Tim, rimborso da 1 miliardo del canone: rigettato il ricorso dello Stato

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Il giudice della Corte d’Appello di Roma ha deciso che, in attesa della sentenza della Cassazione attesa non prima del 2026, il governo dovrà rimborsare quanto ottenuto ingiustamente oltre 25 anni fa

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La seconda sezione della corte d'Appello di Roma ha respinto la richiesta avanzata dalla presidenza del Consiglio di sospendere il pagamento da circa 1 miliardo dovuto a Tim per la vicenda della restituzione del canone del 1998. La Corte aveva rinviato all'udienza del 20 gennaio invitando le parti a trovare un accordo transattivo che non è stato raggiunto entro la scadenza. Lo scorso 3 aprile la Corte d'Appello di Roma aveva deciso di riconoscere al gruppo il rimborso richiesto allo Stato. Lo stesso giorno il governo ha annunciato il ricorso per Cassazione e la richiesta di sospensione degli effetti esecutivi della pronuncia della Corte d'Appello. 

La corte d'Appello Roma non dà sospensiva

Tim conferma di aver ricevuto comunicazione circa la decisione della Corte d'Appello di rigetto della richiesta di sospensiva: "la sentenza di aprile dello scorso anno, che dispone la restituzione alla società del canone 1998 e relativi interessi e accessori, è provvisoriamente esecutiva, in attesa delle decisioni finali che saranno assunte dalla Corte di Cassazione a seguito del ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri". Lo si legge in una nota. Tim precisa che "la sentenza non dispone alcun rilascio di garanzie a carico della società a fronte dell'esecuzione della stessa".  

Ora attesa Cassazione sul canone ma non servono garanzie

La decisione dei giudici arriva dopo aver letto la memoria della parte resistente Telecom Italia spa, rappresentata dagli avvocati Romano Vaccarella, Mario Siragusa e Stefano D’Ercole, dopo aver sentito le parti all’udienza del 16 dicembre 2024, e dopo l'udienza di due giorni fa, 20 gennaio 2025, in cui le parti sono state invitate a cercare un accordo transattivo e in cui il legale Vaccarella ha rappresentato la proposta della società: "uno sconto di 150 milioni di euro con pagamento rateizzato", che però - si legge nel provvedimento della corte - "non ha avuto riscontro dalla parte ricorrente". 

La somma dovuta

La sentenza della corte d'Appello di Roma aveva condannato la Presidenza del Consiglio dei ministri a pagare a Tim la somma di "528.711.476,152, oltre a rivalutazione e interessi sulla somma anno per anno rivalutata dalla data di deposito del ricorso al Tar - fino alla data di deposito della sentenza (3 aprile 2024), oltre alle spese". La somma oggetto della condanna, ossia il capitale di 528.711.476,152 oltre la rivalutazione più gli interessi sulla somma anno per anno rivalutata, "è pari a 995.250.242,87; per ogni anno di ritardo nel pagamento della suddetta somma dalla data del 3 aprile 2024 di pubblicazione della sentenza si producono interessi pari ad 24.879.935,93". Una decisione contro cui lo Stato ha fatto ricorso, oggi respinto dalla corte d'Appello di Roma. 

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