Il futuro in mano ai giovani: come rendere l’orientamento efficace

A volte basta un laboratorio, un incontro, una testimonianza per accendere nei giovani quella scintilla che li guida verso scelte consapevoli. L’orientamento non è semplicemente decidere cosa studiare o quale carriera intraprendere: è un percorso continuo di scoperta di sé e del mondo, che include anche il riorientamento, ovvero la capacità di rivedere le proprie scelte con maturità e autonomia. È questa la visione che ispira OrientaTalenti, la manifestazione nazionale, ospitata al MIND - Milano Innovation District - dove studenti, famiglie e docenti sono coinvolti in un viaggio immersivo tra mestieri e laboratori aziendali. Un’occasione concreta per toccare con mano il futuro, esplorare professioni spesso dimenticate e riscoprire il valore dell’esperienza diretta: dalla robotica alla gioielleria, i ragazzi sperimentano attività e strumenti reali, entrando in contatto con il mondo del lavoro. L’iniziativa riunisce i rappresentanti del mondo educativo, accademico e istituzionale lombardo, con l’obiettivo comune di offrire ai giovani una percezione concreta del lavoro e del mondo adulto, affinché possano valutare con maggiore consapevolezza opportunità che altrimenti rischierebbero di ignorare. “Aiutare i ragazzi a vedere, toccare e sperimentare è il primo passo per far emergere il loro talento. Solo così l’orientamento diventa davvero efficace”, spiega Diego Montrone, presidente di Galdus e di JoinUs Milano, ente capofila dell’iniziativa. C’è qualcosa che si sbaglia a priori nel modo in cui le scuole affrontano il tema dell’orientamento? Sì, gli errori iniziano già dalle scuole medie. Spesso l’orientamento viene confinato a poche ore settimanali o a un paio di giornate, magari alla fine dell’anno scolastico, e affrontato in modo superficiale. Ma l’orientamento non è un evento, è un percorso. I ragazzi dovrebbero essere accompagnati lungo tutte le fasi della loro crescita, aiutati a scoprire quella scintilla che può trasformarsi nella loro scelta consapevole. Una decisione che, inevitabilmente, influenzerà il loro futuro. E le famiglie? Come possono supportare i ragazzi senza influenzarli troppo? Il rischio più grande per le famiglie è far pesare le scelte “sbagliate” dei figli. In realtà, quando un ragazzo capisce di aver intrapreso un percorso non adatto, bisognerebbe festeggiare: ha raggiunto una nuova consapevolezza. Spesso, però, si tende a giudicare, a far vivere quel momento come un fallimento. È importante evitare questo atteggiamento, così come è fondamentale non proiettare sui figli le proprie aspettative o preferenze. Altrimenti si rischia di spingerli verso scelte che non sentono proprie, portandoli magari a fare un lavoro che non amano e soffocando il loro vero talento. Qual è stato il vostro più grande successo nei laboratori di orientamento? Senza dubbio, la soddisfazione dei ragazzi. Vederli scoprire mestieri che avevano escluso a priori, aprirsi a nuovi mondi e appassionarsi a qualcosa che non conoscevano è il nostro traguardo più grande. È in quei momenti che spesso trovano la loro strada. Cosa significa orientare i ragazzi verso lavori che magari ancora non esistono? I giovani di oggi sono molto più pronti al cambiamento rispetto agli adulti. Lo cercano, lo accettano, lo vivono. Fanno fatica a immaginarsi in ruoli fissi e sono cresciuti immersi nel digitale, con la tecnologia e l’intelligenza artificiale. Non ne hanno paura, anzi: sono flessibili e disposti a reinventarsi. Forse sono proprio gli adulti ad avere più timore del futuro. Può l’intelligenza artificiale influenzare l’orientamento? L’AI può essere uno strumento utile, certo. Può aiutare a selezionare proposte in base alle attitudini e alle preferenze. Ma non può essere l’unico metodo. Le scelte si costruiscono sperimentando, osando, sbagliando. Non si può decidere il proprio percorso di studi o lavoro affidandosi solo a un algoritmo. La consapevolezza nasce dal contatto con la realtà. Cosa consiglia ai ragazzi che devono scegliere cosa fare dopo il liceo o l’università? Dico sempre: prima di scegliere, esplorate. Guardate la ricchezza che offre il mondo, buttatevi, fate esperienze. Solo così può emergere il talento di ciascuno. Affidarsi alle solite cinque opzioni standard, ai consigli familiari o alle aspettative dei genitori non basta. Serve consapevolezza, e questa nasce dalla curiosità e dalla sperimentazione. L’orientamento serve proprio a questo: a mostrare tutto ciò che esiste là fuori.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Il futuro in mano ai giovani: come rendere l’orientamento efficace

Beatrice Subissi