Che 2025 sarà per i nostri risparmi? Gli esperti rispondono (spoiler: con cauto ottimismo)

Inflazione giù, ma con moderazione; mercato azionario ancora interessante, specie in USA, ma con tutte le incognite del Trump-Bis e dei dazi; incognite in più sui titoli di Stato europei, legate alle difficoltà di Francia e Germania. Il 2025 dei nostri risparmi si presenta complesso e non facile da decifrare: quale sarà l’elemento centrale? Sarà un anno segnato dalla possibile guerra commerciale USA-Cina, dalla definitiva accelerazione dell’AI, dal rallentamento globale sulla transizione verde? “Secondo le nostre analisi – spiega a Sky Tg24 Giancarlo Fonseca, di Lombard Odier Investment Managers – l’economia globale dovrebbe continuare a crescere nei prossimi trimestri, mentre l'inflazione è destinata a ridursi, avvicinandosi agli obiettivi delle banche centrali in molte economie. Questo contesto favorirebbe ulteriori tagli ai tassi di interesse”. Da noi, in Eurozona, il costo del denaro potrebbe scendere in maniera marcata, aggiunge Fonseca: “L’eventualità di nuovi dazi e un possibile minore sostegno degli USA all’Ucraina rappresentano rischi aggiuntivi in un contesto in cui la politica fiscale dei Governi sembra poco preparata a rispondere. In questo scenario, la BCE che potrebbe abbassare i tassi all’1,25%, o addirittura più in basso in caso di un significativo rallentamento economico”. Che le prospettive di crescita in Europa non siano molto rosee, per il nuovo anno, né è convinto anche Vincenzo Longo, di Ig. “I timori di stagnazione sembrano essere cresciuti in quest'ultimo trimestre dell'anno, che ha visto la crescita rallentare e l'inflazione riprendere forza”. Con peculiari effetti sul mercato valutario. Ancora Longo: “Ci aspettiamo che il processo di taglio dei tassi in Europa possa indebolire ulteriormente l'euro. Per contro, dall’altra parte dell'Oceano, l’approccio più restrittivo della Fed dovrebbe continuare a premiare il dollaro. Crediamo che la parità sul cambio euro-dollaro sia qualcosa di realistico e attendibile nel primo semestre dell'anno, mentre nella seconda parte del 2025 potremmo assistere a un recupero della moneta unica”. Per quell’epoca, Germania e Francia potrebbero aver ritrovato una certa stabilità politica , ma non è detto che le loro economie abbiano ripreso a correre. Sull’azionario, quindi, meglio puntare sull’Europa o sugli USA? Difficile dirlo. “Negli Stati Uniti – prosegue Fonseca – nonostante valutazioni apparentemente elevate, i mercati azionari sembrano promettenti per il 2025, sostenuti da una crescita a doppia cifra degli utili delle aziende. Fattori chiave come l'innovazione tecnologica, le politiche della nuova amministrazione e la stabilizzazione del mercato immobiliare cinese dovrebbero alimentare questa tendenza”. Attenti a questa considerazione però: pochi grandi titoli azionari sono cresciuti così tanto che hanno raggiunto un peso enorme sugli indici, una concentrazione spaventosa. Ancora Fonseca: “A livello globale, il mercato azionario chiuderà il 2024 con una forte concentrazione nei primi 10 titoli per capitalizzazione, che rappresentano circa il 25% dell'indice mondiale MSCI World. Per il 2025, si auspica una più ampia partecipazione delle aziende quotate alla performance complessiva”. “Sulle azioni – conclude Longo – i temi tech e AI dovrebbero continuare a sostenere l'intera ‘asset class’. Le discese di questi comparti, per noi, creano solo occasioni di acquisto in un’ottica di lungo termine”. Un tema, quello della concentrazione della corsa su pochi grandi titoli, su cui si sofferma anche Michele De Michelis, responsabile investimenti di Frame Asset Management: “Ad inizio 2023, l'indice americano più rappresentativo, l’S&P 500, girava in area 3.850 punti, quasi un 7% sopra il minimo toccato nel corso del 2022, annus horribilis che si era concluso con una perdita prossima al 20%. Oggi che ci troviamo in area 6.000 punti, quindi con una performance del 60% circa in poco meno di due anni, confesso che aspettarsi anche un 2025 a questi ritmi mi sembrerebbe abbastanza ottimistico, anche se, come sappiamo bene, mai dire mai. In realtà la partecipazione a questo rally spettacolare è stata molto bassa; molto probabilmente le case d'affari stanno suggerendo una redistribuzione dei flussi a favore dei titoli che sono rimasti indietro rispetto alle battistrada”, conclude De Michelis.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Che 2025 sarà per i nostri risparmi? Gli esperti rispondono (spoiler: con cauto ottimismo)