Coronavirus, i "Piccoli maestri" raccontano in streaming i libri ai ragazzi

Spettacolo

Il gruppo di scrittori si offre per raccontare e leggere i libri in streaming agli studenti di tutta Italia e chiede una mano anche ai colleghi che non fanno ancora parte del progetto: "Tutti quelli che vorranno e potranno"

Per dare una mano in questo periodo di quarantena a casa a causa del coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI), l'associazione "Piccoli maestri" si rende disponibile a supportare il lavoro di insegnanti e scuole. Come? Facendo quello che "facevamo prima, ossia raccontare i libri, ma in streaming, da tutta Italia e verso tutta Italia", si legge nel comunicato del gruppo di scrittori e scrittrici nato nel 2011 (LO SPECIALE - CONSIGLI DI LETTURA).

L'attività di Piccoli maestri

L'associazione, presieduta da Elena Stancanelli, partecipa da sempre gratuitamente a incontri nelle scuole, per leggere e raccontare libri, allo scopo di invogliare ragazzi e ragazze alla lettura (ECCO CHI SONO). Le loro "lezioni" sono rivolte a studenti che vanno dalle elementari ai licei. In un periodo di emergenza il gruppo ha deciso di ampliare il suo raggio d'azione e le sue modalità, "di trovare altre strade, di fare qualcosa di più - si legge sul sito di Piccoli maestri - Chiediamo per questo un po’ di tempo agli altri scrittori e scrittrici, anche quelli che finora non hanno partecipato al progetto. Tutti quelli che vorranno e potranno" (ECCO I CONTATTI).

Le letture in streaming

Il gruppo si rende disponibile per supportare gli insegnanti, concentrandosi sui testi che servono al programma scolastico. Le letture in streaming saranno rivolte a romanzi, poesia e saggi. "La scuola è in affanno, gli insegnanti devono inventare un modo nuovo per insegnare, e forse per tenere attivi i ragazzi e le ragazze - scrivono gli scrittori di Piccoli maestri -. Se avranno voglia e bisogno potremo immaginare con loro degli incontri virtuali, anche sul nostro lavoro e sui nostri libri. Qualunque cosa serva a traghettarci dall’altra parte di questo tempo infame. Offriamo dunque un po’ del nostro tempo e di quello che sappiamo, alla scuola, la nostra amatissima e affaticata scuola, di cui abbiamo sempre cercato di prenderci cura".

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