Peste suina, 30 milioni di euro persi al mese. A rischio migliaia di posti di lavoro
EconomiaIntroduzione
La filiera genera circa 20 miliardi di euro all’anno e dà lavoro a 100mila persone. Le associazioni sono in allarme per gli effetti che questa epidemia sta producendo al settore, in termini di riduzione di export e abbattimenti di esemplari. In agosto si è insediato il nuovo commissario straordinario, Giovanni Filippini.
In Italia, la peste suina esisteva solo in Sardegna dal 1978. Nel 2022 si sono però verificati anche i primi casi al Settentrione, in seguito alla scia di contagi già avvenuti in alcuni Paesi europei negli anni precedenti.
Quello che devi sapere
Due nuovi focolai in Piemonte
- L’aggiornamento sui dati relativi alla peste suina, fermi all’8 settembre, ha individuato due nuovi focolai in Piemonte. Nello specifico in provincia di Novara. Si aggiungono ai cinque precedenti segnalati sempre a Novara (uno), a Trecate (due), Vinzaglio (uno) e a Lignana (uno). Lo riferisce l'Izs (Istituto zooprofilattico sperimentale) di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. Non risultano invece nuove positività tra i cinghiali, nemmeno in Liguria. Con i due nuovi focolai in Piemonte tra i suini, sale a 1.691 il totale dei positivi, di cui 669 in Piemonte. Con i casi negli allevamenti di Castellazzo Novarese e San Pietro Mosezzo crescono a 162 i comuni in cui è stata osservata almeno una positività alla Peste suina africana.
Per approfondire: Peste suina, in Italia 24 focolai. Il commissario: “Serve prudenza”
I focolai attivi
- Fino a qualche giorno fa, il commissario straordinario per la peste suina africana Giovanni Filippini, nominato in agosto, all'Adnkronos ha fatto sapere che i focolai in atto negli allevamenti domestici di suini erano 24: 18 in Lombardia, cinque in Piemonte e uno in Emilia Romagna. Con i due nuovi in Piemonte si tocca perciò quota 26
100mila posti di lavoro
- In Italia sono allevati in tutto 10 milioni di maiali, di cui la metà in Lombardia. Tra produzione e indotto, la filiera genera circa 20 miliardi di euro all'anno e produce 100mila posti di lavoro, come spiega Assosuini
Stimate perdite da 30 milioni al mese
- L’epidemia sta causando importanti ripercussioni nel settore: di questi 20 miliardi di euro, 2,1 sono legati all’export. Le perdite economiche stimate(sempre da Assosuini) si aggirando ai 30 milioni di euro al mese. Giovanni Filippini, che come accennato si è insediato in agosto come commissario straordinario, è in ordine di successione il terzo a ricoprire questa carica
L’allarme delle associazioni
- Nei giorni scorsi il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha inviato una lettera al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e a quello della Salute Orazio Schillaci per sollecitare la massima attenzione sul tema. L’associazione ricorda che oltre 500 allevatori di Coldiretti provenienti dalle aree più colpite dall’epidemia hanno manifestato la loro crescente preoccupazione per la mancanza di azioni risolutive. La crisi, si legge sul sito Coldiretti, sta portando molte aziende sull’orlo del collasso: un esempio degli effetti è il caso di un allevatore costretto ad abbattere 12.000 capi in un solo giorno e a lasciare la propria famiglia in una condizione di totale incertezza. Secondo le stime di Confagricoltura, la peste suina è costata agli allevatori di suini 40 milioni di euro in perdite dirette e 75 milioni di euro in perdite indirette da quando il virus è stato rilevato per la prima volta a gennaio 2022
I Paesi interessati
- L’epidemia di peste suina africana – che non è trasmissibile all’uomo – sta interessando alcuni Paesi europei da ormai un decennio. Al momento è diffusa in Polonia, Germania, Estonia, Lettonia, Slovacchia, Grecia, Lituania, Romania, Ungheria, Bulgaria: a oggi sono stati registrati migliaia di focolai negli allevamenti di suini domestici e nei cinghiali selvatici. Fuori dall’Ue la Psa ha interessato alcuni Paesi africani, Russia, Ucraina, Moldova, Cina, India, Filippine e diverse aree dell’Estremo Oriente. Lo spiega il sito del ministero della Salute
L’andamento dal 2018
- I primi casi di malattia di cinghiali selvatici sono stati segnalati a settembre 2018, in Belgio: da lì si è registrato un balzo della malattia verso l’Europa occidentale. Bruxelles, però, è riuscita a eradicarla a fine 2020 grazie a un piano di controllo rigoroso e costoso. A settembre 2020 il virus è arrivato in Germania ed è stato rilevato in alcune carcasse di cinghiale nelle zone confinanti con la Polonia. In seguito sono stati individuati focolai anche negli allevamenti di suini domestici
In Italia
- L’Italia continentale è stata raggiunta dalla Psa il 7 gennaio 2022, con la conferma di positività al virus in una carcassa di cinghiale rinvenuta in Regione Piemonte: nello specifico nel Comune di Ovada, in provincia di Alessandria. Pochi giorni dopo sono state trovate nuove positività in carcasse di cinghiali rinvenute in zone limitrofe e anche in Regione Liguria, nelle province di Genova e Savona. Nel corso dei mesi successivi sono state interessate anche altre regioni. Fino al rilevamento del virus in Piemonte, in Italia la malattia era presente unicamente in Sardegna dal 1978
Per approfondire: Peste suina, ministero: “6 focolai in stabilimenti suini. Verso misure straordinarie”