
Introduzione
Nei giorni scorsi, la commissione affari costituzionali del Senato ha approvato l'emendamento riformulato al decreto milleproroghe che riapre la rottamazione quater solo per chi, non avendo pagato o avendo pagato in ritardo una rata, è decaduto dal beneficio.
L'emendamento non contiene, come previsto dall'accordo di massima raggiunto in commissione, la proroga del concordato biennale, che era invece contenuta nell'emendamento dei relatori poi ritirato. Nello specifico, chi ha aderito alla definizione agevolata delle cartelle ma non risulta in regola potrà essere riammesso inviando la dichiarazione entro il 30 aprile 2025
Quello che devi sapere
Come funziona il pagamento
- Il pagamento delle somme, sulle quali sono dovuti gli interessi al tasso del 2% annuo dal primo novembre 2023 può essere effettuato in un'unica soluzione entro il 31 luglio 2025 oppure in massimo 10 rate consecutive, di pari ammontare (di cui le prime due il 31 luglio e 30 novembre 2025). La norma prevede che il fondo per l'attuazione della delega fiscale venga incrementato di complessivi 283,91 milioni nel triennio 2025-27. La copertura degli oneri derivanti dall'intervento è prevista, per complessivi 159,1 milioni dal 2028 al 2035 mediante corrispondente riduzione del fondo e per complessivi 483 milioni dal 2025 al 2027 mediante corrispondente utilizzo delle maggiori entrate e minori spese derivanti dalla riammissione. L'ammontare definitivo delle somme dovute ai fini della definizione, nonché delle singole rate e il giorno e il mese di scadenza di ciascuna, saranno comunicati dalla Riscossione entro il 30 giugno 2025
Per approfondire: Rottamazione quater, riformulato l'emendamento al Milleproroghe: riammesso chi ha aderito
Tre milioni di contribuenti
- Le domande di adesione sono state circa 3,8 milioni, per una platea di 3 milioni di contribuenti e un importo complessivo di 100 miliardi, sanzioni e interessi inclusi. Il tasso di adempimento non ha superato il 50%
11 miliardi in due anni
- La rottamazione quater è stata l’ultima sanatoria fiscale introdotta con la legge di bilancio per il 2023 e relativa alle cartelle esattoriali da gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Stando ai dati finora resi pubblici, l’incasso derivante da questa misura è di circa 11 miliardi di euro negli ultimi due anni
I dati nel dettaglio
- Nel 2023, in base ai dati forniti dal Mef in question time in commissione Finanze alla Camera, gli incassi della rottamazione quater ammontano a 6,8 miliardi di euro, di cui 6,5 miliardi riferiti al pagamento delle rate in scadenza nello stesso anno (prima o unica rata e seconda) e 0,3 miliardi riferiti a scadenze successive e già versati dai contribuenti. Per quanto riguarda il 2024 gli incassi rendicontati fino al 30 novembre scorso, ha indicato l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini nella relazione di fine mandato, ammontano a circa 4,6 miliardi di pagamenti effettuati a titolo di Rottamazione-quater
Le tappe precedenti
- Nei giorni scorsi la Lega aveva presentato una proposta per consentire agli inadempienti di mettersi a posto nei confronti del Fisco in dieci anni, pagando solo il dovuto (quindi senza sanzioni, interessi e aggio). Sarebbe stata la quinta rottamazione delle cartelle, che il Carroccio aveva già cercato di far inserire nel decreto Milleproroghe, senza riuscirci. La Commissione Affari Costituzionali del Senato aveva infatti respinto questo emendamento definendolo “inammissibile”. La misura puntava a far entrare in vigore una nuova definizione agevolata per i carichi affidati all’Agente di Riscossione entro il 31 dicembre 2023. Si prevedeva inoltre un piano di dilazione in 120 mesi con rate mensili, che avrebbe permesso al contribuente di saldare i propri debiti con rate più basse e in tempi più lunghi. La decadenza era stata fissata non alla prima rata non pagata, ma dopo otto rate non saldate, anche non consecutive
Le coperture finanziarie
- L’emendamento proposto dal leghista Alberto Gusmeroli era stato definito inammissibile per estraneità della materia: non era pertinente al contenuto del decreto Milleproroghe, la cui materia principale sono le proroghe di misure in scadenza. Erano inoltre emerse inoltre preoccupazioni in merito alla copertura finanziaria, dato che l’emendamento non specificava adeguate compensazioni economiche per le eventuali entrate più basse provocate proprio dalla sanatoria
Dai 2 ai 5 miliardi
- Le coperture finaziarie restano un capitolo complesso da gestire. La pace fiscale ipotizzata dalla Lega potrebbe costare dai 2 miliardi ai 5 miliardi, considerando in questo ultimo caso 10 milioni di contribuenti con cartelle pendenti. Il taglio Irpef sostenuto da Fi costerebbe invece 2,5 miliardi se si fermasse ai redditi fino a 50mila euro, l'onere salirebbe a 4 miliardi se si spingesse fino al tetto dei 60mila euro. Il costo totale delle due operazioni si aggirerebbe entro una forchetta tra i 4,5 miliardi e 9 miliardi, in base ai beneficiari
Per approfondire: Fisco, tasse e multe non pagate: sulle cartelle oltre 155mila cause