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La riscossa delle nerd, Elena Romanello: "Anche noi amiamo i fumetti e il fantasy"

Lifestyle

Gabriele Lippi

Da Wonder Woman ai giorni nostri, un viaggio nella storia di come le donne abbiano influenzato e plasmato l'immaginario fantastico. L'autrice: "Io, nerd consapevole da adulta"

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Poco convenzionali e decise a combattere gli stereotipi di genere vestite da Sailor Moon o con in mano l’ultimo numero di Wonder Woman. Essere nerd non è esclusiva prerogativa di maschi con gli occhiali e i brufoli prodotto di un immaginario ormai vecchio e superato. Le donne che amano manga e fumetti, anime, serie tv e film fantasy e di fantascienza sono tante, tantissime. Hanno una loro storia e una loro precisa identità, pur essendo molto diverse l’una dall’altra. Ed è per dar voce all’altra metà del cielo nerd che Elena Romanello, giornalista, scrittrice e nerd per vocazione, ha scritto La riscossa delle nerd – La storia del girl power nell’era dell’intrattenimento (Edizioni NPE, 192 pagine, 14 euro). “L’idea mi è venuta dopo aver letto I nerd salveranno il mondo di Fulvio Gatti – racconta a Sky TG24 – bello, divertente, ma con scarso riferimento alle donne che compongono questo universo. E noi siamo tantissime”.

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Analogie e differenze tra i nerd e le nerd

Che differenza c’è tra un nerd e una nerd?
I modelli magari sono un po’ diversi. Noi nerd donne guardiamo personaggi femminili forti. Poi io personalmente ho apprezzato sempre generi un tempo considerati da maschi, quindi ci sono differenze ma anche convergenze.

Esiste il sessismo nel mondo nerd?
C’è come in tanti altri settori. Ora è stata avviata una campagna per denunciare le molestie sessuali nel mondo del fumetto, ma purtroppo si tratta di problemi trasversali che riguardano le fabbriche, gli uffici, il mondo accademico, dello spettacolo, dello sport. Sì, ho trovato sessisti nel mondo nerd ma ne ho trovati di più nel mio ambiente lavorativo, quello dell’informatica.

C’è un punto di partenza quando si parla di nerd al femminile: Wonder Woman. Cosa è cambiato dalla sua prima apparizione a oggi?
Tantissime cose. Io all’epoca di Wonder Woman non c’ero, ma sicuramente è un personaggio che ha stravolto l’immaginario. In un’epoca in cui le donne erano in una posizione molto subordinata all’interno della società, è stata un personaggio rivoluzionario. Sulla sua onda sono arrivate una serie di supereroine che poi dagli anni ’70 e ‘80 sono aumentate come numero. Senza dimenticare i manga giapponesi e il fumetto italiano. Ma tutto è iniziato con Wonder Woman e tutto continua con lei. Quello che è cambiato di più, forse, è l’essere passati dal personaggio femminile concepito per un pubblico maschile o uno che attrae anche il pubblico femminile.

Lei quando ha scoperto di essere nerd?
Da bambina ero già molto appassionata di fumetti e immaginario fantastico, poi li avevo un po’ accantonati, ma trent’anni fa ho ricominciato a interessarmi di queste cose in maniera più adulta. A quel punto ho cercato delle amicizie in tema e ho capito che mi trovavo bene in quel mondo. Ricordo ancora la mia prima fiera di Lucca nel ‘93. Ormai in questo mondo ci vivo in pianta stabile e mi trovo bene.

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Da "sfigati" a persone popolari

Che tipo di nerd è?
Nasco come appassionata di manga e anime, poi, purtroppo per il mio portafogli, ho allargato i miei interessi anche su letteratura, cinema di ieri e di oggi, serie tv. Ho giocato ai giochi di ruolo anche se per ragioni di tempo non ci gioco più, mi piace collezionare, partecipare alle fiere del fumetto, non faccio cosplay ma mi piace molto fotografare i cosplayer e ovviamente mi occupo di scrittura sul tema da tanti anni: ho fatto il primo sito italiano su Buffy, in passato ho scritto anche fan fiction.

Ha mai subito prese in giro per questo suo tipo di passione?
A scuola ero meno nerd ma mi hanno preso in giro per tanti motivi. In tempi più adulti, quando mi sono davvero avvicinata a questo mondo, ero ormai fuori da certe logiche tipiche delle superiori. Ho subito più critiche che prese in giro.

Tipo?
Beh, mi hanno detto spesso che i fumetti sono un hobby e dovevo trovarmi un mestiere serio, una logica decisamente superata. Una volta in treno, mentre avevo un manga in mano, un tizio per attaccare bottone mi ha chiesto “ma cosa leggi quella roba? È per tua sorella?”, mi sono alzata e allontanata.

Oggi però nerd è anche un po’ cool.
Beh sì, senz’altro. Si è passati da un’immagine un po’ da sfigati che c’era trent’anni fa a un fatto di moda legato soprattutto alle giovani generazioni. Anche fenomeni come i cosplayer fanno parte della visione dei nerd come di persone popolari. Parlando con ragazzi e ragazze più giovani di me ho scoperto che ora a scuola non è visto male essere appassionati di certe cose. Anzi, se non lo sei, sei visto come un tipo un po’ strano. Anche perché il mondo nerd è diventato più mainstream grazie al cinema e a serie tv.

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Figlie di Le Guin e Zimmer Bradley

Tra tutti quelli elencati nel libro, c’è un personaggio in cui si identifica o si è identificata maggiormente?
Ovviamente mi piacciono le eroine, da Xena a Lady Oscar, passando per Scully di X Files, ma quelle che sento più vicine sono altre. Sarah di Labyrinth, per esempio, a cui mi sono ispirata per delle cose che mi sono messa in casa. Mi piacciono molto anche Willow di Buffy e Penelope Garcia di Criminal Minds, che è una collezionista di gadget come me. Ma identificarsi è un po’ dura e io sono arrivata al mondo nerd abbastanza grande da essere un po’ più smaliziata.

Qual è l’autrice o disegnatrice che pensa abbia avuto l’impatto maggiore nel cambiare la prospettiva della produzione letteraria e fumettistica?
Secondo me ce ne sono diverse, ma dire Ursula K. Le Guin e, pur con tutti i difetti della sua vita personale, Marion Zimmer Bradley. In tempi più recenti direi la Rowling. Per le fumettiste mi vengono nomi giapponesi: Riyoko Ikeda e Rumiko Takahashi, che hanno dato vita a universi ancora oggi importantissimi.

E in Italia?
Le sorelle Giussani con Diabolik sono state rivoluzionarie. In tempi più recenti Luca Enoch, pur essendo un uomo, ha fatto tantissimo per le donne con Gea e Lilith. Come scrittrice citerei Licia Troisi, forse anche più di tante fumettiste.

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