Cnel, 10 azioni per la ricostruzione

Lavoro
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Audizione sul Def del presidente Tiziano Treu

“Tutti hanno compreso che è a rischio il benessere accumulato da generazioni di italiani e che serve una visione di medio termine per assicurare la sostenibilità delle posizioni debitorie, pubbliche e private, e la ripresa di una delle economie più forti del mondo sviluppato. Siamo di fronte a una situazione avversa con dimensioni di catastrofe, imprevedibili, eccezionali, che necessita, per essere affrontata, non solo di mezzi straordinari, ma anche del consenso e della partecipazione piena di tutte le energie del Paese, della piena e convinta solidarietà degli altri Paesi europei, della condivisione strategica delle istituzioni dell’Ue".

E’ uno dei passaggi dell’audizione sul Def 2020 del presidente del Cnel, Tiziano Treu, svoltasi oggi davanti alle commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera. 

"Per uscire da questo precipizio - precisa - serve chiarezza negli obiettivi a breve e a medio termine, ma soprattutto il coinvolgimento e il consenso delle parti sociali. Solo il pieno consenso dei cittadini determina la legittimità delle azioni intraprese, che si muovono sul delicato confine della compressione di diritti fondamentali”.

“Il problema principale - avverte - per impostare la ripresa sarà quello di continuare a garantire la sostenibilità del debito pubblico giunto al massimo storico. Nel 2020 dovrebbe salire del 21% rispetto al 134,8 del pil del 2019. In aggiunta, l'Italia sarà probabilmente uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia. I settori dei servizi e del turismo sono quelli più in sofferenza e rappresentano una quota molto importante del nostro sistema produttivo e, in quanto caratterizzati prevalentemente da piccole e medie imprese, risultano particolarmente vulnerabili a questo shock”, si legge ancora nella memoria depositata in Parlamento.

Nell’assemblea del Cnel del 22 aprile scorso le parti sociali hanno condiviso “un documento di proposte che delinea in dieci punti gli interventi indispensabili per riuscire, contemporaneamente, a coniugare il tema del superamento dell’emergenza sanitaria con la messa a punto di una serie di misure volte a preservare la coesione della società e ad evitare la contrazione permanente della capacità produttiva, il crollo dell’occupazione e in definitiva una crisi socioeconomica senza precedenti".

Con riferimento alla sanità, "occorrono investimenti che rafforzino il sistema sanitario nazionale perché sia in grado di garantire effettivamente i livelli essenziali di assistenza e fronteggiare in futuro eventuali emergenze sanitarie in condizioni di sicurezza e non con decretazioni d’urgenza”.

Il Cnel sottolinea  che la difficoltà del momento “necessita di regole certe, semplici da interpretare e comunicate con chiarezza perché l’abbondanza delle informazioni, la moltiplicazione, talvolta anche la sovrapposizione, delle fonti non forniscono certezze agli operatori economici, ai lavoratori e ai cittadini”.

Sul fronte scuola, “occorre che le attività riprendano al più presto e in sicurezza. E' necessario continuare con il processo di digitalizzazione avviato in questo periodo, implementarlo anche al fine di evitare l’aumento della dispersione scolastica”.

“Il governo - è scritto nel documento contenente le proposte non deve sottovalutare la centralità della sicurezza sul lavoro come mezzo mediante cui riattivare l'impresa colpita dalle sospensioni imposte. Nel corso del 2020 dovranno essere impiegate risorse economiche significative, almeno pari a quelle del progetto Industria 4.0, per permettere alle imprese di investire in sicurezza sul lavoro, con acquisizione di strumenti e di tecnologia avanzata, godendo di crediti di imposta e agevolazioni varie. La drammatica crisi sanitaria deve costituire un’occasione per ripensare le aree su cui il nostro sistema Paese deve da subito intervenire: ricerca scientifica e tecnologica, fonti energetiche rinnovabili, turismo, logistica, digitale e connettività".

La semplificazione dei processi decisionali e dell’azione della Pa, la trasparenza e la certezza delle regole "appaiono qui il passaggio obbligato per implementare con successo le politiche della ricostruzione e per dar corpo a un ridisegno complessivo dell’architettura del Paese, attraverso un piano sistematico di crescita e sviluppo che riduca le diseguaglianze esistenti e, soprattutto, non ne crei di nuove. Inoltre, una volta superata la fase di emergenza sanitaria occorre ripensare e definire, nel rispetto della Costituzione, i fattori e i motivi che possono limitare i processi ordinari di democrazia e di restrizione della libertà di movimento delle persone”.

Per il Cnel, inoltre, “completate le misure urgenti, sarà necessario impostare una strategia di rilancio dello sviluppo economico attraverso innovazioni tecnologiche abbinate al Green Deal europeo, che resta la strategia chiave dell’Ue per i prossimi decenni. A livello nazionale, si lavorerà sull’attuazione del Green and Innovation Deal che la legge di bilancio ha finanziato per il triennio 2020-2022".

La crescita futura "deve partire dall’elaborazione di una strategia di lungo periodo (24-36 mesi) che definisca le linee di sviluppo dell’economia (all’interno della quale si inserisce l’attuazione del Green and Innovation Deal che la legge di bilancio ha finanziato per il triennio 2020-2022) e che orienti le politiche di investimento delle imprese”.

“Insieme alle misure di sostegno al reddito - sottolinea - incentrate sulle varie forme di ammortizzatori sociali (cigo, cigs, fis e misure in deroga) e sussidi di disoccupazione (naspi) sarà, inoltre, necessario prevedere un efficace sistema integrato di politiche attive, al momento inesistenti. Il def non ne fa menzione".

"Nonostante sia previsto - ricorda il Cnel - un aumento della disoccupazione al 12%, presumibilmente anche più elevata se la ripresa non sarà a 'V' come previsto dal Fmi ma più probabilmente a 'U', non viene previsto di attuare misure 'straordinarie' oltre a quelle ordinarie (che già non funzionano) per il collocamento dei lavoratori alla ricerca di un impiego".

"La cig - avverte - esaurirà nel giro dei prossimi mesi la sua funzione di ammortizzatore e saranno necessari interventi massicci per formare e ricollocare i lavoratori anche con riferimento ai settori tecnologicamente più avanzati”.

 

 

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