Aumentano le transazioni domestiche, grazie al crescente interesse degli investitori strategici nazionali, che nel 2019 hanno completato 92 operazioni sul territorio
Sono 256 le operazioni annunciate nei consumer markets nel corso del 2019, con un incremento del 27% sull’anno precedente, ma si attende forte impatto Covid-19 nel 2020. In testa il segmento fashion & luxury per aumento del numero di operazioni (+34), seguito dal food (+20). crescono anche i comparti beverages (+12) e personal care & cosmetics (+7). Questi i dati inclusi nell’ultima edizione dello studio di PwC M&A trends 2019 e outlook 2020 per i consumer markets in Italia.
Secondo il report, nel 2019 gli investitori strategici si confermano i più attivi in termini di numero di operazioni (155, pari a circa il 61% del totale) e focalizzati su target di dimensione allineati a quelli dei finanziari (fatturato medio di 70 mln di euro per gli istituzionali, 66 mln di euro per i finanziari). I primi però si sono concentrati sui comparti food & beverage (47%) mentre i finanziari hanno puntato sui settori fashion & luxury e personal care & cosmetics (42%).
Aumentano le transazioni domestiche, grazie al crescente interesse degli investitori strategici nazionali, che nel 2019 hanno completato 92 operazioni sul territorio (rispetto alle 60 del 2018). In crescita anche le operazioni con controparti estere (+14), soprattutto outbound (+13).
Le operazioni più rilevanti sono proprio di natura cross-border e includono (target/acquirente): New Guards Group/Farfetch, Kellogg’s snack/Ferrero (deal value pari a 1,2 mld euro), Auchan Italy/Conad (acquisizione di 270 punti vendita, per un deal value di 1 mld euro). Il Nord-Ovest si conferma l’area geografica che ha attratto il maggior numero di transazioni (34%), seguito dal Centro (28%), che registra un significativo aumento (+19 operazioni, di cui +13 in Emilia-Romagna e +6 in Lazio). Tale incremento delle operazioni nell’area centrale è legato soprattutto agli investitori finanziari (+10 sul 2018).
In cima alla classifica per numero di operazioni si trovano Lombardia, con 68 operazioni (51 nel 2018), Emilia-Romagna, con 39 (26 nel 2018), Veneto con 32, Toscana con 12 operazioni e Lazio con 14. Le transazioni annunciate nel 2019 hanno confermato un trend crescente del multiplo ev/ebitda, che si attesta in un range compreso tra 7,5x del comparto leisure a 12x del comparto personal care & cosmetics e furniture & design. In media, i multipli pagati dagli investitori strategici sono risultati 1,5 volte superiori a quelli degli investitori finanziari.
Il settore consumer è uno dei più negativamente impattati dal Covid-19, con circa il 35% dei consumi italiani a rischio posticipo o perdita. La situazione più critica è attualmente sofferta dai comparti ristorazione, hospitality e turismo. Nello scenario base elaborato da Cerved (emergenza fino a maggio 2020, quindi 2 mesi per il ritorno alla normalità, seppure con restrizioni all’export), i comparti più colpiti del consumer markets saranno fashion, furniture & design ed entertainment & leisure, con un parziale recupero previsto nel 2021. Le più recenti previsioni del Fmi non sono distanti da questo scenario nel 2020, tuttavia con un previsto recupero molto più lento.
Con la precedente crisi economica (2008-2009), il settore consumer (unitamente al leisure) aveva registrato un significativo calo degli investimenti da parte di fondi di private equity, che si erano rivolti a comparti più conservativi (pharma, chemicals, business services). Analogamente, ci aspettiamo nel 2020 un calo negli investimenti dei fondi su fashion, furniture, food service, hospitality.
Il comparto del fashion & luxury italiano si conferma uno dei mercati più attrattivi: 77 operazioni nel 2019 rispetto alle 43 annunciate nel 2018. Cresce l’interesse degli investitori strategici che hanno concluso 45 transazioni nel corso dell’anno e, in generale, aumenta il numero delle operazioni cross-border (+13). Si attendono tuttavia pesanti impatti sul settore a seguito dell’emergenza Covid-19 a seguito del posticipo delle sfilate di giugno/luglio, chiusura negozi, centri commerciali e stabilimenti produttivi.
Le operazioni annunciate nel comparto food nel 2019 sono salite a 80, rispetto alle 60 del 2018. Di queste, 25 transazioni sono cross-border (di cui 15 inbound), a conferma dell’attrattività globale del made in Italy. Si registra una crescita significativa nel segmento beverages, che sale a 27 operazioni (15 nel 2018). Di queste, 16 sono cross-border e 18 sono state concluse da investitori strategici. Dominano i comparti vini & spumanti, caffè e soft drink.
Sono 34 le transazioni nel segmento specialty retail & leisure (48 nel 2018), con prevalenza delle operazioni domestiche. Il comparto food services (e in particolare le catene di ristorazione) in Italia si conferma molto attivo, ma per il 2020 si attendono pesanti impatti legati alla crisi Covid-19. Il segmento furniture & design vede 24 operazioni nel 2019, rispetto alle 29 dell’anno precedente. Calano infatti le transazioni promosse dagli investitori finanziari e quelle cross-border. Forte l’impatto dell’emergenza Covid-19, che ha portato alla cancellazione del Salone del Mobile 2020.
Sono 14 operazioni nel segmento personal care & cosmetics, rispetto alle 7 dell’anno precedente. Aumentano in modo significativo le transazioni realizzate da investitori finanziari, principalmente su brand e contract manufacturer.
Emanuela Pettenò, partner PwC e transaction services markets deals leader, commenta: “Per il 2020 è ipotizzabile un trend in diminuzione per le operazioni M&A, soprattutto per alcuni segmenti come fashion, furniture, food service e hospitality”.
E aggiunge: “L’emergenza Covid-19 ha portato allo sviluppo di nuovi modelli comportamentali da parte dei consumatori, destinate a imporsi anche nel medio termine: riduzione delle occasioni di contatto, aumento del tempo trascorso a casa, maggior attenzione alla spesa”. “Le aziende - sottolinea - dovranno saper rispondere in modo veloce, adeguando in modo strutturato la propria offerta, le politiche di marketing e i modelli operativi per rispondere alla crisi con l’identificazione di nuove opportunità”.