Covid: quando la Dad crea buone pratiche e vince lo stress

Liguria
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L'esperienza della scuola primaria Sbarbaro di Genova

La storia è stata immaginata come un viaggio nel tempo, le ricette regionali hanno portato gli studenti in giro per l'Italia e poi ci sono i giochi e gli esperimenti da fare insieme ma coinvolgendo anche i genitori. Applicazioni e piattaforme digitali hanno preso il posto di libri di testo, quaderni e diari. Sono solo alcuni degli esempi virtuosi di un utilizzo delle nuove tecnologie applicate alla didattica a distanza, la cosiddetta Dad. Le esperienze dei docenti sono state raccolte nella pubblicazione 'Docente al tempo del Coronavirus'. Per Luciana Farneti, insegnante della scuola Primaria Sbarbaro di Genova Cornigliano, la Dad è stato uno strumento per rimanere in contatto con i bambini e le famiglie. ''Oggi, non parlerei di didattica a distanza - spiega - ma di didattica digitale integrata. Noi, dopo l'esperienza fatta nei mesi di confinamento, con i nostri bambini continuiamo a mantenerla, utilizzandola per farli lavorare a progetti condivisi, per scambiarsi i compiti. Per dialogare con la famiglia''. E allora ecco che le lezioni diventavano interattive. "Invitavamo i bambini a giocare con le immagini, utilizzando delle foto - continua Luciana Farneti - che venivano condivise. Utilizziamo un software per rendere interattive le immagini. I bambini avevano il compito creare sfondi e tag multimediali. Abbiamo coinvolti i genitori in una sorta di caccia al tesoro con gli oggetti che trovavano nella dispensa o in casa". Con 'Google Classroom' la geografia è diventata un viaggio virtuale nelle varie regioni. Il tutto sempre in rete, a distanza, ma con un forte spirito di collaborazione tra gli studenti. Ma non solo. L'insegnante ha stimolato la creatività dei ragazzi con titoli accattivanti come 'Primo maggio in Puglia' o ancora 'Pic nic del 25 aprile in Calabria' e sono stati coinvolti anche genitori e nonni. Il risultato è stato un ricco ricettario con piatti regionali creato con l'aiuto delle famiglie. Ci sono stati insegnanti che hanno dato la possibilità agli studenti di scegliere gli strumenti da utilizzare per creare le produzioni richieste dai docenti. Altri ancora che hanno inviato i ragazzi a esperimenti casalinghi da documentare e condividere attraverso l'uso di una piattaforma dedicata. Poi c'è chi ha trasformato la classe virtuale in un 'salotto letterario': ospiti scrittori locali i cui interventi sono stati registrati per una fruizione anche successiva. Con la piattaforma Scratch, gli studenti sono stati guidati a creare un museo dell'Antartide virtuale. Ogni alunno ha prodotto un programma per animare la stanza del museo assegnata (virtualmente allestito a Palazzo Ducale di Genova). I personaggi delle scene sono stati disegnati analogicamente dagli alunni. "La Dad ha permesso ai ragazzi di continuare a fare lezione - spiega Angela Maria Sugliano, ricercatrice dell'Università di Genova - ma soprattutto ha sdoganato l'uso delle nuove tecnologie in maniera corretta e obbligato le scuola a fare quel passo in più verso il digitale". (ANSA).
   

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