Wonder Woman, storia di una guerriera femminista e romantica

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Cristian Paolini

La principessa Diana torna nelle sale e in streaming con Wonder Woman 1984. Rivediamo le tappe della carriera di uno dei personaggi dei fumetti più iconici di sempre

Se Wonder Woman torna sui grandi schermi (e sui canali streaming, come soluzione alla pandemia) con la sua quarta apparizione nel nuovo universo cinematico Dc interpretata da Gal Gadot, la storia dell’amazzone di Themyscira è assai più lunga e articolata. Nata nel 1941 dalla mente dello psicologo William Moulton Marston e dalla matita di Harry G. Peters, la principessa Diana fu subito un emblema prima ancora che un personaggio di fantasia. Il suo ideatore, convinto femminista, pensò infatti a un simbolo per dare forza e voce a tutte le donne del mondo.        

Un'eroina di primissimo piano

Un’operazione che a 80 anni dalla creazione si può dire completamente riuscita, non solo per come è cambiata la società nel frattempo, ma anche per il ruolo cui è assurta l’eroina nell’immaginario collettivo. Wonder Woman, insieme a Superman e Batman compone infatti la triade di eroi principali dell’universo Dc di cui non esiste una controparte altrettanto potente nemmeno nel pantheon della rivale Marvel. Wonder Woman è Capitan America e Thor insieme, tanto per capirci. Unisce patriottismo e mitologia, un po’ come è stato ben reso nella prima pellicola dedicatale, forse uno dei casi più riusciti degli ormai tanti film tratti dai fumetti di supereroi.

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Sulla Terra per combattere i nazisti

Tra le tante vite che ha vissuto nel corso della sua lunga esistenza editoriale, si possono individuare due momenti fondamentali per il personaggio. Figlia della Regina Ippolita, Diana lascia l’Isola Paradiso, sede delle Amazzoni, dopo l’incontro con il pilota americano Steve Trevor al quale si unisce nella lotta ai nazisti sul fronte europeo del conflitto mondiale e dà inizio alla sua leggenda tra gli uomini (assumendo tra l’altro l’alter ego di Diana Prince). Dopo la cataclismatica serie evento Crisi sulle Terre infinite, uno dei due autori, George Perez, decise di tornare alle origini femministe del personaggio, facendole prendere la decisione di farsi portavoce della sua stirpe nel mondo e con l’ossimoro di volere portare pace con la sua capacità guerriera.

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Tra addestramento e magia

Oltre all’addestramento che ne fa una imbattibile combattente, Diana può contare su alcuni artefatti magici come il lazo d’oro che costringe chi ne è catturato a confessare la verità o i bracciali che le consentono di deviare i proiettili e persino un jet invisibile, immaginato già da Marston, ma reso iconico da una serie tv a cartoni degli anni ’70. E fu sempre il piccolo schermo che nello stesso periodo contribuì a rendere planetaria l’immagine di Diana con il telefilm interpretato dalla statuaria Lynda Carter.

Immagine tratta dal profilo Instagram @gal_gadot

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La potente apparizione in Kingdome Come

Tornando ai fumetti, in tempi più recenti di Wonder Woman si ricorda la potente apparizione in Kingdome Come di Mark Waid e di Alex Ross che anche grazie ai suoi disegni iperrealistici ne consacra il mito e la colloca sullo stesso piano, e forse un gradino oltre, rispetto a due campioni come Batman e Superman. La scena finale del bacio a Clark Kent resta una pietra miliare della storia del fumetto e la dimostrazione che la differenza per eroi ed eroine, anche sotto la corazza, la fa sempre il cuore.    

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