Manovra, Giorgetti frena su aumento spesa militare. Ottimista sul Pil
Economia“Nonostante gli ingenti stanziamenti assegnati, l'obiettivo del 2 per cento del Pil richiesto dalla Nato risulta molto ambizioso”. Giancarlo Giorgetti mette le mani avanti di fronte all'idea di aumentare le spese militari. Nonostante il grande impegno, dice il ministro dell’Economia in Parlamento, l’Italia è lontana da quanto l’Alleanza Atlantica richiede a ogni partner. E ancora più distante, possiamo aggiungere, da chi, come il segretario della Nato Mark Rutte, punta ad andare oltre.
35 miliardi in più per la Difesa
Stanziamenti aggiuntivi non sarebbero del tutto compatibili con le regole europee, sottolinea il numero uno del Tesoro, che ricorda come il nostro Paese abbia potenziato gli investimenti nella Difesa per 35 miliardi fino al 2039. Una montagna di denari (superiori al valore della manovra per il 2025) che però ci lascia lontani dalla quota richiesta dalla Nato.
Resteremo al di sotto della quota chiesta dalla Nato
L’Italia aumenterà nei prossimi tre anni la percentuale di Prodotto Interno Lordo destinata agli armamenti ma rimarrà al di sotto della soglia del 2 per cento. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel 2022, la pressione per incementare la spesa militare è cresciuta e – secondo la Nato - 23 dei 32 membri dell’Alleanza raggiungeranno il 2 per cento quest'anno, ma non il nostro Paese. E con l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti l’invito a centrare l’obiettivo potrebbe diventare più forte, visto che il tycoon in passato ha più volte spinto gli alleati a sborsare più soldi. Qualcosa per noi potrebbe cambiare se l’Europa stabilisse una sorta di sconto sulle regole di bilancio, permettendoci di mettere di più per le armi senza dover aumentare le tasse o tagliare servizi ai cittadini.
Si scommette sulla crescita economica
Intanto Giorgetti è ottimista sulla crescita del nostro Paese. Nonostante il quadro internazionale sia incerto, dice: “Non sarei stupito da una revisione al rialzo delle stime preliminari del Pil 2024". Il governo si aspetta un colpo di reni in questi mesi. “Le prospettive a breve termine risultano, nel complesso, ancora incoraggianti”, ha spiegato il ministro. “I modelli di previsione interni lasciano ritenere che, nel trimestre finale dell'anno, il Pil dovrebbe tornare in espansione, grazie al recupero della domanda estera netta e al prosieguo della ripresa dei consumi”. A fine anno il rialzo, quindi, potrebbe essere più corposo dell’uno per cento finora previsto da Palazzo Chigi, ma così non la pensano i maggiori istituti nazionali ed esteri, che si aspettano una progressione più lenta della nostra economia, che si attesterebbe tra lo 0,7 e lo 0,8 per cento.