Star che dimenticano di staccare il cartellino dai vestiti come Meghan

Spettacolo

Maria Teresa Squillaci

Dall'abito rosso indossato dalla duchessa di Sussex a Tonga spuntava un'etichetta, come successo anche all'attrice Blake Lively e a Flavia Pennetta. Che siano scivoloni di stile o umanissime distrazioni, le targhette in vista accomunano tutti, celebrità e non

È di moda la prova d’acquisto. Come il cartellino che spuntava dal vestito che Meghan Markle ha indossato al suo arrivo nell'Isola di Tonga, ultima tappa del viaggio di Stato dei Duchi di Sussex in Oceania. È stato il primo dettaglio notato dai media quando la coppia reale è atterrata a Nuku'alofa: l’abito rosso in crêpe con ricami sul petto e trasparenze, del brand inglese Self-Portrait aveva ancora l’etichetta attaccata.

Non è la prima volta che Meghan ha una svista di questo tipo: il 10 luglio scorso è atterrata all’aeroporto di Berlino, con una borsa Strathberry che aveva la plastica protettiva attorno ai bulloncini.

Sono tante le celebrità italiane e internazionali che come la moglie del principe Harry sono scivolate su quello che per noi è un errore di distrazione e per loro viene visto subito come una caduta di stile.  

La gonna di Flavia Pennetta

A settembre, durante un evento della settimana della moda di Milano, l’ex tennista Flavia Pennetta ha dimenticato di staccare il cartellino alla sua gonna nera in pelle. “Sei stata tutta la sera con un il cartoncino del negozio in vista sulla schiena” le ha detto l’amica Federica Pellegrini che l’aveva accompagnata al party.

La giacca di Blake Lively

È successo anche all’attrice Blake Lively, considerata un’icona di stile di fama internazionale. Ogni cosa che indossa fa tendenza e ogni volta che esce di casa i suoi look vengono fotografati (e copiati).  Una mattina dello scorso gennaio, stava andando a un appuntamento di lavoro con un look, apparentemente, impeccabile per l’occasione: borsa in cocco testa di moro abbinata a anfibi militari con tacco. Completo giacca doppiopetto a stampa check e pantaloni coordinati a sigaretta risvoltato, cravatta regimental, fazzoletto nel taschino, camicia bianca. Cappotto con la stessa stampa check grigia dell'abito indossato rigorosamente sulle spalle, ma con il cartellino che penzola in bella vista.

La prova del cartellino

Probabilmente delle sviste, è difficile infatti credere che la moglie del principe Harry o delle esperte di moda, fossero indecise se restituire o meno un nuovo acquisto. È successo a tutti infatti che i pantaloni o la giacca che nel camerino della boutique sembravano perfetti, davanti allo specchio di casa risultassero molto meno convincenti. Per non parlare di scarpe troppo piccole, vestiti comprati per il fascino di un super sconto, o semplicemente regali sbagliati. È sempre il cartellino attaccato a fare la differenza, sia quando ci si accorge subito dell’errore e si vuole cambiare il capo, che quando si cerca di fare “i furbi” e riportare l’acquisto in negozio anche dopo averlo indossato.

Cosa dice il Codice del Consumo

Gli articoli 128–135 del Codice del Consumo stabiliscono che un negozio non è obbligato al cambio di un acquisto a meno che non ci sia un difetto manifesto o il prodotto sia non conforme. Quasi tutti i negozi danno però la possibilità di cambiare idea, in presenza di una prova di acquisto come lo scontrino. La merce deve essere in buone condizioni, meglio se nella confezione originale. I vestiti devono essere senza macchie o lavaggi, bisogna lasciare il cartellino attaccato e non tagliare i lacci per gli appendiabiti. È buonsenso dire che non si può riportare in negozio un capo già indossato, anche solo per un giorno.

Che siano scivoloni di stile o umanissime distrazioni, le targhette in vista accomunano tutti quindi possiamo solo riderci su e provare un po’ di imbarazzo per loro, pensando che avremmo potuto essere noi.

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