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Pil Italia, -9% entro il 2050 senza un aumento dell'occupazione giovanile e femminile

Economia
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L’invecchiamento della società, assieme alla diminuzione della popolazione attiva, porta a un inevitabile impatto sulla crescita economica del Paese. Secondo la Banca d'Italia, in assenza di cambiamenti radicali la riduzione della forza lavoro si rifletterà direttamente sul prodotto interno lordo

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Il prodotto interno lordo potenziale dell’Italia potrebbe ridursi di circa il 9% entro il 2050. Questa la previsione della Banca d’Italia, motivata dal declino demografico e da una partecipazione al lavoro ancora troppo bassa. A lanciare l’allarme è il vicecapo del Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, Andrea Brandolini, di fronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti economici e sociali della transizione demografica in atto. Nonostante l’immigrazione, la decrescita della popolazione residente in Italia continua dal 2015 ed è destinata a peggiorare. Secondo Brandolini infatti il Belpaese fa parte di quegli stati in cui l’evoluzione demografica è già in atto da tempo e, senza interventi, sarà destinata a divenire più accentuata. L’invecchiamento della società, assieme alla diminuzione della popolazione attiva, porta a un inevitabile impatto sulla crescita economica del Paese. Nel 2050 la popolazione in età da lavoro, quella compresa tra i 15 e i 64 anni, scenderà sotto i 30 milioni, con una riduzione di circa un milione di unità rispetto al 1950. Questa è la previsione della Banca d’Italia basata sul graduale calo delle nascite e sull’invecchiamento delle generazioni in età da lavoro. Questo fenomeno rappresenta una sfida a livello economico perché la struttura della popolazione sarà sempre più sbilanciata, e il numero di persone bisognose di supporto potrebbe avvicinarsi pericolosamente a quello dei lavoratori. “Per ogni dieci persone in età da lavoro, vi saranno otto bambini e anziani, rispetto agli attuali sei” spiega Brandolini. 

 

L'importanza dell'occupazione giovanile e femminile

La Banca d’Italia ha inoltre chiarito come sia fondamentale migliorare la partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne e dei giovani. In assenza di cambiamenti radicali la riduzione della forza lavoro si rifletterà direttamente sul prodotto interno lordo. Se l’occupazione femminile e giovanile non dovessero crescere rapidamente nei prossimi anni  “il Pil calerà di quasi il 9% da qui al 2050, dell’1,6% in termini pro capite”, ha sottolineato Brandolini. Uno scenario sarebbe ancora più grave se unito all’assenza di un aumento della produttività.

 

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