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La nuova collezione di cappelli di Stella Manente

Lifestyle

di Monica Peruzzi

Presentata in  uno dei luoghi culto dell'equitazione mondiale, il Polo club di Villa a Sesta, nell'aretino, la collezione di Stella Manente promette di fare da cornice alla bellezza unica delle donne, ognuna "un'opera d'arte"

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Una passione  nata in famiglia e alimentata con gli anni, che è diventata una linea di cappelli che ha l'ambizione di vestire le teste coronate durante il Royal Ascot, l'evento ippico più importante del mondo, con oltre 300 anni di storia.

Lei è Stella Manente, stilista, modella e influencer.

Veneta ma trapiantata a Milano appena maggiorenne, è fra le nuove promesse della moda made in Italy.

 

"Il cappello è l'espressione della nostra identità, non semplicemente un accessorio - spiega Stella - Ho pensato al cappello come a una cornice. Io immagino la donna come un'opera d'arte e un'opera d'arte ha bisogno della sua cornice per risaltare ancora di più. Questo progetto nasce a Milano che è la capitale della moda, ma si vuole sviluppare in tutto il Mondo". 

Fra moda e cavalli

 

Moda e cavalli sono le grandi passioni di Stella Manente, che in questo progetto collega i due mondi, grazie alle forme dei cappelli, che richiamano quelle degli elmetti che amazzoni e cavalieri indossano in campo. Non a caso la collezione Stmhats è stata presentata in uno dei luoghi di culto dell'equitazione mondiale, dove ogni anno si svolgono alcuni fra i tornei più importanti per gli appassionati, il Polo Club Villa a Sesta, ad Arezzo, fondato da Riccardo Tattoni. 

"Questo progetto nasce legato al mondo dell'equitazione - racconta lei - I primi cappelli nati ricordano il cap e sono realizzati in una gammadi colori. Tutti pezzi unici realizzati interamente a mano in Italia".

Da settembre saranno disponibili on line con l'e-commerce. Poi saranno esposti ad Harrods, nei mall a Dubai e  Parigi.

 

"Il mio obiettivo - conclude Stella - è che questa collezione apra nuovi orizzonti per il mondo della cappelleria. Mi piacerebbe che un giorno le persone non pensassero ad abbinare un cappello all'abito, ma che accadesse il contrario".