Debito, nuovo record per i Paesi in via di sviluppo. Il nodo interessi

Del debito estero dei Paesi in via di sviluppo se ne sentiva parlare molto qualche anno fa. Era il periodo in cui celebrità canore come Bono Vox e Bob Geldof scaldavano gli stadi riuscendo a destare la sensibilità dell’opinione pubblica. Quegli sforzi portarono alla cancellazione di una piccola - ma pur sempre significativa - parte di debito a una piccola porzione di Paesi. Da allora, però, l’attenzione è scemata ma il debito è rimasto, anzi ha ripreso a crescere e i dati del Debt Report della Banca mondiale dicono che siamo giunti a un nuovo record, sulla spinta della crescita dei tassi di interesse negli anni post-pandemici. 1.400 miliardi all'anno Il debito estero dei Paesi in via di sviluppo, che oggi si chiamano Paesi a basso e medio reddito e raggruppano tutti quelli che hanno un reddito medio pro capite inferiore ai 3255, nel 2023 ha raggiunto la cifra astronomica di 8.836,5 miliardi di dollari, con un aumento di più dell’8 per cento dal 2029 e di oltre il 50 per cento dal 2013. Solo nel 2023, i Paesi a basso e medio reddito hanno speso 1.400 miliardi di dollari per onorare il loro debito estero, e anche in questo caso si tratta di un record. Nell’elenco di Paesi considerati in questo totale c’è, però, anche la Cina, che pesa per il 27 per cento del totale. Scorporando il dato cinese si scopre che l'aumento percentuale dal 2020 è stato più del doppio della media per gli altri Paesi, decisamente più poveri, il cui debito estero totale è salito a 1.100 miliardi di dollari, segnando un tragico più 18 per cento rispetto al 2020. Il debito è composto prevalentemente da prestiti a lungo termine, che oggi rappresentano più del 70 per cento del totale, mentre un decennio fa poco meno del 50. Interessi insostenibili La pandemia di Covid-19 ha evidentemente aumentato il peso del debito di tutti i paesi in via di sviluppo e lo ha fatto soprattutto il conseguente aumento dei tassi di interesse globali che ha reso più difficile per molte economie già sofferenti essi rimettersi in piedi. Nel 2023, i prestiti all'estero sono diventati notevolmente più costosi per tutte i Paesi in via di sviluppo. I tassi di interesse a sei mesi sui prestiti - sia i tassi Libor, sia Eurobor, sia Sofr - sono raddoppiati, superando in media il 4%. Questo ha comportato un aumento maturato sui debiti a lungo periodo che da 160 miliardi di dollari nel 2022 è passato a 220 miliardi nel 2023. È vero che nel 2024 i tassi di interesse globali hanno iniziato a diminuire, ma se le previsioni dicono che rimarranno comunque ancora al di sopra della media del decennio precedente al Covid-19. Quindi la situazione forse non è destinata a peggiorare ulteriormente, ma certo nemmeno a migliorare. L’aumento dei tassi ha causato quello consequenziale dei pagamenti degli interessi, cresciuti complessivamente di quasi un terzo. Nel 2023 l’interesse sul debito ha raggiunto 406 miliardi di dollari e di fatto ha schiacciato i bilanci di molti Paesi poveri in settori critici come la salute, l'istruzione e la tutela dell'ambiente. La tensione finanziaria è stata più feroce per i Paesi più poveri e vulnerabili, che hanno pagato la cifra record di 96,2 miliardi di dollari per onorare il loro debito nel 2023, di cui 34,6 miliardi solo di interessi. Una cifra che è pari a quattro volte l'importo di un decennio fa. Curiosamente la cifra chiesta più o meno dallo stesso gruppo di Paesi per far fronte all’impatto del cambiamento climatico alla Cop 29 da poco conclusa a Baku, 1.300 miliardi di dollari, è molto simile al debito estero che hanno pagato nel 2023, 1.400. E in modo altrettanto curioso la cifra promessa a Baku dai Paesi più ricchi, 300 miliardi di dollari all’anno, è simile agli interessi corrisposti sul debito estero nell’ultimo anno, 400 miliardi. O per leggerla in un altro modo, i Paesi più ricchi hanno appena stabilito che quel che serve ai più poveri per la crisi climatica è meno degli interessi che questi pagano in un anno. Al di là delle coincidenze e delle interpretazioni, quel che è certo è che la situazione non è sostenibile e, nonostante le previsioni positive sulla crescita del Pil dei Paesi in via di sviluppo per i prossimi anni, con questo peso a gravare sul bilancio non si intravedono possibilità di vera crescita economica. A dirlo sono proprio gli esperti della Banca Mondiale che hanno redatto il Debt Report. “Molto lavoro deve quindi essere fatto per riportare i livelli di debito e gli oneri del servizio del debito dei Paesi a basso e medio reddito a una posizione ragionevole e gestibile”.

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