"Per soli uomini", maschilismo dei dati nel saggio di Grigliè e Romeo

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Nel libro, pubblicato da Codice edizioni e distribuito a partire dal 17 febbraio, si racconta come i dati analizzati in ricerca creino discriminazioni di genere. Dall'ambito sanitario a quello dell'istruzione

Dalla medicina alle infrastrutture dall’urbanistica, passando per come sono progettati i mezzi pubblici (e persino le missioni Nasa), sono decine i campi in cui un'interpretazione dei dati “al maschile” porta a continue (e a volte pericolose) discriminazioni per le donne. Ne parla Per soli uomini. Il maschilismo dei dati, dalla ricerca scientifica al design, saggio scritto dai giornalisti Emanuela Griglié e Guido Romeo, in uscita il 17 febbraio, edito da Codice Edizioni.

Alcuni esempi? Il primo cuore artificiale era compatibile con l'86% dei pazienti maschi ma per appena il 20% delle donne. Nel mondo, il nome più comune per una strada è quello di un uomo. In Italia appena 8 vie su 100 sono titolate a una donna. Negli Stati Uniti appena il 18% dei laureati in computer science è donna. In Italia ed Europa va pure peggio.

Secondo il Bureau of Labor Statistics, leader di mercato nello sviluppo di soluzioni AI commerciali, negli Stati Uniti appena il 18% dei laureati in computer science è una donna, nonostante il settore sia affamatissimo di candidati e destinato a crescere del 19% entro il 2026. La situazione in Europa e in Italia non è migliore ed è particolare rispetto alle STEM. «Nel nostro ateneo, ingegneria biomedica registra un 50% di studentesse, matematica il 30%, informatica appena il 10% e per meccanica e automazione siamo al 6%. Gli atenei olandesi ed elvetici con i quali ci confrontiamo registrano sperequazioni analoghe. In più, già al primo anno e a parità di competenze e ruoli, le ragazze hanno spesso salari più bassi rispetto ai colleghi maschi» continua Sciuto [prorettrice del Politecnico di Milano]. «Noi donne dobbiamo imparare a negoziare meglio le nostre posizioni, ma si tratta anche di un difetto del sistema. Una nostra indagine ha mostrato che, per profili analoghi su LinkedIn, le donne ricevono sistematicamente offerte più basse. A me, per esempio, vengono ancora proposti posti da cassiera in banca, nonostante faccia parte del consiglio della Banca d’Italia».

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