Una donna (o meglio una diavoletta) determinata e sicura sul lavoro, ma del tutto inadeguata nelle relazioni sociali e sentimentali. E' la protagonista dell’ultima opera di Mirka Andolfo. Una commedia sexy che strizza l'occhio ai manga ed esce il 19 maggio in diverse edizioni. L'intervista all'autrice
Una donna (o meglio una diavoletta) in carriera e determinata, ma anche timida e insicura. All’apice del successo nel lavoro, ma del tutto inadeguata nelle relazioni sociali. È Paprika, la protagonista dell’ultima opera di Mirka Andolfo, Sweet Paprika, primo capitolo di una trilogia dell’etichetta Astra, la nuova costola editoriale di Star Comics, che sarà disponibile a partire dal 19 maggio 2021.
Come è nato il personaggio di Paprika?
Ho sempre amato disegnare diavoli e angeli. Il personaggio è nato, prima ancora che per il fumetto, come sketch online: mi divertiva il contrasto tra il suo carattere e la sua natura di diavolessa. Paprika vive una dicotomia tra lavoro e vita privata: ha investito tutto sul lavoro, anche per via delle sue difficoltà a relazionarsi. È una vincente, arrivata ad altissimi livelli di carriera, ma non ha neanche un amico. Lei dà il massimo e pretende il massimo e anche per questo è temuta.
Sweet Paprika si rivolge a un pubblico femminile?
Nel lavorarci non pensavo di rivolgermi esclusivamente a lettrici donne, ho cercato di fare qualcosa che piacesse a tutti, ma certamente è un fumetto che ha un punto di vista molto femminile.
In questo fumetto è centrale l’elemento del sesso ed è stato pensato in edizioni diverse, alcune dalle tinte più “hot”. Pensa che sia più complicato per una donna affrontare questi temi?
Sì. Personalmente, parlare di sesso per me è stato complicato: c’è ancora chi vive il sesso come un tabù e vede in maniera negativa una donna che ne parla. Io stessa credo di aver introiettato in qualche modo questo tabù: è la prima volta che faccio un fumetto così esplicito, volevo farlo da tempo, ma ci ho messo anni perché io stessa mi sentivo a disagio. Realizzarlo è stato in un certo senso una liberazione.
È difficile per una donna farsi strada in questo campo? Ci sono fumettiste a cui si ispira?
Nella mia esperienza non ho avuto problemi in quanto donna ma so di colleghe che ne hanno avuti, sicuramente le cose stanno cambiando e oggi emergono tantissime disegnatrici donne, mentre ad esempio negli anni ‘90 erano in prevalenza maschi. Sono tante le disegnatrici a cui mi ispiro nel mio lavoro, tra le altre, Barbara Canepa, Sara Pichelli, Mariko Tamaki.
In questo fumetto si nota anche l’influenza dei manga giapponesi.
Io sono cresciuta a pane e manga! Ma questa è la prima volta in cui strizzo l’occhio ai manga in un mio lavoro e anche dal punto di vista tecnico ho usato per la prima volta la retinatura tipica dei manga, che consiste in una particolare applicazione dei grigi.
Ha lavorato a Sweet Paprika durante la pandemia. Questo ha influito nel processo di creazione?
Fortunatamente il mio è un tipo di lavoro che si può svolgere in maniera telematica e lo smartworking per me non era una novità, ma mi è mancato non andare nel mio studio e non relazionarmi con i colleghi. Dal punto di vista psicologico poi è stata dura, come per tutti, ma lavorare a questo progetto e divertimi nel farlo mi ha aiutata moltissimo.
C’è un consiglio che darebbe a chi sogna di fare questo lavoro?
Sì, di non mollare mai. Non credo fino in fondo al detto: “Se fai della tua passione il tuo lavoro non lavorerai un solo giorno”. Fare della propria passione un lavoro è bellissimo, ma servono anche studio, pazienza e perseveranza: è un mestiere in cui gli inizi sono molto difficili, tanti vogliono farlo ma pochi emergono.