammirare copie d’autore e originali, più alcune copie degli allievi di Venanzoni.
Le parole di Marco Milani, assessore alla cultura, turismo e sport del Comune di Ladispoli
“Quando con il Maestro Guido Venanzoni cominciammo a parlare di questa folle idea, ci rendemmo subito conto che di folle c’era ben poco.
Prima di tutto per la Storia, quella con la S maiuscola. Michelangelo Merisi ebbe il suo ultimo approdo proprio a Palo, l’odierna Ladispoli, nel luglio del 1610, ove fu arrestato dalle guardie spagnole e questo ci offriva un motivo in più per intraprendere l’impresa. Cominciammo a lavorare sulla mostra che si sarebbe intitolata “Ultimo Approdo”. Era sì una sfida, ma stimolante e suggestiva: fare una mostra dedicata al Caravaggio, nella quale esporre i dipinti del grande artista lombardo riprodotti dal Maestro e dalla sua Bottega d’Arte, non era però abbastanza!
Venanzoni, in perfetto stile caravaggesco, aveva creato dieci tele originali, di grandi dimensioni, nelle quali si narravano i momenti salienti della vita di Michelangelo Merisi e proprio questa idea aveva affascinato persino Vittorio Sgarbi.
Gli ingredienti c’erano quindi tutti.
Caravaggio, Ladispoli, Palo, un grande artista contemporaneo come Venanzoni, le copie, gli originali sulla vita del lombardo, l’imprimatur di Vittorio Sgarbi e del compianto Professor Pacelli, la volontà dell’Amministrazione Comunale di Ladispoli di sostenere l’idea e, infine, un curatore competente come Massimo Mancini della In Arte.
E come una buona zuppa di pesce di quelle cucinate nei nostri ristoranti, messo insieme tutto ciò, il risultato finale è stato ed è esaltante.
Una mostra imperdibile, magica, emozionante, un tuffo nell’arte, nella vita del Caravaggio, nel suo mito irraggiungibile”.