Riscatto laurea, quando conviene, come funziona e quanto costa?

Economia
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Introduzione

Aumentare l’importo della pensione e, in alcuni casi, anticiparne la decorrenza: sono gli scenari che si verificano quando si chiede il riscatto della laurea. Si tratta di una disciplina contenuta nel decreto legislativo 184/1997, in base al quale il periodo massimo riscattabile corrisponde esclusivamente alla durata legale del corso di laurea, escludendo quindi gli anni fuori corso ed eventuali periodi sovrapposti in quanto già coperti da contributi, ad esempio da lavoro. Ecco come funziona questo meccanismo

Quello che devi sapere

Quando si può riscattare la laurea e quando no

Possono essere oggetto di riscatto:

  • lauree di vecchio ordinamento,
  • triennali,
  • magistrali,
  • dottorati di ricerca e diplomi di specializzazione, se non già coperti da contribuzione.
  • I titoli di studio conseguiti all’estero sono ammissibili ai fini del riscatto solo se riconosciuti dal ministero dell’Università e della ricerca, in conformità con il Dpr 189/2009 con una procedura di dialogo amministrativo attiva fra Inps e ministero competente.
  • In forza della legge 99/2022 sono riscattabili anche i diplomi rilasciati dagli istituti tecnologici superiori (Its Academy), a condizione che l’Its rilasci una attestazione di conformità ai requisiti di legge.
  • Non sono invece riscattabili i master universitari

Per approfondire:

Riscatto della laurea 2024, come utilizzare gli anni di studio per la pensione

Chi può chiedere il riscatto

  • Possono richiedere il riscatto i lavoratori iscritti alle gestioni dei dipendenti privati, pubblici, autonomi e alla gestione separata Inps che abbiano versato almeno un contributo nella gestione in cui si intende far valere il periodo di laurea, a condizione che la gestione fosse già attiva durante gli anni di studi. 
  • Un’eccezione: il riscatto per inoccupati, introdotto nel 2007, che consente a chi non ha mai lavorato e non ha versato contributi, in Italia o all’estero, di riscattare gli anni di laurea con un onere forfettario (a oggi pari a circa 6mila euro per anno riscattato, analogo a quello del riscatto agevolato), permettendo di aumentarne l’anzianità previdenziale e di beneficiarne a fini pensionistici. Tale riscatto fruisce, fra l’altro, come ricorda Il Sole 24 Ore, di una particolare forma di beneficio fiscale, in forza della quale il genitore, o il soggetto che abbia comunque a carico il beneficiario del riscatto, potrà avere di una detrazione d’imposta dell’onere sostenuto pari al 19 per cento.

Il periodo di studio incide sull'onere del riscatto

  • Ma quanto costa riscattare la laurea? Prima di tutto, va considerato che l’onere ordinario del riscatto di laurea varia a seconda del sistema pensionistico e del periodo di studi:
  • Per la laurea conseguita prima del 1996 si applica il metodo della riserva matematica, in cui incidono l'età e i contributi versati
  • Per la laurea conseguita dopo il 1996 il metodo è contributivo e si utilizza l'aliquota previdenziale della gestione previdenziale di iscrizione, moltiplicata per la retribuzione goduta nei 12 mesi precedenti la richiesta di riscatto.

L'opzione del riscatto agevolato

  • Dal 2019 è possibile accedere anche al riscatto agevolato, che consente di valorizzare il periodo di laurea a un costo forfettizzato e parametrato al minimale della gestione commercianti. Per il 2025, il costo stimato del riscatto agevolato è pari a poco più di 6.120 euro per ogni anno di corso. Questa formula comunque è attivabile solo per chi ha studiato dopo il 1995, mentre per i periodi di studi in corso collocati prima del 1996 si dovrà preventivamente optare per il metodo di calcolo contributivo.
  • Per chi richiede una pensione con ricalcolo contributivo (ad esempio con Opzione donna), non è necessario optare prima per l'agevolato, ma bisogna attivare il riscatto agevolato subito dopo la domanda di pensione.

Quando può essere conveniente il riscatto agevolato

  • L'agevolato risulta generalmente vantaggioso per chi, avendo studiato dopo il 1995, riesce a beneficiare di un anticipo pensionistico con l’incremento di anzianità contributiva prodotta dal riscatto.
  • Invece, per coloro che, ad esempio, hanno maturato una contribuzione significativa prima del 1996, il riscatto agevolato, dato che è subordinato all’opzione per il calcolo contributivo o all’accesso a una pensione integralmente contributiva (come quella in totalizzazione), potrebbe comportare una perdita considerevole sull’assegno rispetto a quanto si otterrebbe con il sistema misto, in generale più conveniente.

Rate e deducibilità

  • A prescindere dalla modalità, l'onere da versare per il riscatto della laurea può essere spalmato fino a 120 rate, in 10 anni, senza interessi, a patto che vengano corrisposte prima di andare in pensione. L'unica eccezione riguarda i dipendenti pubblici che possono rateizzare l'onere anche una volta usciti dal lavoro con l'applicazione di trattenute mensili. In secondo luogo il riscatto della laurea è deducibile fiscalmente

Non sempre si può anticipare la pensione

  • È comunque bene tenere presente che il riscatto di laurea non anticipa automaticamente la pensione. Infatti, può consentire l’accesso anticipato solo a quelle forme pensionistiche non legate solo all’età anagrafica, come ad esempio l’anticipata ordinaria che richiede oggi 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne.
  • Come ricorda Il Sole 24 Ore, dunque, chi decide di mettere a budget il riscatto di laurea all’inizio della carriera lavorativa, dovrà tenere presente che l’accesso anticipato al pensionamento non sarà una conseguenza diretta del riscatto, ma dovrà unirsi a una prosecuzione del versamento contributivo ininterrotto fino alla maturazione del requisito previsto. Eventuali successivi periodi di vuoto contributivo, sperimentati durante la carriera lavorativa, rischieranno di neutralizzare l’effetto positivo del riscatto, spostando comunque in avanti l’accesso a pensione.

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