Concordato preventivo, ipotesi ravvedimento speciale ridotto di un anno: cosa cambia

Economia
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Introduzione

La maggioranza sta pensando di modificare le regole del concordato preventivo biennale: è stato riformulato un emendamento al decreto Omnibus, ora in commissione al Senato, che riduce il ravvedimento speciale al periodo 2018-2022 escludendo il 2023, inizialmente incluso. La ragione è che il 2023 è l’anno di imposta per cui si stanno ancora presentando le dichiarazioni dei redditi.

 

Il concordato preventivo biennale è uno strumento volto a favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi a cui possono accedere i contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che applicano gli Indici sintetici di affidabilità. Questo strumento permette alle imprese e ai professionisti di concordare un imponibile fisso in via preventiva sulla base del quale calcolare le tasse sul reddito d’impresa o di lavoro autonomo, a prescindere dal fatturato effettivo

Quello che devi sapere

La novità

  • Novità in vista in merito al concordato preventivo biennale. Il governo Meloni sta lavorando a delle modifiche e, in base alle ultime, si è deciso di allargarlo oltre il 2024-2025 ma di ridurre di un anno - al quinquennio 2018-2022 anziché al 2018-2023 inizialmente previsto - il periodo del ravvedimento speciale per gli anni pregressi messo in campo per i contribuenti che aderiranno entro il 31 ottobre 

 

Per approfondire: Concordato preventivo biennale, il peso sulla manovra e sulle attività coinvolte

Cosa cambia

  • A prevedere questa riduzione è la riformulazione di un emendamento della maggioranza al decreto Omnibus sul concordato, depositato in commissione al Senato. L'emendamento prevede, appunto, un allargamento delle maglie ma se prima si parlava degli anni dal 2018 al 2023, adesso si esclude il 2023. Previsto inoltre anche più tempo per i controlli per chi decade dal beneficio: i termini di decadenza dell’accertamento, “in scadenza dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2026, sono prorogati al 31 dicembre 2027”. Attenzione però: il decreto scade l’8 ottobre e deve ancora passare dal Senato per l’approvazione, che potrebbe essere già domani o venerdì, e alla Camera per la seconda lettura

Escluso l’anno 2023

  • Il perché di tale modifica all'emendamento, che fino a poco tempo fa includeva anche il 2023, è presto spiegato: il 2023 è l’anno d’imposta per cui si stanno ancora presentando le dichiarazioni dei redditi (con il modello Redditi che andrà trasmesso telematicamente entro il 31 ottobre). In questo modo si possono evitare eventuali obiezioni sull’impatto che riguarderebbe periodi per cui sono ancora aperti i termini di dichiarazione

Cos’è il concordato preventivo biennale

  • Come si legge sul sito di Agenzia delle Entrate, il concordato preventivo biennale è uno strumento volto a favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi. Possono accedervi i contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (cioè lo strumento attraverso il quale viene fornito a professionisti e imprese un riscontro sul loro livello di affidabilità fiscale)

Come funziona il concordato

  • Ma come funziona il concordato? Chi denuncia gli arretrati si vedrebbe tassati i redditi fin qui nascosti con le aliquote alleggerite già previste per i futuri incrementi di redditi proposti con il concordato: 10% per chi ha un voto in pagella fiscale superiore a otto, 12% per chi ha un punteggio tra sei e otto e 10% per chi si colloca sotto quel livello

Come si applicherebbe l’aliquota

  • A fare la differenza, però, sarebbe il fatto che l’aliquota non si applicherebbe a tutto il reddito denunciato, ma solo a una quota decrescente all’aumentare dell’affidabilità fiscale dell’interessato. Le partite Iva con voti bassissimi, inferiori a tre, pagherebbero la mini-aliquota solo sul 50% dei guadagni emersi, gli altri si vedrebbero tassare quote ancora inferiori fino al minimo del 5% previsto per chi ha un voto Isa massimo

La riduzione negli anni del Covid

  • Visto il periodo temporale interessato ci sarebbe massima attenzione per i periodi di imposta 2020 e 2021, colpiti dall’emergenza Covid: in questo caso l’imposta sostitutiva sarebbe ridotta di un altro 30 per cento

I vantaggi di questo concordato

  • In sostanza il concordato preventivo biennale consente alle imprese e ai professionisti di concordare un imponibile fisso in via preventiva. Sulla base di quello vengono dunque calcolate le tasse sul reddito d’impresa o di lavoro autonomo, liquidando così le imposte sulla base di quanto concordato a prescindere dal fatturato effettivo
  • L’adesione al concordato preventivo biennale, inoltre, limiterà i poteri di controllo del Fisco: per i periodi d’imposta accordati non potranno essere effettuati accertamenti previsti dall’articolo 39 del DPR n. 600/1973. Dall’altro lato i controlli del Fisco si concentreranno su chi non aderirà al concordato, con la previsione di controlli specifici

Le dichiarazioni incongrue

  • L’eventuale adesione al concordato preventivo biennale, comunque, non avrà lo stesso peso per tutte le imprese e professionisti. Ci sono infatti categorie per le quali più del 70% delle dichiarazioni dei redditi sono ritenute “incongrue”, come quelle di ristoranti, autonoleggi, o pescatori
  • Da sottolineare come ci siano categorie ritenuti fedeli al Fisco, come commercialisti, informatici, geologi, veterinari e dentisti. che registrano una fedeltà al Fisco abbastanza elevata

La contestazione del Pd

  • "Invece di aiutare famiglie e imprese dilagano le iniziative per favorire l'elusione e l'evasione fiscale con l'obiettivo, peraltro velleitario, di produrre maggiori oneri e si scardina il principio della fedeltà fiscale e della progressività lasciando tutto il carico sul lavoro e sull'impresa", ha dichiarato Daniele Manca, capogruppo del Pd in commissione Bilancio al Senato

 

Per approfondire: Concordato preventivo, maggioranza vuole allargarlo ai redditi 2018-2023: cosa sappiamo