Il conduttore omaggia la sua città con un brano realizzato insieme a Gianni Morandi, Gino Paoli, Ivano Fossati e molti altri, per ricordare il crollo del ponte Morandi. I proventi saranno destinati alla riqualificazione della Valpolcevera
Una canzone per la sua Genova, ferita dalla tragedia del crollo del ponte Morandi (CROLLO - FOTO - VIDEO). È quella che Paolo Kessisoglu ha scritto per aiutare la città, intitolata “C’è da fare”, e realizzata coinvolgendo nel suo progetto 25 artisti, tra cui anche Ivano Fossati che aveva annunciato tempo fa il suo ritiro dalle scene. E poi, tra gli altri, Arisa, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Gino Paoli, J-Ax, Lo Stato Sociale, Mauro Pagani, Max Gazzé, Nek. Un canto collettivo per Genova in cui la città viene anche invitata a farsi aiutare: “Vieni qui. Togli quel muso fatti abbracciare, se stavi male me lo potevi dire”, recita un passaggio del testo che è anche una dichiarazione d'amore per la città ferita il 14 agosto (SEI MESI DOPO). “Sono cresciuto su quel ponte”, racconta Kessisoglu, “passavo da lì in auto per andare al mare con i miei genitori e al ritorno mi svegliavo sentendo quei giunti che facevano rumore, e per me era casa: sapere che era crollato era impossibile. Era come vedere sconfiggere Superman". Il brano è disponibile dal 22 febbraio su tutte le piattaforme digitali e i proventi saranno destinati alla riqualificazione della Valpocevera, la zona che ha subito i maggiori disagi causati dal crollo del ponte.
"Il sogno è uno stadio dove giocò all'inizio il Genoa"
"Il nostro sogno sarebbe quello di realizzare, tra le altre cose, anche un campo di calcio nella stessa area dove c'era quello su cui giocò all'inizio il Genoa Calcio", ha aggiunto Kessisoglu. Il brano è prodotto con Fabio Gargiulo e mixato da Sabino Cannone. Sulla partecipazione di Ivano Fossati, Kessisoglu ha raccontato: "Quando ha risposto alla mia mail non ci credevo. Ero ancora più incredulo quando mi ha proposto di suonare la chitarra con lui". “Genova città da capire/ Genova aria da bere/ Genova nuvole e sale/e vento a imperversare”, dice il brano, scritto di getto il giorno stesso del crollo del ponte, che provocò la morte di 43 persone (FUNERALI). "Ero a San Francisco, quindi a causa del fuso orario lo seppi dopo e irrazionalmente mi sentii in colpa anche per quel ritardo - ha raccontato l’artista -. Il giorno stesso entrai in una libreria, mi sedetti al pianoforte e le note caddero così". E così è nata l'idea della canzone collettiva che ha coinvolto in totale 25 artisti. "È stato bellissimo sentirli così disponibili e vederli così generosi nel donare la loro arte a questo progetto - ha detto Kessisoglu -. Sono anche orgoglioso di essere riuscito a raccoglierli tutti, grazie a tutti, sono stati davvero degli amici".